PURA PASSIONE LETIZIA BATTAGLIA
Piazza Maggiore Stasera la grande fotografa sarà sul palco della Cineteca assieme al regista Franco Maresco per i presentare il documentario a lei dedicato: un viaggio tra Palermo e temi come la malattia mentale, la vita e la morte, l’amore e la vecchiaia
«La realtà l’ho conosciuta fotografandola, quando ho cominciato a riprenderla con la macchina da presa, come in Blow-Up, che proprio in questo senso credo sia il mio film più autobiografico».
Le parole di Michelangelo Antonioni restituiscono l’importanza che il regista ferrarese attribuiva al suo film inglese del 1966, Blow-Up, vincitore a Cannes e riproposto in Piazza Maggiore nella versione restaurata con la supervisione di uno dei nostri migliori direttori della fotografia, Luca Bigazzi.
Una serata interamente dedicata alla fotografia e alla sua capacità di far scoprire ciò che non si riesce a scorgere a occhio nudo. Protagonista di Blow-Up, termine che indica la tecnica dell’ingrandimento, è infatti un giovane fotografo nella Londra anni 60, che si ritrova fra le mani alcune foto i cui ingrandimenti gli fanno scoprire un corpo senza vita. Blow-Up ha la struttura di un film giallo ma la ricerca del protagonista si fermerà davanti a una partita a tennis virtuale e senza palline, in cui i contorni reali sfumeranno del tutto. Le cose che vediamo con gli occhi sono davvero tutta la realtà, oppure quest’ultima è così più insondabile rispetto a ciò che rimane impresso, allora nell’obiettivo fotografico e oggi in uno smartphone?
Tratto dal racconto La bava del diavolo di Cortázar, BlowUp, sceneggiatura di Antonioni e Tonino Guerra e musiche di Herbie Hancock, è un film ricco di simbolismi, manifesto della Swinging London anni 60.
A precedere il capolavoro di Antonioni, alle 21,45, sarà un altro omaggio alla fotografia. Con la proiezione del documentario che Franco Maresco ha dedicato alla grande fotografa, sua concittadina, Letizia Battaglia, e alla sua Pentax K1000, sempre al collo per cogliere orrori e speranze di Palermo. Entrambi saranno sul palco di Piazza Maggiore per introdurre i 30 minuti de La mia Battaglia, realizzato nel 2016 per ripercorrere i trent’anni in cui la Battaglia, classe 1935, ha raccontato la sua città, a partire dai celebri reportage per il quotidiano L’Ora.
Ma la fotografia, secondo la Battaglia, non può modificare il mondo: «Né la mia fotografia, né quella degli altri, ma come un buon libro può essere una fiammella. Un libro, un’opera d’arte, un Picasso, una foto, una musica possono essere senz’altro un buon veicolo per la crescita, ma non possono cambiare il mondo. Gli appetiti della guerra, del capitalismo, delle religioni sono così forti che la fotografia e la cultura sono una parte della lotta ma non bastano a cambiare il mondo. Niente può cambiare il mondo se non la propria coscienza».