Roversi e Dalla, poeti dell’oggi
Stasera il reading concerto in cui testi scritti per il cantautore sono rivisitati da musicisti della scena indie tra cui Vince Pàstano e Mara Redeghieri . Bagnoli porterà in luce brani sconosciuti e aneddoti sul sodalizio tra i due: «Erano geni dalle for
La poesia di Roberto Roversi incontra la musica indie contemporanea. Non si tratta di un semplice progetto tra musica e poesia. Non si esaurirà, con ogni probabilità, nel limitante spazio di un appuntamento. Seppure importante.
Stasera, alla biblioteca dell’Archiginnasio di piazza Galvani (ore 21, l’ambito è quello di Stasera parlo io di Librerie Coop e per l’occasione si potranno acquistare opere a tiratura limitata del poeta), assisteremo a «Roberto Roversi da Lucio Dalla al futuro», un reading-concerto per far comprendere, soprattutto a un pubblico più giovane, la modernità dei temi affrontati da un poeta tra i più importanti del Novecento italiano. Organizzata dall’etichetta discografica (e casa editrice) LullaBit di Arturo Bertusi in collaborazione con Antonio Bagnoli, che oltre ad essere direttore editoriale delle edizioni Pendragon è responsabile del patrimonio artistico di Roversi, la serata, anticipata dalla proiezione di un cortometraggio animato, Volume, ambientato a Bologna e ispirato al testo teatrale del poeta Parole, silenzio, dolore, sarà un avvicendarsi, e un continuo confronto, tra alcuni musicisti e cantautori della scena indipendente. Sono Davide di Rosolini, La Tarma, Erica Boschiero, mentre Mara Redeghieri e Vince Pàstano sono gli ospiti speciali. Tutti presenteranno una loro personale visione delle canzoni realizzate nel periodo del sodalizio artistico tra Dalla e Roversi dal 1973 al 1976 e contenute nella trilogia Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili.
«Ascolteremo più musica che testi letti», premette Antonio Bagnoli. «Otto cover, più una sonorizzazione di Pa- stano su immagini da opere dello stesso Roversi. E a leggere i testi sono gli stessi ospiti dello spettacolo». I brani invece sono L’operaio Gerolamo, Grippaggio e Il Coyote da Il giorno aveva cinque teste, Tu parlavi una lingua meravigliosa e Anidride Solforosa dall’album omonimo e Il motore del 2000 e Nuvolari da
Automobili. Bagnoli invece racconterà storie e aneddoti del legame artistico tra Dalla e Roversi, «dalla grande passione dell’inizio, alla violenta litigata in seguito ad Automobili, fino alla riconciliazione professionale (perché umanamente in fondo i due non si erano mai persi). Erano litigi dovuti alle loro fortissime personalità. Non dimentichiamo che sono stati entrambi dei geni di due diversi campi. La cosa incredibile, e lo dico come lettore, è che i testi di Roversi hanno la contemporaneità dei grandi classici.
L’operaio Gerolamo, sulla vita di un emigrante dal sud Italia verso la Germania, fa pensare all’odissea di un migrante dall’Africa verso l’Italia. Sembra scritto non oggi, ma domani. Roversi ha la contemporaneità di chi ci precede». Da qui, il progetto futuro. «Mi piacerebbe — ancora Bagnoli — che uscisse una pubblicazione discografica sui testi inediti di Roversi. Ce ne sono oltre 50. Già: scriveva parecchio. Molto probabilmente uscirà qualcosa a un anno da adesso».
L’operaio Gerolamo è uno dei brani proposti da Mara Redeghieri stasera, insieme a Coyote. L’ex cantante degli Ustmamò e ora solista (nei mesi scorsi ha portato in tour il suo Recidiva) le ha scelte insieme al chitarrista Lorenzo Valdesalici perché, racconta, «mi rappresentano bene. Lo ammetto, non conoscevo approfonditamente i tre album, ma ascoltandoli meglio sono rimasta colpita da come Dalla riusciva a cantare poesie nate per essere tali». Estremamente diverse, «L’operaio Gerolamo — continua — sembra una storia della resistenza del nostro Appennino. Una canzone epica di povera gente che resiste. Il coyote invece è di una poesia infinita. Nella lotta tra il mondo basso e l’alto che è la mia vita, nell’arte cerco sempre poesia infinita, molto intima. È la parte migliore, il mondo migliore a cui aspiro sempre nell’arte. E canzoni come questa sono michelangiolesche. Considerando che io cerco sempre Michelangelo, sono il massimo. E il merito di Roversi sta nell’essere autore universale. Nel senso che trovi l’universo dentro i suoi versi. Non è facile trasferire tutto ciò in musica, anche se per me poesia erano già certe canzoni di De Andrè o La cura di Battiato». Roversi non intendeva scendere a compromessi con nessuno. «Una volta Curreri — conclude Bagnoli — gli chiese di accorciare una strofa di Chiedi chi erano i Beatles di cui scrisse il testo. Ovviamente non ci pensò nemmeno. “Il problema ora è tuo”, replicò».
” Redeghieri «L’operaio Girolamo» sembra una storia di resistenza del nostro Appennino, una canzone epica di povera gente che resiste «Il coyote» è invece una poesia infinita