«La Bolognina è cool Il problema è lo spaccio»
Ara: «Ma ci sono ancora problemi Il più grave? Lo spaccio di droga»
A gennaio del 2016 in Bolognina, dopo l’ennesima spaccata ad una vetrina, si decise di mandare l’esercito: il quartiere era sulle prime pagine di tutti i giornali come luogo simbolo di degrado, spaccio e microcriminalità. Due anni e mezzo dopo il presidente del quartiere Daniele Ara, prova a fare un bilancio. Di sicuro, qualcosa è cambiato.
Intanto non siete più sui giornali e questa sembra già essere una buona notizia. Cosa è cambiato da quei giorni burrascosi?
«La Bolognina — spiega il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara — è diventato un luogo cool che attira giovani e coppie di ceto medio alto perché faticosamente si sta completando in questa zona il passaggio tra l’economia della fabbrica e quella della conoscenza: è diventato un luogo interessante che attira nuove imprese e nuovi residenti».
Addirittura: cosa è successo?
«Molti dei problemi del passato derivavano dalla presenza di fabbriche e capannoni industriali dismessi che diventavano zone di spaccio o di prostituzione. Adesso grazie agli accordi con i privati la zona tra via della Liberazione e via Donato Creti è stata completamente ristrutturata».
Le ex Minganti però sono in grave crisi.
«Ho incontrato la proprietà: hanno deciso di investire dieci milioni di euro per rilanciare la struttura e stanno arrivando nuovi imprese ad occupare lo stabilimento: ci sarà ad esempio una catena di supermercati tedeschi. Hanno deciso di rilanciare l’investimento perché la zona è interessante nonostante le cose non siano andate bene».
Cos’altro?
«Il mercato Albani è stato rilanciato e ad agosto avrò un incontro importante per l’apertura dell’hotel per studenti all’ex Telecom. E finalmente si stanno sbloccando i lavori al Tecnopolo: per molto tempo su questo progetto siamo stati uomini soli nella nebbia e ora finalmente ci siamo. La Bolognina sta cambiando, aprono negozi, nuove attività e arrivano i turisti che vedono una città più autentica».
Sembra un posto che non ha più problemi.
«Per carità, ci sono ancora tante cose da risolvere. Lo spaccio ad esempio non accenna a calare, così come non diminuisce il consumo delle droghe».
L’assessore comunale alla Sicurezza, Alberto Aitini ha appena chiesto al prefetto nuove forze dell’ordine in zona.
«Ne avremmo bisogno perché la trasformazione urbanistica e sociale che sta conoscendo la Bolognina va accompagnata con un rafforzamento del presidio delle forze dell’ordine. Io posso farmi in quattro per fare attività culturali ma se uno spaccia la droga ci vuole la polizia. Le riqualificazioni e la socialità urbana sono dei potenti anticorpi ma non bisogna mai abbassare la guardia, soprattutto sul fronte della sicurezza».
Ai tempi dell’emergenza Bolognina erano stati annunciati investimenti soprattutto sull’illuminazione. Sono arrivati?
«Sì le promesse sono state mantenute».
Cos’altro non va ancora nel suo quartiere?
«C’è un problema sulla gestione dei rifiuti e per questo vogliamo avviare una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione in più lingue su come si smaltiscono i rifiuti».
I cittadini stranieri non sanno smaltire i rifiuti?
«Noi siamo fieramente un quartiere multietnico ma spesso ci sono dei problemi di disordine urbano, il cestino dei rifiuti troppo pieno, il motorino abbandonato in un parco e così via: sono queste piccole situazioni che danno sempre l’idea che ci sia qualcosa che non va. Serve a tutti una maggiore consapevolezza e coinvolgere chi viene da altri Paesi in questa iniziativa ci consentirà di coinvolgerli ulteriormente».
Ritiene che i cambiamenti possano essere strutturali?
«Sì, speriamo che le cose vadano avanti così perché basta un attimo per tornare a dare alla Bolognina lo stereotipo del luogo con problemi di degrado e sicurezza».
” Stranieri Faremo una campagna di informazione in più lingue su come smaltire bene i rifiuti