A TUTTO PIANO IMOLA SUMMER FESTIVAL
Inaugura domani con un concerto della solista cinese Jin Ju la rassegna dell’Accademia Pianistica. L’appuntamento è al Teatro dell’Osservanza con un repertorio che prevede l’esecuzione di pagine di Chopin, Scubert e Czerny
Ad inaugurare la prima edizione di questo Festival, sei anni fa, c’era Vladimir Ashkenazy. Già eccezionale che il leggendario solista — oggi ottantunenne e con oltre cinquant’anni di carriera alle spalle — accettasse di sedere al pianoforte dopo aver preso la scelta di profondere energie a guidare orchestre — meglio se composte da giovani musicisti di talento.
A Imola l’eccezione fu concessa, in onore dell’Accademia Pianistica che aveva contato il grande pianista per anni come maestro per ammirazione di Franco Scala che con l’Accademia era riuscito molti anni prima a piegare la realtà al sogno, trasformando una possente rocca medievale in una fabbrica di talenti dalla reputazione internazionale.
Oltre il leggio del gran coda, Vladimir Askhenazy incrociava lo sguardo del figlio Vovka, al pianoforte anche lui, ma a differenza del padre, con lo spartito caricato sull’ipad.
Sono passati sei anni dalla quella prima edizione e il festival nato durante i corsi estivi dell’Accademia Pianistica si appresta a animare ancora una volta Imola.
Apre domani sera — ore 21.30 — al Teatro dell’Osservanza la pianista cinese Jin Ju, tra i docenti dell’Accademia con programma dedicato a Czerny, Chopin e Schubert.
I concerti — ingresso libero a tutti — non mancheranno una serata fino al 30 luglio con il recital dei solisti che si saranno aggiudicati i numerosi premi in palio.
Oltre al premio intestato alla città ce ne sono altri due che ricordano figure importanti per la storia dell’Accademia: Umberto Micheli, Lelia Magistrelli e Florence Daniel Marzotto.
Tra i pianisti non mancano allievi di ieri e che sono diventati maestri di oggi all’Accademia come André Gallo e Igor Roma. Tra gli appuntamenti non manca la musica da camera con un omaggio a Ernst Chausson, un altro a Richard Strauss e la presenza del violinista Robert Manning. Tanti i musicisti in azione. E tante le angolazioni con cui il Festival presenta il pianoforte. Ecco ad esempio Alessandro Marino presentare il 20 luglio un recital in gran parte dedicato a Louis Moreau Gottschalk, nato a New Orleans e formatosi in Europa, prima di fare ritorno in America e sbalordire in pieno Ottocento con un funambolismo mozzafiato. Ancora da scoprire le sue composizioni dai titoli molto evocatori di climi tropicali come «La Savane», «Bamboula» o «Le Bananier». E meno note ancora le sue tournée che toccarono Cuba e si spingevano fin nei villaggi più sperduti del Far West, richiamando chiunque sapesse mettere le mani sulla tastiera per farli suonare in orchestre esclusivamente composte da pianoforti.