L’america dei contrasti nella voce di Ute Lemper
Domani sera il concerto della star tedesca a Forlì
Benvenuti in America. Con le sue mille facce, il suo (auto)celebrarsi e il suo fagocitarsi. Che crea eroi e li distrugge. L’America luccicante dell’intrattenimento di Broadway e Hollywood e quella ribelle e insofferente di Tom Waits, di Bob Dylan. O di Bukowsky. America di contrasti. Bianco e nero. Bello e brutto. Fascino e rabbia.
E «Glamour and Rage in America» è il concerto che vede protagonista domani al Teatro Diego Fabbri di Forlì Ute Lemper (l’ambito è Ravenna Festival, ore 21, info 0544/249244). La celebre cantante – e attrice e ballerina – tedesca, accompagnata da Vana Gierig al pianoforte, Cyril Garac al violino, Romain Lecuyer al contrabbasso e Zeno De Rossi alle percussioni, darà voce agli Usa senza omettere nessuna delle sue contraddizioni maggiori. Il tema si confà molto al titolo dell’edizione di quest’anno di Ravenna Festival, «We Have a Dream», ispirato a Martin Luther King, e Ute Lemper, la «Marlene Dietrich» di oggi che ha ridato voce e corpo alla musica mitteleuropea, essendo trapiantata presto a Manhattan, queste contraddizioni le ha vissute prima di tutto sulla sua pelle. Come ha dichiarato lei stessa riferendosi a Marlene, «sono sradicata come lo era lei, un’espatriata con una relazione complicata con la Germania e innamorata di tanti altri Paesi, compresi l’America e la Francia». Del resto, la sua vera cifra è la versatilità. Nata nel musical, ha presto affrontato esperienze di estrema eterogeneità, tra teatro, cinema, danza, musica, recitazione. Applaudita sia per le interpretazioni del Cabaret di Berlino e delle opere di Kurt Weill che per la chanson francese e le sue performance a Broadway e nel West End di Londra. Un dio della danza come Maurice Béjàrt creò per lei il balletto La mort subite. Per non dire del cinema in cui ha recitato con registi come Peter Greenaway e Robert Altman. E poi i concerti da solista tenuti nelle sedi più prestigiose del mondo interpretando un repertorio in cui si è misurata, oltre che con la Dietrich, con le voci di Frank Sinatra e Nina Simone. Lemper, artista totale. Che in questo recital dichiarerà molte sue passioni. Tra cui quella per Charles Bukowski «La sua poesia – ha detto - è sempre legata alle circostanze, assolutamente non pretenziosa e onesta fino all’osso. Mette a nudo un’anima perduta, perduta in una vita e in una società a cui la sopravvivenza non interessa, e la rabbia di un uomo che trova salvezza nelle parole che scrive».