Autonomia, Salvini sdogana quella emiliana: sì entro l’estate
Per il vice premier «le richieste devono essere approvate dal consiglio dei ministri entro l’estate» Bonaccini: «Aspettiamo i fatti». Il ministro Stefani: «Lavoro pancia a terra per accelerare i tempi»
«Conto che entro l’estate il Cdm possa approvare quello che Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto porteranno come richieste», dice il vice premier Salvini a proposito dell’autonomia. «Aspettiamo i fatti», replica Bonaccini.
Entro l’estate l’Emilia-Romagna potrebbe avere il via libera definitivo alle richieste per una maggiore autonomia. Ad augurarselo mettendolo tra gli obiettivi imminenti del governo è il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che quindi spiana la strada a quanto richiesto a gran voce, tra gli altri, dal presidente della Regione Stefano Bonaccini.
«Conto che entro l’estate il Consiglio dei ministri possa approvare quello che EmiliaRomagna, Lombardia e Veneto porteranno come richieste — spiega Salvini —. L’obiettivo è di avere entro la fine del mese le idee chiare su quale è la strada più veloce da percorrere e poi dare un seguito al voto di quasi due milioni di cittadini italiani che in Veneto e in Lombardia per ora, e in altre regioni mi auguro per il futuro, chiedono una politica più vicina ai territori».
Bonaccini segna il punto a suo favore, ma allo stesso tempo sfida il governo a fare il prima possibile. «È un’ottima notizia, ma io sono abituato a valutare i fatti e non le parole. Speriamo che presto si possa passare ai fatti. Noi siamo pronti», commenta il governatore. All’invito a fare in fretta replica la ministra agli Affari regionali, Erika Stefani: «Sto lavorando pancia a terra per accelerare il più possibile e stringere i tempi. Il nostro obiettivo è l’autonomia delle regioni che ne hanun no fatto richiesta. Già questo mese vogliamo chiudere l’intesa con quelle che hanno specificato le competenze che intendono chiedere e proprio su questo aspetto serve un grande gioco di squadra all’interno del governo». La partita dell’Emilia è legata a doppio filo con quelle della Lombardia e del Veneto. Le tre regioni hanno infatti avviato l’iter per l’autonomia quasi in contemporanea, ma percorrendo strade ben diverse: Viale Aldo Moro aveva infatti «bruciato» le due regioni a guida leghista raggiungendo un’intesa con il governo di Gentiloni su alcune materie specifiche, senza passare per il referendum. Lombardia e Veneto inoltre chiedevano poteri speciali su numero maggiore di settori.
A febbraio di quest’anno era infine arrivato l’accordo con i tre governatori interessati, allineando il destino delle regioni. Secondo quanto previsto dall’accordo sottoscritto, l’Emilia-Romagna in quanto territorio virtuoso e con i conti in ordine, potrebbe sfruttare nuovi strumenti normativi per gestire direttamente numerose competenze in cinque materie: lavoro, istruzione, sanità, ambiente e territorio, e infine relazioni internazionali e rapporti con l’Unione europea.
Nelle settimane scorse con l’insediamento del nuovo governo, la corsa dell’Emilia era sembrata rallentare per fare spazio a un progetto di legge per concedere al Veneto l’autonomia su tutte le 23 materie previste dalla Costituzione. Per il deputato Carlo Piastra, segretario provinciale della Lega, si tratta «di coerenza con quanto promesso agli elettori, speriamo che Stefano Bonaccini non perda questa sua inedita vocazione autonomista». Secondo Stefano Bargi, consigliere regionale del Carroccio, «vengono mantenuti gli impegni, Bonaccini con l’aiuto di un governo compiacente aveva in realtà depotenziato l’autonomia, che noi vorremo per tutte le materie possibili e concesse dalla legge».
” Il leader leghista L’obiettivo è avere entro la fine del mese le idee chiare sulla strada più veloce da percorrere