Chef al Massimo, la decima edizione è a Fico
Zivieri: «Amiamo le novità e il parco è comodo». Il 2 settembre attese 2.500 persone
Il ricordo è immutabile. Come l’affetto. Le edizioni che si sono avvicendate invece sono sempre diverse. Ecco perché quest’anno la decima edizione di Chef al Massimo, la rassegna organizzata da Macelleria Zivieri nata per tentare di colmare il vuoto per la scomparsa prematura di Massimo Zivieri, si svolgerà a Fico. Sebbene la giornata sia il 2 settembre, a due settimane appena dall’apertura delle iscrizioni si sono già prenotate un quasi 85 per cento di persone. Che dire: affrettarsi è meglio (ci si iscrive sul sito www.chefalmassimo.it). Per Aldo Zivieri, fratello di Massimo, questa è l’ennesima sfida. Anzi: una doppia sfida. Dopo avere lasciato la storica macelleria di Monzuno e avere spostato la manifestazione a Sasso Marconi già nel 2017, il fatto di tenere un’edizione importante come la decima nel parco alimentare, dove la famiglia Zivieri è presente con lo spazio Teatro alla carne (aggiungendosi alla macelleria di Zola Predosa e a RoMAnzo al Mercato di Mezzo di Bologna), se da un lato, spiega, «è legato alla novità e alla comodità», dall’altro «è per rispondere alle tante critiche negative su Fico, che in realtà ha tantissimi pregi». Certo, il prato vero non c’è, «ma vuoi mettere se piove? A Fico le 2500 persone che arriveranno saranno tutte coperte». Le normative sempre più stringenti in materia do sicurezza e i costi sempre più esorbitanti hanno fatto il resto.
E tutto è pronto. «A Fico – sempre Aldo Zivieri –saranno presenti 33 tra cuochi e pasticceri (25 solo i cuochi), 22 aziende vinicole e avremo 30 quintali di carne di ogni tipo e taglio. Tutto secondo rigide regole sanitarie, ovvio, che è poi la nostra filosofia aziendale. A noi piace l’idea che un ampio numero di persone possa venire a conoscerci, dal gourmet appassionato agli amici e comunque il fine ultimo di ogni edizione, anche se il programma cambia e amiamo le novità, è uno solo: ricordare Massimo con l’affetto di sempre. Perché anche se festa non si può chiamare, questa è una manifestazione che unisce i sentimenti delle persone nello spirito che sarebbe piaciuto a Massimo: tenere alta la tradizione con l’apertura alle innovazioni». I menù sono 5, suddivisi per colori (bianco, giallo, bordeaux, verde, blu), accompagnati dai rispettivi calici. Più, dessert. Si sceglie all’atto dell’iscrizione. Il costo è 35 euro. E il gadget finale non manca mai. Come il concerto di Fio Zanotti.