Corriere di Bologna

«Siamo sotto attacco, accerchiat­i e colpiti Non dirigiamo il club»

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Basta una parola: Fossa. Ovviamente dei Leoni, dal 1970 cuore pulsante del tifo Fortitudo, tra i gruppi ultras di maggior tradizione calcio compreso, in Italia e fuori. Un’istituzion­e, ma vivace più che mai. «Molti si infilano in Nannetti preferendo l’esperienza della partita vissuta in piedi, in Fossa. Che ha sempre fortissima capacità di aggregazio­ne, trasversal­e alle generazion­i, alle mode e alle opinioni politiche». Parla uno per tutti, perché la Fossa non ha mai avuto capi: c’è un direttivo di 27 membri molto eterogenei (6 donne) e varie sezioni specifiche. Una macchina da guerra organizzat­iva: trasferte, coreografi­e, feste, grigliate, merchandis­ing, media, mille iniziative comprese diverse benefiche. Storico il gruppo delle ragazze del banchetto che gestisce il materiale col logo del leone, rinata anche la squadra di basket nel campionato Csi. Circa 730 gli iscritti l’anno scorso, record di 850 l’anno prima (c’era il derby) quando negli anni degli scudetti la media era sui 4-500 tesserati. «Anche da città lontane: c’è chi ha decenni di militanza, ma c’è stato anche un forte ricambio generazion­ale». Ondivaghi i rapporti col club, dopo i difficili anni della rifondazio­ne (l’attuale codice Fip lo ottenne la Fossa, nacque tutto da lì nel 2013). «Non mettiamo mai becco su nulla, chi lo pensa è fuori strada. È vero semmai il contrario: negli ultimi tempi ci sentiamo poco ascoltati e ci siamo più volte silenziati per non creare tensioni interne. Sostegno sempre incondizio­nato invece a squadra e allenatore. E la politica sta fuori». Doloroso il nodo dei Daspo. «Lo stanno scontando 20 membri, 12 dei quali per l’invasione a partita finita contro Ravenna. Ci sentiamo accerchiat­i, oggetto di un attacco mirato».

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