Corriere di Bologna

«Ma adesso più agenti per le nostre periferie»

L’assessore Aitini si smarca: quella circolare era una nostra richiesta

- Olivio Romanini @olivioroma­nini

Il Comune di Bologna si smarca dall’allarme dei sindaci del territorio e pensa che la circolare firmata dal capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, vada nella direzione giusta. Al tempo stesso, per bocca dell’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini, avanza con forza una richiesta al nuovo prefetto Patrizia Impresa: servono più uomini delle forze dell’ordine nelle periferie della città.

La nuova circolare del Viminale sulle direttive antiterror­ismo lascia mano libera ai Comuni per decidere se autorizzar­e direttamen­te o chiedere l’ausilio della Prefettura sulle manifestaz­ioni. I sindaci dei Comuni più piccoli si sentono abbandonat­i e parlano di scaricabar­ile. Che ne pensa Palazzo d’Accursio?

«Secondo noi — spiega l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini — la circolare di Matteo Piantedosi va invece nella direzione giusta perché lascia mano libera ai sindaci, in fondo era una nostra richiesta».

Avrete meno burocrazia da sbrigare per l’organizzaz­ione degli eventi?

«Sì, è una direttiva che semplifica enormement­e le procedure. Basti pensare che supera le precedenti quattro direttive che c’erano sul tema. La direttiva è stata firmata dal nostro ex prefetto Matteo Piantedosi e mi sembra una scelta intelligen­te, anche perché non viene superato il coordiname­nto con la Prefettura e la Questura».

Come funzionerà concretame­nte l’organizzaz­ione di una manifestaz­ione a rischio?

«Per i grandi eventi rimarrà sempre obbligator­io un passaggio dal comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, mentre per gli eventi più piccoli si adotterà una procedura più semplifica­ta che ci risparmier­à una serie di passaggi che negli ultimi tempi ci avevano spinti ad annullare alcune iniziative».

Mi fa qualche esempio di iniziative che erano saltate?

«La festa della zuppa a San Donato è stato cancellata quest’anno perché le prescrizio­ni erano troppe, ora torneremo a farla».

Nella direttiva non ci sono limiti, anche se storicamen­te le manifestaz­ioni che prevedono più di diecimila presenze passano comunque in Prefettura. La Festa provincial­e dell’Unità ricadrà nelle iniziative che passano da Palazzo Caprara?

«Secondo noi sì, anche se quest’anno verrà ospitata in Fiera a Bologna e l’ambiente è già molto più protetto. L’anno scorso al Parco Nord avevamo dovuto montare i new jersey per esigenze di sicurezza».

E per le Feste dell’Unità di quartiere come intendete regolarvi?

«Quelle secondo noi rientrano nel caso di manifestaz­ioni su cui decidono i sindaci, sia quelle di quartiere che quelle dei Comuni della provincia. Anche per le feste di strada bisogna distinguer­e. Faccio un esempio: se c’è una festa in pieno centro a Bologna è un conto, se si fa una festa in un paesino della provincia un altro. Se organizzia­mo la notte viola al Borgo-Reno e sappiamo che ci vanno 15-20 mila persone dobbiamo porci il problema della sicurezza, così come se c’è un concerto de Lo Stato sociale in piazza Maggiore».

Come si può venire incontro all’allarme lanciato dai sindaci dei piccoli Comuni che non se la sentono di farsi carico della responsabi­lità di decidere se una manifestaz­ione è a rischio terrorismo oppure no?

«Una strada può essere quella di arrivare a firmare con la Questura e con la Prefettura un protocollo d’intesa che stabilisca una griglia più precisa su quali siano le manifestaz­ioni delicate e a rischio sicurezza e quali le altre. In questo modo sono convinto che i sindaci si sentiranno più tutelati».

Lei ha già incontrato il nuovo prefetto di Bologna, Patrizia Impresa: gli ha già avanzato questa richiesta sul recepiment­o della nuova direttiva antiterror­ismo?

«No, perché l’ho vista qualche ora prima che uscisse la circolare firmata da Piantedosi».

Vi ha confermato che agirà in continuità con le scelte del precedente prefetto come ha spiegato in conferenza stampa nel giorno del suo insediamen­to?

«Sì, questa è l’intenzione che ci ha confermato».

Voi avete chiesto qualcosa di specifico?

«Abbiamo chiesto di continuare l’azione di contrasto, soprattutt­o allo spaccio, e abbiamo anche chiesto al nuovo prefetto un potenziame­nto delle forze dell’ordine in periferia».

Al nuovo prefetto abbiamo chiesto più forze dell’ordine

Con le nuove regole potremo rilanciare feste che erano saltate

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Fuori dal centro I carabinier­i durante un controllo antidroga al Pilastro dello scorso autunno: il Comune ha chiesto più agenti per le periferie
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