La via emiliana all’ebraismo, le storie in un libro
Pendragon pubblica «Ebrei in Emilia-Romagna», curato da Daniel Fishman
Un popolo distrutto e indistruttibile. Sono gli ebrei: perseguitati, straziati, ma sempre pronti a rinascere, a ritessere i legami di comunità e la loro presenza nei luoghi che li accolsero fin dall’antichità, nei quali si erano ben radicati.
La storia degli ebrei qui in Emilia-Romagna, quella successiva agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, la racconta un libro Pendragon presentato ieri mattina dal sindaco Virginio Merola e dal presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz. È curato da Daniel Fishman, con le fotografie di Michele Levis, e si intitola Ebrei di Emilia-Romagna. Voci, luoghi e percorsi di una comunità.
Nel suo scritto di presentazione l’assessore regionale Massimo Mezzetti racconta come alle spalle di questo lavoro ci sono ricerche iniziate in collaborazione con il Touring Club, come una guida ai luoghi d’arte ebraici in regione. Rileva Mezzetti: «Gli ebrei erano presenti lungo la via Emilia fin dal Duecento e seppur partecipi dei destini comuni degli ebrei di tutta la penisola, hanno vissuto qui storie particolari. Le leggi razziali del 1938 e la tragedia della Shoah potevano spazzare via tutto questo, ma non è stato così. Seppur ridimensionate in termini numerici, le comunità ebraiche di questa regione hanno continuato a caratterizzare la loro presenza attiva e vivace attraverso la promozione di luoghi e momenti culturali, sociali e di fede».
Il libro è basato su testimonianze di «giovani» di ieri e di oggi. Tra le altre c’è quella divertente dell’infanzia tra Tel Aviv e Bologna dell’attore Alessandro Haber, figlio di padre israelita e di madre cattolica che è riuscito a destreggiarsi nell’incrocio tra culture e tradizioni. Si parla di ruoli e mestieri, di condizione della donna, di impegno nella società, di passioni, in altrettanti capitoli.
Poi si passa, in un’ultima parte del volume, a raccontare i luoghi delle rinate o sopravvissute comunità. Si attraversano così tutte le principali città e molti centri minori, da Bologna a Ferrara, da Ravenna a Piacenza, con una conclusione in cui Enrico Finzi rivendica una via emiliana, padana, all’ebraismo, fatta di laicismo, positivismo, cordialità, estroversione, «in cui gli elementi centrali sono il popolo e il Libro».
Alla presentazione il sindaco Merola ha commentato: «Un concetto che mi sta molto a cuore in questo momento della nostra vita di italiani e di europei è quello di patria, molto diverso da quello di nazione. La comunità ebraica ha questa caratteristica, quella di essere un trattino tra la patria di appartenenza e quella che si vuole raggiungere».