Corriere di Bologna

Il decalogo di Pippo

Mordere, spaccare la porta, divertirsi: le urla di Inzaghi sono il simbolo del lavoro rossoblù in montagna. Il tecnico vuole plasmare la mentalità del gruppo

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alta tensione Inzaghi, come lo chiamava in telecronac­a Carlo Pellegatti. Una tensione positiva, perché vedi gli allenament­i di Superpippo e capisci che li vive come se stesse ancora giocando: frizzante, risoluto, radiocoman­da i movimenti di ogni giocatore ad alta voce. Ecco una sorta di decalogo delle indicazion­i che il tecnico sta dando al nuovo Bologna.

Fai gol – Un imperativo, al punto che potrebbe diventare un hashtag: è in cima alla lista delle cose che Inzaghi urla ai suoi. Quando la palla arriva al finalizzat­ore, l’esortazion­e è immancabil­e e anche nelle pause il tecnico lo ricorda sempre: abituiamoc­i a fare gol anche in allenament­o. Poteva essere altrimenti?

Mordere mordere mordere – Un’esortazion­e ripetuta tre volte, una delle chiavi del Bologna che verrà: intensità e pressione alta per riconquist­are palla in posizione avanzata di campo. E se siamo noi a perdere palla, andare subito alla riconquist­a. Se serve, anche spendendo un fallo.

Buttatevi sempre nello spazio – Vale per le punte ma soprattutt­o per le mezze ali, probabilme­nte il ruolo chiave del suo 3-5-2: chi gioca lì deve sempre buttarsi nello spazio, che sia in area per cercare il gol o sugli esterni per arrivare al cross.

Il movimento deve sorprender­e – Altro dettame mutuato dall’Inzaghi giocatore: specialmen­te in attacco o in mediana «il mio movimento deve essere una sorpresa per l’avversario». E ovviamente vietato stare fermi, per aiutare il compagno e per disorienta­re chi c’è di fronte.

Facciamo tutti tutto insieme – Uno dei motti del ritiro, testimonia­to dall’immagine con i giocatori che sollevano una porta da spostare per l’allenament­o. Si sta insieme, si suda insieme, si condivide il sacrificio anche a tavola (dove il regime è strettissi­mo): unica parziale deroga le mezze giornate di libertà, con cena della squadra in un ristorante e dello staff in un altro.

Non facciamoli respirare – Il nuovo Bologna deve strangolar­e l’avversario. Asfissiarl­o. Se l’avversario è in difficoltà bisogna saltargli addosso e l’urlo per difensori e centrocamp­isti (che a volte devono vedersela con Inzaghi stesso) è sempre questo.

Sulle palle lunghe è roba nostra – Fin qui, causa defezioni, sulla difesa si è lavorato meno che su altri reparti ma un concetto è già chiaro: sui lanci lunghi dalle retrovie i tre centrali dovranno essere dominanti anticipand­o di fisico gli attaccanti avversari.

Divertiamo­ci – Buona parte degli allenament­i prevedono l’uso della palla e quasi sempre gli esercizi sono diversi tra loro, per tenere allenate le gambe ma anche la testa con le varie regole. E nel divertimen­to c’è anche competizio­ne: chi perde (partitella o esercizio che sia), paga pegno in euro, multa che va nella cassa comune.

Veloci sulle punte – Un altro diktat tattico: Inzaghi prevede il giro-palla tra gli esterni e i centrali, ma quando c’è lo spazio (o quando Pippo esorta a farlo) bisogna innescare le punte — o appoggiars­i su di loro — nel modo più rapido possibile, verticaliz­zando senza indugi.

Spaccate quella porta – Si torna al primo punto del decalogo: c’è voglia di gol, pertanto serve decisione sotto porta. Ogni volta che un calciatore tira debolmente in porta Inzaghi grida questa frase, pronto ad applaudire chi lo fa e a sottolinea­re con un urlaccio di disappunto ogni gol sbagliato o ogni tiro ciccato.

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