Hera, la Cgil gela Merola A Imola strappo dei Cinque Stelle
La Cgil regionale prende posizione contro la decisione del sindaco Merola di mettere in vendita una parte della azioni libere di Hera. Uno strappo con la Cgil bolognese, che non si era detta contraria. Intanto a Imola la nuova giunta grillina prepara il terreno per una società in house che gestisca i rifiuti.
Sembra un film già visto, quantomeno il primo tempo. Ora si tratta di capire se pure il finale sarà lo stesso di tre anni fa, quando i sindacati, minacciando lo sciopero, bloccarono la vendita delle azioni Hera voluta dal Comune di Bologna.
Già, perché nemmeno questa volta è così scontato il via libera della Cgil al secondo tentativo del sindaco Virginio Merola che ha deciso, dopo quello andato a vuoto nel 2015, di mettere sul mercato un pacchetto di azioni svincolate così da poter liberare nel prossimo triennio 15 milioni di euro di spesa corrente. È la Cgil dell’Emilia-Romagna a sconfessare in un solo colpo Merola e anche il leader bolognese del sindacato Maurizio Lunghi che, seppure timidamente, aveva dato il suo via libera all’operazione. «Diciamo no alla vendita delle azioni pubbliche di Hera», mette nero su bianco in una nota il sindacato regionale. Perché «nel metodo viene cancellato con un colpo di spugna il sistema di relazioni condiviso con intese e protocolli sottoscritti tra istituzioni e parti sociali». E perché nel merito, «apre la strada alla perdita di controllo pubblico».
Ora bisognerà capire quale sarà la reazione di Merola e anche di Lunghi. Perché le parole pronunciate dalla Cgil regionale non lasciano spazio a dubbi. «La decisione preannunciata dal Comune di Bologna di vendere le azioni libere di Hera, contestuale alle dichiarazioni del ministro Di Maio sulla stessa multiutility e le volontà espresse da altri comuni soci di Hera, rappresentano un “tana libera tutti” per avviare un’inevitabile processo di privatizzazione che rischia di tradursi in una perdita del controllo», sostiene il sindacato. Proprio Di Maio, in un’intervista al Corriere di Bologna, aveva indicato per Imola un nuovo percorso, all’indomani della vittoria del M5S, puntando a separare la raccolta dei rifiuti dallo smaltimento. E puntuali stanno arrivando le prime azioni dal Santerno. Mercoledì infatti il Consiglio comunale di Imola ha dato mandato alla sindaca Manuela Sangiorgi ad uscire dal Consiglio d’Ambito per la gestione rifiuti. Il primo passo per tirarsi fuori dalla nuova gara che sta predisponendo Atersir e per far nascere una società in house che gestirà in autonomia i rifiuti. La mossa potrebbe sconvolgere gli equilibri tra i soci pubblici di Hera (attraverso il consorzio Con.Ami, Imola è il secondo azionista) e già manda in fibrillazione il Pd locale. «Vigileremo affinché i progetti della nuova amministrazione siano sostenibili da un punto di vista ambientale ed economicamente vantaggiosi per i nostri cittadini e le nostre imprese», dichiara il gruppo consiliare dem.