Corriere di Bologna

«Diffide preventive? Per noi un abuso»

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Èil nome più nuovo della curva, perchè appare nel 2016: «Quando si è sciolta Beata Gioventù, i ragazzi giovani che ne facevano parte mi hanno chiesto di fare un gruppo nuovo e sono nati i Mai Domi» spiega Giulio, ex componente storico dei Mods fino al loro scioglimen­to e ora a capo di un nucleo che gravita nella parte di curva vicina alla tribuna. «Ci siamo messi lì anche per dare una spinta a quella zona, dove generalmen­te c’è gente che canta poco e non si alza». Gli esponenti attivi nel gruppo sono una trentina, metà dei quali però colpiti dal Daspo. Uno di questi è proprio Giulio: «Tutto il movimento ultras è in fase decadente, anche per l’inasprimen­to delle pene e per le nuove regole. Si è arrivati alle diffide preventive. Il Daspo è stato l’albero della cuccagna di molti: non capisco perchè uno debba vietarmi di andare in un posto. C’è una legge? Se io supero il limite la applichi, i mezzi li hanno. Una volta c’era la flagranza di reato, ora invece si danno esempi: è un abuso di autorità ed è antidemocr­atico, ecco perchè gli ultras odiano il sistema». Presente e passato si mischiano, toccando i rapporti con altre tifoserie: «Sono andato in altre curve o a mangiare con esponenti di tifoserie rivali: dopo tanti anni ci si conosce, se mi fossi in autogrill con alcuni di loro ci metteremmo a ridere. I cori di discrimina­zione territoria­le si fanno per deconcentr­are l’avversario: ci fosse un evento tragico saremmo i primi a dare una mano. Al di fuori dell’ambito stadio, nel mondo ultras c’è grande rispetto». Oggi che voto darebbe alla curva? «Tra il 5 e il 6, per colpa dell’eccessiva repression­e. Il momento della squadra fa sempre tanto, negli anni Novanta ci davano tutti del “lei”, specie a noi Mods».

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