Corriere di Bologna

«Lo scontro non si cerca Negli anni 90 capitava...»

Mods

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«Ancora voi?». È capitato che di recente qualche esponente dei Mods se lo sentisse chiedere, in trasferta, all’ingresso allo stadio. Ancora loro, dopo 36 anni di storia. «In fondo ci siamo — sottolinea il direttivo — a volte facciamo da motivatori o da referenti in caso di problemati­che, ma se ci viene voglia di fare una trasferta basta una telefonata tra noi e andiamo». Al Dall’Ara formalment­e ora i Mods, nati nel 1982, sono una decina di persone, che diventano sessanta con i gruppi-satellite. Il nome è storico e decisament­e rispettato nel panorama ultras italiano. «Iniziammo a mettere in atto una serie di azioni che innalzaron­o il blasone della curva in modo esponenzia­le e il gruppo ebbe una crescita a livello nazionale fino al 1996». I fatti post-promozione (venne accoltella­to un algerino) portarono diffide e problemi di rapporti interni, mentre lo striscione venne affidato ai più giovani. Si parlò tanto anche di politica: «Abbiamo sempre cercato di evitarla, ma non vuol dire che ci siamo sempre riusciti. Sono apparsi anche simboli, più per ripicca che per ideologia: non abbiamo esponenti che seguono movimenti politici. Il 1996 fu politicizz­ato per forza, alla fine l’errore è stato fatto: purtroppo abbiamo lasciato la curva per 2-3 anni quando si poteva fare il salto di qualità». Le origini però restano e nel 2004 arrivano le 57 diffide in occasione di Livorno-Bologna: «Ci sono gruppi più da scontro e altri meno. Lo scontro non lo cerchi, capita. Certo, a noi magari è capitato di più...». Col tempo però è cambiato tutto. La repression­e ha fatto da deterrente: «Ora certe azioni non riesci neanche a organizzar­le. Però si è parlato tanto di svuotare gli stadi dai violenti per riportare le famiglie ma con tornelli e Daspo gli stadi italiani restano vuoti. Ora chi se ne prende la responsabi­lità?».

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