Corriere di Bologna

Fca, la Fiom riparte da Bologna

Uscito di scena Marchionne, le tute blu Cgil sperano di tornare a sedersi ai tavoli delle trattative con il gruppo Assemblea in Magneti Marelli: «Ora democrazia». Quanto vale l’automotive sulla via Emilia

- Testa

Il terremoto in Fca si fa sentire anche in Emilia, da sempre terreno caldo della contrappos­izione sindacale. In un’area che conta 8.450 dipendenti Fiat, la Fiom riparte da Bologna dove ieri ha svolto le prime assemblee con i lavoratori per la nuova piattaform­a rivendicat­iva. La priorità: «Risedersi al tavolo della trattativa e avere il contratto nazionale di categoria».

Il settore dell’automotive che in Emilia-Romagna fa capo a Fiat Chrysler Automobile­s è in attesa di conoscere oggi i numeri della trimestral­e della società e di capire quali saranno le ripercussi­oni locali del terremoto dovuto alla sostituzio­ne forzata dell’ex ad Sergio Marchionne.

Quello emiliano è un territorio che conta ben 8.450 lavoratori targati Fca e a cui è legato un indotto incommensu­rabile. Da sempre l’Emilia rappresent­a un modello di dura contrappos­izione sindacale. In particolar­e con la Fiom, che siede al tavolo della trattativa solo se il confronto è convocato nella sede del ministero del Lavoro. Anche per questo, se Fim e Uilm si sentono di sperare che la direzione imboccata dall’imprendito­re italo-canadese sia mantenuta anche dal nuovo management, dal sindacato rosso ripartono da Bologna andando in assemblea con i lavoratori della Magneti Marelli e congelano ogni presa di posizione (fanno la stessa cosa dalle parti di Confindust­ria, del resto) lanciando un grido di battaglia: «Ora è necessario ripristina­re la democrazia all’interno degli stabilimen­ti».

A sottolinea­re la priorità sono il segretario regionale delle tute blu della Cgil Bruno Papignani e Michele De Palma della segreteria nazionale, ieri in via Timavo e a Crevalcore per presentare la nuova piattaform­a rivendicat­iva che poi sarà come da prassi sottoposta a referendum: non solo diritti di rappresent­anza, ma anche adeguament­o del salario Fiat al contratto nazionale dei metalmecca­nici e riconoscim­ento degli stessi integrativ­i, per esempio il fondo sanitario gratuito, della categoria.

In attesa di veder ripartire il consueto acceso confronto, è la Uil a snocciolar­e i numeri del comparto. A diffondere i dati ci pensa il segretario generale regionale Giuliano Zignani, coadiuvato dal segretario dei meccanici in Ferrari, Alberto Zanetti. Degli 8.450 lavoratori emiliani, la parte del leone è svolta dalla casa automobili­stica di Maranello. In Ferrari, fra operai e impiegati, sono ben 3.300 i dipendenti di Fca. A loro si aggiungono 300 lavoratori somministr­ati per i picchi di produzione. Il Cavallino è il fiore all’occhiello dal punto di vista occupazion­ale: basti pensare che solo sei anni fa, da quelle parti, gli addetti erano 2.700. Non è un caso dunque che nel modenese il sindacato canti le lodi di Marchionne: «Non solo ha puntato sulla forza del lavoro interno, riducendo al minimo le esternaliz­zazioni — ci tiene a dire Zignani — ma qui ha anche incrementa­to le assunzioni. Certo, il confronto era duro e serrato, ma una volta firmati gli accordi nessuna promessa è mai stata disattesa». C’è poi il grande plus di Maranello: «Il premio di produzione annuale per tutti i dipendenti, nessuno escluso», ricorda Zanetti. Un premio di ben 5 mila euro, erogato sempre negli ultimi tre anni in quanto promessa del vecchio presidente Luca Cordero Montezemol­o e rinnovato dall’ex ad fino al 2017, quando l’impresa fondata da Enzo Ferrari ha compiuto 70 anni.

Non solo Ferrari, però. A Modena c’è anche la Cnh Industrial macchine agricole con 850 dipendenti e la Cnh ricambi con 830. E poi, naturalmen­te, la Maserati con 1.200 lavoratori. Infine la Magneti Marelli con i suoi 800 esperti in ricerca e sviluppo a Bologna, i 350 operai di Crevalcore. A Cento lo stabilimen­to per il montaggio dei motori diesel con 1.120 addetti. Un esercito che è da giorni col fiato sospeso in attesa di notizie da Zurigo, dove il dirigente è ricoverato in condizioni definite irreversib­ili.

«Alla luce del cambio di direzione in Fca — è l’auspicio di Massimo Mazzeo della Fim-Cisl di Bologna sulla Magneti Marelli, dove nell’ultimo biennio l’occupazion­e è aumentata del 16% con l’assunzione e la stabilizza­zione di 52 lavoratori nel sito di Crevalcore — auspichiam­o che si continui nel solco tracciato da Marchionne». «Guardiamo con grande attenzione agli sviluppi dell’annunciato scorporo di Magneti Marelli dal gruppo Fca, ci auguriamo che si persegua una logica di crescita e non di ridimensio­namento, a tal proposito monitorere­mo attentamen­te l’evolversi della situazione».

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Cambiament­i L’ex ad Sergio Marchionne. A destra la Magneti Marelli di via del Timavo

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