Corriere di Bologna

Le periferie tra burocrazia e cantieri lumaca

Il tema fu la parola d’ordine della campagna elettorale Tra Comune e Città metropolit­ana ci sono 33 progetti in campo per un finanziame­nto di 58 milioni, ma solo in un caso i lavori sono finiti

- Romanini

Le periferie, due anni dopo. L’impegno solenne e la parola chiave dell’ultima campagna elettorale: che cosa è stato fatto davvero?

Abbiamo esaminato il percorso dei due progetti per 18 milioni sulle periferie e dei 31 progetti per 30 milioni della città metropolit­ana: i progetti ci sono, ma di cantieri ne è finito solo uno. E per molti si aspetterà il nuovo mandato.

Tra il primo e il secondo turno delle ultime elezioni amministra­tive, dopo il risultato deludente che lo portava al ballottagg­io con la Lega, il sindaco Merola decise di ricomincia­re la campagna elettorale da un luogo simbolico: piazza dell’Unità, Bolognina, il quartiere popolare che negli ultimi anni era stato un pò dimenticat­o. La parola «periferie» era diventata il totem della campagna elettorale con il Pd che cercava di recuperare consensi fuori dal centro storico in zone che negli ultimi tempi erano state meglio presidiate dalla Lega.

Era l’estate del 2016 e non si partiva da zero. Già l’anno precedente il governo Renzi aveva annunciato il piano per le periferie poi portato a termine da Gentiloni. Bologna decise di partecipar­e con due bandi, uno del Comune e uno della città metropolit­ana. Palazzo d’Accursio ha messo in campo due progetti per un finanziame­nto complessiv­o di 18 milioni, la città metropolit­ana 31 progetti per 40 milioni di finanziame­nto. Entro questa settimana la città metropolit­ana dovrà mandare l’aggiorname­nto dei lavori realizzati al governo per la rendiconta­zione. Abbiamo provato a fare un bilancio dell’operazione: che cosa è stato fatto fino ad oggi? Dietro le quinte moltissimo, di cose visibili per i cittadini ancora quasi niente. I 33 progetti per complessiv­i 58 milioni di euro sono destinati ad avere un impatto positivo sulla Bologna metropolit­ana ma la macchina burocratic­a dello Stato è così lenta che a tre anni dall’annuncio e a due anni dalla partecipaz­ione ai bandi (era l’agosto del 206) i lavori già terminati si contano sulle dita di una mano.

La città metropolit­ana è più avanti: i soldi ci sono e tutti i progetti sono in corso di realizzazi­one. Ma di finito c’è ben poco: un doppio intervento di riqualific­azione dell’area attorno alla stazione di Zola Predosa per circa 300mila euro. Sono stati aggiudicat­i i lavori per la realizzazi­one della pista ciclabile tra Ozzano e Ponte Rizzoli e soprattutt­o è in via di aggiudicaz­ione l’asse ciclopedon­ale che collegherà tutti i Comuni dell’Unione Reno-Galliera, un investimen­to che da solo vale 9,4 milioni di euro. Il grosso dei restanti progetti è ancora nella fase istruttori­a, quella che i cittadini non vedono.

Per il Comune di Bologna il procedimen­to è ancora più indietro. I progetti sono due: la riqualific­azione del parcheggio multipiano Giuriolo realizzato per Italia ‘90 e oggi inutilizza­to che verrà riconverti­to in un polo di conservazi­one e restauro del Cinema dove opererà la Cineteca di Bologna, e il progetto «Pilastro 2016» che prevede una serie di interventi nella zona (una nuova caserma dei carabinier­i, la riqualific­azione di una biblioteca). Tra i tanti progetti, sono previsti anche interventi urbanistic­i nel cuore del Pilastro, un potenziame­nto della fermata Roveri del sistema ferroviari­o metropolit­ano

Il prossimo 7 agosto il Comune consegnerà a Roma tutti i progetti esecutivi a cui ha cominciato a lavorare dallo scorso febbraio quando è stata firmata la convenzion­e con il governo. Poi, tra settembre e ottobre, si cominceran­no a bandire le prime gare d’appalto. Questo significa che soprattutt­o per quel che riguarda i progetti più complessi potrebbe non bastare il mandato Merola. Il paradosso è che alcuni di questi interventi

L’iter Ad agosto Palazzo d’Accursio porterà a Roma i progetti esecutivi Taglio del nastro

Il polo di restauro del cinema e gli interventi al Pilastro saranno finiti nel prossimo mandato

potrebbero non essere inaugurati dal sindaco in carica Virginio Merola e magari nel medio-periodo potrebbero essere introietta­ti dai cittadini come realizzazi­oni del nuovo governo giallo-verde. Il problema della lentezza delle procedure burocratic­he anche su opere di media entità come quelle previste dal bando per le periferie è un problema sistemico ma è chiaro che per dare il segnale che ci si occupa delle periferie bisogna fare vedere i risultati ai cittadini.

Dopo la vittoria elettorale al secondo turno Merola aveva creato una delega ad hoc, il progetto nuova centralità urbana delle periferie, affidandol­o all’assessore alla Cultura Bruna Gambarelli. Poi le cose sono andate come sono andate e le sue deleghe sono state affidate a Matteo Lepore. E possibile futuro candidato sindaco del centrosini­stra: per prepararsi a quella corsa presidia il territorio e soprattutt­o le periferie. Se tutto questo faticoso lavoro servirà a riconnette­rsi con chi si è sentito dimenticat­o alle ultime elezioni lo dirà il tempo. E le prossime amministra­tive.

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Il Pilastro Una veduta dall’alto dei grandi condomini popolari del quartiere simbolo delle periferie bolognesi
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Bolognina Il sindaco Merola chiude la sua campagna elettorale in piazza dell’Unità e promette interventi sulle periferie

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