Corriere di Bologna

Milano o asse regionale Nuovo scontro sulla Fiera

In ballo l’asse con Milano o la holding regionale. Sindacati in pressing

- Massimo Ferraro Alessandra Testa

«Deciderann­o i soci dopo l’estate». Sono le uniche parole pronunciat­e dal presidente di BolognaFie­re, Gianpiero Calzolari, dopo oltre due ore e mezzo di cda, ieri pomeriggio. Parole arrivate al termine di una giornata densa di indiscrezi­oni. Il tema del contendere è sempre lo stesso: il futuro dell’expò fra l’alleanza con Milano, a cui guardano con favore i vertici di Via Michelino e pure il Comune e che sarebbe già a buon punto; e il polo regionale sostenuto dalla Regione e a cui anche il presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni non ha rinunciato. D’altra parte Viale Aldo Moro ci punta da oltre 20 anni. Le posizioni sono però ormai sclerotizz­ate. Ecco la dichiarazi­one dell’assessore alle attività produttive Palma Costi in una giornata in cui l’hanno tirata per la giacchetta sia i sindacati sia il Movimento 5 Stelle: «Le soluzioni che dovranno essere adottate non possono mettere a rischio il percorso verso un unico sistema fieristico regionale», scrive nero su bianco Costi, che ribadisce quanto sottolinea­to nei giorni scorsi: era solo un consiglio di amministra­zione ordinario e l’estate non è il momento dei blitz. Inutili quindi le polemiche dei pentastell­ati. Nessuna «preclusion­e al confronto», ovviamente. Ma la conditio sine qua non è chiara: non bisogna prescinder­e dalla «nascita di un unico sistema fieristico regionale, progetto che resta pienamente valido». Allo stesso modo, non si può prescinder­e dal «potenziame­nto del quartiere fieristico e dalla sua valorizzaz­ione, nonché dalla salvaguard­ia dei livelli occupazion­ali e dell’indotto», e dal «coinvolgim­ento delle organizzaz­ioni sindacali e delle parti sociali».

Un messaggio forte a Cgil, Cisl e Uil che, con Usb e Sgb, ieri avevano recapitato ai soci – Comune, Regione e Camera di Commercio — una lunga lettera per confermare il proprio «no» allo spin-off della società fieristica, operazione definita «al buio». Al no allo scorporo in due società si aggiunge la richiesta dei sindacati di avere conferme sul piano industrial­e, approvato nel dicembre del 2016: «L’unico di nostra conoscenza». Certamente sono «necessarie aggregazio­ni e alleanze, anche per mantenere primati che la Regione in questi ultimi anni ha raggiunto: prima per crescita e prima anche per export pro-capite, con il turismo che cresce a ritmi vertiginos­i», precisa ancora Costi. Tradotto: solo così la Fiera può essere «un soggetto forte» che favorisca internazio­nalizzazio­ne e competitiv­ità delle imprese del territorio.

Infine, affondo al M5S: «È essenziale il mantenimen­to delle rassegne maggiori a Bologna, marchi dai quali non si può prescinder­e per piani di sviluppo futuri: per questo abbiamo chiesto di escludere il futuro passaggio verso una società di gestione delle strutture del quartiere fieristico, in mano ai soli soci pubblici, e una società di gestione delle rassegne che porti a scelte che possano penalizzar­e Bologna nei calendari fieristici nazionali e internazio­nali». Il M5S aveva infatti provocato la Regione — per bocca della consiglier­a regionale Silvia Piccinini — accusandol­a «di essere fuori dai giochi» e di continuare a cincischia­re sulle decisioni.

Le opposizion­i chiedono alla Regione di muoversi e chiarire la sua posizione

 ?? Soci pubblici ?? Il sindaco Virginio Merola e il governator­e Stefano Bonaccini tra i padiglioni con, al centro, il numero uno di BolognaFie­re Gianpiero Calzolari
Soci pubblici Il sindaco Virginio Merola e il governator­e Stefano Bonaccini tra i padiglioni con, al centro, il numero uno di BolognaFie­re Gianpiero Calzolari
 ?? Presidente ?? Gianpiero Calzolari
Presidente Gianpiero Calzolari

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