«Ma adesso più agenti per le nostre periferie»
L’assessore Aitini si smarca: quella circolare era una nostra richiesta
Il Comune di Bologna si smarca dall’allarme dei sindaci del territorio e pensa che la circolare firmata dal capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, vada nella direzione giusta. Al tempo stesso, per bocca dell’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini, avanza con forza una richiesta al nuovo prefetto Patrizia Impresa: servono più uomini delle forze dell’ordine nelle periferie della città.
La nuova circolare del Viminale sulle direttive antiterrorismo lascia mano libera ai Comuni per decidere se autorizzare direttamente o chiedere l’ausilio della Prefettura sulle manifestazioni. I sindaci dei Comuni più piccoli si sentono abbandonati e parlano di scaricabarile. Che ne pensa Palazzo d’Accursio?
«Secondo noi — spiega l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini — la circolare di Matteo Piantedosi va invece nella direzione giusta perché lascia mano libera ai sindaci, in fondo era una nostra richiesta».
Avrete meno burocrazia da sbrigare per l’organizzazione degli eventi?
«Sì, è una direttiva che semplifica enormemente le procedure. Basti pensare che supera le precedenti quattro direttive che c’erano sul tema. La direttiva è stata firmata dal nostro ex prefetto Matteo Piantedosi e mi sembra una scelta intelligente, anche perché non viene superato il coordinamento con la Prefettura e la Questura».
Come funzionerà concretamente l’organizzazione di una manifestazione a rischio?
«Per i grandi eventi rimarrà sempre obbligatorio un passaggio dal comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, mentre per gli eventi più piccoli si adotterà una procedura più semplificata che ci risparmierà una serie di passaggi che negli ultimi tempi ci avevano spinti ad annullare alcune iniziative».
Mi fa qualche esempio di iniziative che erano saltate?
«La festa della zuppa a San Donato è stato cancellata quest’anno perché le prescrizioni erano troppe, ora torneremo a farla».
Nella direttiva non ci sono limiti, anche se storicamente le manifestazioni che prevedono più di diecimila presenze passano comunque in Prefettura. La Festa provinciale dell’Unità ricadrà nelle iniziative che passano da Palazzo Caprara?
«Secondo noi sì, anche se quest’anno verrà ospitata in Fiera a Bologna e l’ambiente è già molto più protetto. L’anno scorso al Parco Nord avevamo dovuto montare i new jersey per esigenze di sicurezza».
E per le Feste dell’Unità di quartiere come intendete regolarvi?
«Quelle secondo noi rientrano nel caso di manifestazioni su cui decidono i sindaci, sia quelle di quartiere che quelle dei Comuni della provincia. Anche per le feste di strada bisogna distinguere. Faccio un esempio: se c’è una festa in pieno centro a Bologna è un conto, se si fa una festa in un paesino della provincia un altro. Se organizziamo la notte viola al Borgo-Reno e sappiamo che ci vanno 15-20 mila persone dobbiamo porci il problema della sicurezza, così come se c’è un concerto de Lo Stato sociale in piazza Maggiore».
Come si può venire incontro all’allarme lanciato dai sindaci dei piccoli Comuni che non se la sentono di farsi carico della responsabilità di decidere se una manifestazione è a rischio terrorismo oppure no?
«Una strada può essere quella di arrivare a firmare con la Questura e con la Prefettura un protocollo d’intesa che stabilisca una griglia più precisa su quali siano le manifestazioni delicate e a rischio sicurezza e quali le altre. In questo modo sono convinto che i sindaci si sentiranno più tutelati».
Lei ha già incontrato il nuovo prefetto di Bologna, Patrizia Impresa: gli ha già avanzato questa richiesta sul recepimento della nuova direttiva antiterrorismo?
«No, perché l’ho vista qualche ora prima che uscisse la circolare firmata da Piantedosi».
Vi ha confermato che agirà in continuità con le scelte del precedente prefetto come ha spiegato in conferenza stampa nel giorno del suo insediamento?
«Sì, questa è l’intenzione che ci ha confermato».
Voi avete chiesto qualcosa di specifico?
«Abbiamo chiesto di continuare l’azione di contrasto, soprattutto allo spaccio, e abbiamo anche chiesto al nuovo prefetto un potenziamento delle forze dell’ordine in periferia».
Al nuovo prefetto abbiamo chiesto più forze dell’ordine
Con le nuove regole potremo rilanciare feste che erano saltate