Emil Banca «Non fermate la riforma»
L’istituto di credito cooperativo cederà l’ultimo pacchetto di crediti deteriorati
” Ravaglia La riforma del credito cooperativo? Vogliono imporre una moratoria di sei mesi per approfondire e migliorare, ma senza un’idea di come e perché
Emil Banca cede a terzi l’ultimo pacchetto di Npl (crediti deteriorati) e si candida a entrare nel ristretto club delle banche affrancate dall’incubo sofferenze. La notizia non è ancora ufficiale, ma circola da qualche giorno negli ambienti bancari bolognesi. E il direttore generale Daniele Ravaglia, a margine della conferenza stampa sulla convenzione con Confartigianato Imprese per finanziamenti agevolati a pmi e micro imprese della provincia, non conferma e non smentisce, accreditando l’indiscrezione.
In questo caso per la banca presieduta da Giulio Magagni si riaprirebbe lo spazio tecnico per incrementare gli impieghi verso le imprese ben oltre i 180 milioni (+58%) erogati dall’anno scorso a 23 mila clienti. Dopo l’acquisizione nel 2017 di Banco Cooperativo Emiliano, Banca di Parma e Bcc di Vergato, la Bcc bolognese è la seconda banca di credito cooperativo in Italia per numero di sportelli (89, su cinque province emiliane e una lombarda), conta 47 mila soci e oltre 150 mila clienti. Con oltre 8 milioni di utile netto l’anno scorso e un patrimonio di 330 milioni è uno dei perni del gruppo nazionale Iccrea Holding, il maggiore dei tre in fase di costituzione (gli altri sono Cassa Centrale e quello delle Bcc altoatesine) a seguito della riforma del credito cooperativo.
Forte della solidità di questi numeri Ravaglia torna ad attaccare chi nella maggioranza insiste a voler bloccare la riforma, in aperto contrasto con il ministro dell’economia Giovanni Tria. «Vogliono imporre una moratoria di sei mesi per approfondire e migliorare, ma senza
La Bcc bolognese è la seconda banca di credito cooperativo per numero di sportelli
un’idea di come e perché. Garantire l’autonomia delle singole banche? Siamo noi i primi a volerla: abbiamo lavorato due anni per dare ai gruppi nazionali un’architettura che rispettasse il massimo dell’autonomia e nello stesso tempo mettesse al sicuro l’intero sistema. Tornare indietro sarebbe buttare via enormi investimenti in personale, tecnologia e capitale ed esporci a grandissimi rischi, visto che oggi le Bcc sono prive di un fondo di garanzia sui depositi». Il sospetto di Ravaglia è che il vero obiettivo sia far saltare del tutto la riforma. A soffiare sul fuoco sarebbero «poche decine di realtà preoccupate non di salvaguardare l’autonomia ma di salvare la poltrona sfuggendo ai controlli». In effetti quando ai primi di luglio le Bcc in massa comprarono paginate di giornali per dire no alla moratoria, mancavano all’appello non più di 15 istituti, in gran parte toscani. L’accordo firmato ieri, intanto, mette a disposizione degli associati di Confartigianato Imprese un plafond di 10 milioni di euro che saranno erogati con velocità e procedure più snelle. L’obiettivo è sostenere investimenti in tecnologia e sviluppo all’estero. «Ma se le richieste saranno numerose, come auspico — ha aggiunto Ravaglia — siamo pronti a raddoppiare l’importo».