L’Emilia a Roma «Non fermate lo sviluppo»
Il documento degli attori del Patto per il lavoro Il governo: «Faremo solo le opere utili»
«Non fermate le infrastrutture». Il sistema Emilia (Regione, enti locali, sindacati, imprese, associazioni e università) chiede al governo di portare a termine le opere previste da 3,5 miliardi.
Replica del governo: «Faremo solo quelle utili».
All’inizio, a protestare duramente contro il possibile blocco delle grandi opere progettate e finanziate in Emilia sono state la Regione, gli enti locali e soprattutto il leader degli industriali emiliano-romagnoli, Pietro Ferrari. Ma ora la protesta sale di livello e coinvolge l’intero sistema Emilia perché ieri il Patto per il lavoro, la cabina di regia che, oltre a imprese, Regione ed enti locali, coinvolge anche i sindacati, tutte le associazioni di categoria e le Università, ha firmato un documento per chiedere al governo di non fermare tutto. Il testo entra nel dettaglio con le cifre relative a ognuna delle opere già approvate. «Le infrastrutture — si scrive nel documento — sono un fattore irrinunciabile per rafforzare lo sviluppo sostenibile del territorio, completando quelle avviate e sbloccando quelle programmate a partire dalle più rilevanti: l’autostrada Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo e il Passante autostradale di Bologna».
Si sapeva che i Cinque Stelle avevano riserve su quasi tutte le opere in cantiere e si sapeva che la Lega è contraria a livello locale al Passante autostradale, ma a far capire alle istituzioni locali che si rischiava davvero lo stop è stato il mese scorso il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco, che in un’intervista al Corriere di Bologna aveva confermato che la volontà politica era quella di riconsiderare la possibilità di realizzare sia il Passante di Mezzo che la Campogalliano-Sassuolo. Ieri, informato sul documento del Patto per il lavoro, è stato sempre Dell’Orco a rispondere per conto del governo gialloverde. «Stiamo studiando tutti i dossier e ci vuole del tempo, non facciamo più come una volta quando si tirava una riga su un foglio bianco e si decideva che si doveva fare un’opera. Vogliamo approfondire i costi e i benefici — ha ribadito il sottosegretario — con in mano i dati trasportistici di ogni opera e si faranno solo quelle utili». In particolare sul Passante di Mezzo «abbiamo proposto l’alternativa della banalizzazione e stiamo facendo uno studio che sarà terminato tra non molto».
A questo punto, con l’estate di mezzo, l’orizzonte in cui riprendere tutte le partite aperte è quello di settembre e non a caso la conferenza dei servizi per il Passante è stata convocata per il 13 di quel mese. Di sicuro nelle prossime settimane l’assessore regionale alla Mobilità Raffaele Donini e il presidente della Regione Stefano Bonaccini useranno tutte le leve possibili per convincere il ministro Danilo Toninelli a non bloccare le ope220 re. I soldi in ballo sono veramente tanti. La Cispadana da sola vale circa 1,3 miliardi, il Passante di Bologna 750 milioni e la Campogalliano-Sassuolo 506 milioni. A queste si aggiungono altre opere complementari ma di grande impatto come il secondo lotto del nodo di Rastignano (31 milioni), il completamento del servizio ferroviario metropolitano per il quale dopo anni di ritardi sono stati destinati 332 milioni. Ma la lista è lunghissima e comprende anche il nodo di Casalecchio (a cui sono stati destinati 220 milioni di euro) e il porto di Ravenna per il quale ci sono milioni, la quarta corsia dell’A14 per cui ci sono 360 milioni e la complanare Nord di Bologna con 37 milioni stanziati.
Complessivamente si può dire che, approssimando per difetto, la partita delle opere dell’Emilia vale qualcosa come 3,5 miliardi. Il documento firmato ieri è naturalmente una mossa politica per provare a sbloccare la situazione, ma è anche un modo per fare chiarezza nei confronti di imprese, associazioni di categoria, sindacati e pubblica opinione: i soldi ci sono, le opere che si aspettavano da decenni sono state sbloccate. Se non partiranno la colpa non è della Regione Emilia-Romagna, ma del nuovo governo. L’estate servirà a prendere ancora un po’ di tempo, poi a settembre bisognerà fare delle scelte.