Grandi opere al ralenti Lite fra Ance e Regione Ma è colpa del governo
Scontro tra i Costruttori e Viale Aldo Moro sui ritardi ma il problema è il nuovo governo che minaccia di bloccare le infrastrutture
L’Emilia storicamente aveva avuto i suoi problemi a sbloccare le grandi opere ferme da anni. E proprio ora che si era riusciti più o meno a fare partire tutto (almeno nella fase istruttoria) è cambiato il governo e l’aria che tira non è buona: il rischio è che Passante di Mezzo, Cispadana e Campogalliano-Sassuolo si fermino. Il presidente del Collegio Costruttori Giancarlo Raggi intanto accusa di immobilismo e «incapacità decisionale gli enti locali» e l’assessore regionale Raffaele Donini replica precisando che la Regione, «da vera amministrazione Cepu, costretta a fare sempre il 3X1, sta provvedendo a sbloccare tutti i cantieri».
Il dialogo a distanza arriva nei giorni immediatamente successivi alla presentazione di un documento nazionale dei costruttori per riformare il nuovo codice degli appalti, presentazione divenuta occasione per fare il punto sulle opere incompiute: ben 270 in tutta Italia. Sotto le Due Torri le grandi opere al palo sono le solite: il Passante di Mezzo su cui il governo pentastellato fa ostruzionismo, il nodo di Rastignano e quello di Casalecchio, a cui sono legate una serie di interventi di adduzione necessari per migliorare la tenuta dell’intero sistema territoriale delle infrastrutture. «Siamo in attesa di conoscere il nuovo rapporto Sitar (acronimo di Sistema informativo telematico degli appalti dell’Emilia-Romagna, ndr) che contiene i dati aggiornati sullo stato dell’arte dei lavori pubblici, ma lo tengono nascosto — è l’affondo di Raggi — L’ultimo è aggiornato al 2016. In ballo ci sono milioni di euro e un calo di fatturato non indifferente delle imprese del settore». Se i cantieri sono chiusi, insomma, non si recluta forza lavoro e non si guadagna. In particolare, negli ultimi dieci anni, sottolineano dal Collegio dei Costruttori di Bologna, si sono persi quasi 6 mila lavoratori (negli anni d’oro erano almeno 12.000), registrato un calo del fatturato di circa il 40% e un abbattimento degli investimenti dei due terzi. «La paralisi delle grandi infrastrutture — prosegue Raggi — dipende dalla carenza di capacità decisionale da parte del sistema politico e dal continuo palleggiamento fra sistema locale e sistema nazionale, palleggiamento che il cambio di colore al governo può solo rallentare ulteriormente».
L’assessore regionale, però, non ci sta. «A queste accuse si deve rispondere con un linguaggio di verità — è la sottolineatura di Donini — Di fronte a un governo che blocca le opere, c’è una Regione che sblocca i cantieri. E questa è la verità». Questi i numeri che snocciola Donini. Primo: il nodo di Rastignano fermo da trent’anni. «Lo abbiamo cantierato — ricorda — e a fine dicembre 2018 inaugureremo la bretella del Dazio. La seconda tranche del primo lotto sarà invece inaugurata a giugno 2019». Quanto al secondo lotto, che l’Ance dice di non essere ancora stato messo a bando, Donini annuncia che, nell’ambito del Patto per Bologna, sono state reperite risorse per quasi 40 milioni e che i lavori partiranno subito dopo la fine di quelli per il primo lotto. Secondo: il nodo di Casalecchio. Sull’interramento stradale della Porrettana, che ha un valore di 160 milioni, si è già pronunciato il Cipe e il cantiere si aprirà entro il 2019. Terzo e ultimo: il Passante di Mezzo che da solo vale 750 milioni di euro. «Noi ci siamo e anche Ance e i Comuni — chiude l’assessore — Il governo non credo avrà veramente gli argomenti per mandare tutto all’aria».
” L’Ance La paralisi delle infrastruttu -re dipende dalla incapacità decisionale della politica e dal continuo palleggiarsi le decisioni col sistema nazionale
” La Regione Siamo come il Cepu In soli tre anni e mezzo siamo riusciti a sbloccare tutti i cantieri che il Governo aveva fermato