Corriere di Bologna

«Non facciamo gli ultrà Animiamo la curva perché siamo giovani»

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Dal Gruppo Vincere, nome originario del 1996, al Vecchio Stile, denominazi­one da cui il gruppo è ripartito nel 2003: «Eravamo quelli della polo gialla, poi diventata arancione ma dopo la radiazione del 2003 chiudemmo la pezza, perché era finita un’era. Nel decennio con Sabatini molti di noi non si abbonarono e il rapporto fu molto complicato. La curiosità è che abbiamo girato tutto il palazzo a Casalecchi­o». Al PalaDozza ora il Vecchio Stile condivide la curva con i Forever, formando un settore compatto e di impatto notevole. Ne guadagna la Virtus: «Loro sono più attenti di noi alla mentalità ultras, a noi quel discorso non interessa perché siamo un gruppo di tifo organizzat­o. Ci siamo confrontat­i e da parte nostra c’è rispetto verso chi ha portato avanti la curva per oltre vent’anni». Il Vecchio Stile intanto si gode numeri in continua crescita e un ricambio generazion­ale importante: «È fondamenta­le anche perché chi ha fondato il gruppo inizia ad avere una certa età. Dai 160-170 elementi con cui avevamo iniziato la A2 siamo arrivati ai 1.300 biglietti per la finale-promozione: ora abbiamo circa 600 abbonati, con 300 under 30 di cui 160 under 21. E anche una sezione Ladies con 15 ragazze. Il PalaDozza è una svolta, la sentiamo casa nostra». In più, hanno aiutato le iniziative collateral­i: la maglia nera con la V diventata un simbolo nel playoff di A2, il noleggio del treno per la Final Eight di Firenze per far rivivere il 1990. Inoltre il Vecchio Stile ha una app con quasi 5.000 download. Niente politica («ognuno ha le sue idee, ma dentro al palazzo si pensa solo al basket»), un buon rapporto con il club e a palazzo un unico diktat: «Nessuno di noi sta seduto».

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