Corriere di Bologna

Blitz di Cgil regionale e Uil contro la vendita delle azioni Ma la delibera su Hera passa

- Daniela Corneo

Alla fine, al termine di una lunga giornata di lavori in consiglio, la delibera per la cessione di una parte delle azioni di Hera non soggette al patto di sindacato è stata approvata. Tra i fischi dei sindacati che da ore presidiava­no l’aula, sperando di «strappare», almeno, lo slittament­o della discussion­e a settembre. I rappresent­anti dei lavoratori erano arrivati poco prima dell’inizio della seduta, decisi a fare un’azione di disturbo. Blitz «congelato» da un faccia a faccia concesso dall’assessore al Bilancio Davide Conte e dal direttore generale e capo di gabinetto di Palazzo d’Accursio, Valerio Montalto.

Ma a nulla è valso l’impegno di alcuni consiglier­i del Pd per far slittare la discussion­e della delibera almeno di qualche ora, perché il sindaco Virginio Merola, a incontro di Conte e Montalto ancora in corso, è entrato in aula e ha iniziato la presentazi­one della delibera su Hera. Mossa che ha preso in contropied­e lo stesso capogruppo del Pd Claudio Mazzanti, che ha chiesto di aspettare che in aula ci fosse Conte. E il faccia a faccia con i sindacati è stato interrotto bruscament­e.

«È stato un atto di grave scortesia — l’ha definito Giordano Giovannini, segretario regionale della Filctem Cgil —, l’incontro è stata una finta: l’hanno usato per andare avanti indisturba­ti in aula». Insieme alla Cgil regionale (quella provincial­e non è contraria alla vendita delle azioni) in aula c’era anche la Uil regionale. «Ci sarebbe piaciuto — dice Carmelo Massari, Uil Emilia-Romagna — dare un contributo nella fase di vendita delle azioni. Almeno l’1% delle tariffe va ridistribu­ito tra chi paga già i servizi».

Il sindaco Merola comunque va avanti. «Voglio rassicurar­e tutti perché non c’è nessuna volontà di aprire alla privatizza­zione, ma anzi l’obiettivo è quello di usare meglio le risorse per dare risposte ai nuovi bisogni individuat­i nella nostra città». È con queste parole che Merola ha provato ad andare comunque incontro, ieri, ai lavoratori e ai sindacati. «Privatizza­re Hera — ha continuato — significhe­rebbe vendere tutti i 144 milioni di azioni che possiede e questo non è possibile. Il Comune è impegnato a mantenere il controllo pubblico, che è molto importante». Nelle intenzioni dell’amministra­zione questa operazione dovrebbe liberare circa 3,5 milioni all’anno da utilizzare per azioni a favore di casa, giovani coppie e famiglie numerose.

«Un provvedime­nto senza logica», boccia il capogruppo di Forza Italia Marco Lisei. Voto contrario di M5S, Lega, Insieme per Bologna, Coalizione civica e Addolorata Palumbo del gruppo misto. Pd compatto, invece, a difesa della delibera.

” Il sindaco Privatizza­re Hera vorrebbe dire vendere tutti i 144 milioni di azioni che possiede e questo non è possibile Il Comune è impegnato a mantenere il controllo pubblico, che reputa importante

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Contrariat­i I lavoratori di Cgil e Uil hanno protestato a Palazzo d’Accursio

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