Lirica in piazza, Macciardi punta al cuore della città
Il sogno «possibile» del sovrintendente Macciardi: «L’opera deve arrivare nel cuore della città, anche se in forma di concerto». E poi: «Terrazza aperta d’autunno e attività nel foyer»
Il Comunale e la lirica in piazza Maggiore. È il sogno «possibile» del sovrintendente Macciardi che fa il punto sull’estate. E in inverno il teatro aprirà nuovi spazi.
L’Aida in piazza Maggiore. «Si può fare, o almeno ora si può pensare di farlo». Da un Teatro Comunale aperto anche d’estate, il sovrintendente Fulvio Macciardi rilancia. «Siamo contenti della nostra presenza nel cartellone estivo del Comune», confida. Ma l’obiettivo è arrivare al cuore della città con titoli d’opera, seppure in forma di concerto.
Piazza Verdi vi va stretta?
«È il palco adatto per quello che mettiamo in scena in questa estate: la danza di Monica Casadei, concerti sinfonici o uno spettacolo con attore, come sarà quello di Paolo Cevoli su Rossini».
Su quel palco, inoltre, non c’è solo il Teatro Comunale...
«È stato un accordo preciso con l’assessorato. Le iniziative su piazza Verdi sono pensate anche in funzione antidegrado, per cui è opportuno organizzare incontri, occasioni di dialogo senza attirare il grande pubblico».
I titoli del teatro, insomma, sono per grandi numeri?
«È in corso un programma estivo anche all’interno, nella Sala del Bibiena, malgrado il caldo. Il musical West Side Story della Bernstein School era sold out, con un pubblico molto giovane. Dal 27 al 30 luglio ci sarà il Gianni Schicchi
e ci aspettiamo la stessa risposta».
Un primo bilancio?
«Guardiamo alle performance in terrazza, al foyer aperto con il bar, agli spettacoli: tutto positivo. Ma stiamo ancora cercando un format definitivo per l’estate».
Cosa può essere cambiato?
«Pensiamo a un programma in piazza Maggiore. Già l’Orchestra c’è, tradizionalmente, insieme al Cinema Ritrovato, per musicare dal vivo film muti»
Ma si può fare di più?
«Opere liriche in forma di concerto, con i cantanti: Rigoletto, Nabucco o Aida. Mi rendo conto della mole dell’investimento, ma molte cose che prima erano nel libro dei sogni ora possano essere scritte nel libro dei progetti».
Tempo fa si pensava alle opere ai Giardini Margherita.
«Quello è proprio infattibile. Almeno una volta, invece, si potrebbe utilizzare lo stadio. Perché no?».
In ogni caso, servono sponsor...
«Certo ma se rendi certe iniziative strutturate, se proponi cose nuove, le aziende poi ti seguono. Sulla formazione, per esempio, su cui stiamo puntando, i privati ci sostengono molto».
Ha già qualche progetto anche per l’inverno?
«Potremmo tenere aperta la terrazza d’autunno, creando un ingresso autonomo, per aperitivi, incontri e, su prenotazione, live dinner in coda agli spettacoli».
Il foyer rimarrà aperto?
«Se il foyer è aperto e basta, solo con il bar, non ne vale la pena. Da settembre avremo la gestione diretta del Manzoni e trasferiremo lì le prove. I due foyer che si liberano potranno ospitare presentazioni di libri, convegni, concerti».
A fine anno scade il contratto del direttore musicale Michele Mariotti: il suo nome è stato una grande attrattiva. Chi sarà il suo successore?
«Mariotti è cresciuto tanto, e in fretta, insieme al teatro. Quando Tutino lo nominò, dieci anni fa, era a inizio carriera, ma ora non credo di poter affidarmi a un giovane».
Teme di non avere la stessa fortuna?
«Un teatro deve cambiare. Ora penso a un direttore di esperienza, con un appeal internazionale. Mariotti, inoltre, ha attirato grandi registi e cantanti del belcanto, adesso mi piacerebbe affrontare un repertorio tra Bruckner, Wagner, Strauss e il Novecento. Anche per far crescere ulteriormente l’Orchestra».
Si è dato un termine per la nomina?
«Entro il primo semestre del 2019: il nuovo direttore deve poter lavorare sulla programmazione del 2020».
” Il nuovo direttore musicale? Non penso a un giovane ma a uno di esperienza
Gli sponsor servono, ma se rendi certe iniziative strutturate le aziende ti seguono