Corriere di Bologna

Ma quale Brown, la Fortitudo si prende Leunen

- Enrico Schiavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Fortitudo ha chiuso la caccia e ha finalmente il lungo che cercava: preso ieri Marty Leunen, volto ben noto per aver vestito a lungo le maglie di Cantù e Avellino, sulla carta un bel colpo per l’A2. Bianco, tosto, già esperto dell’Italia e con un buon tiro da fuori, ma alla fine il profilo non è quello di Alec Brown, irraggiung­ibile, e nemmeno dell’eventuale cavallo di ritorno Ed Daniel, solo suggestion­i spentesi al termine di un lungo weekend dal quale invece Carraretto e Martino sono usciti con un nome a sorpresa, anche se conosciuti­ssimo. Meno affascinan­te dei primi due e sicurament­e non atletico, ma certamente solido, una garanzia a questi livelli dopo gli otto campionati di serie A giocati nell’arco di un decennio, cinque a Cantù e tre ad Avellino, intervalla­ti da un’esperienza in Germania. In Italia ha vinto una Supercoppa e giocato sempre i playoff scudetto, arrivando fino alla finale con i brianzoli e alla semifinale con gli irpini. Alto 2.06, Leunen non è certo freschissi­mo — è un classe ’85 — ma la scorsa stagione, in una Serie A di vertice, ha tenuto il campo circa 28 minuti per gara, facendo anche le coppe, per 7.1 punti e 6.2 rimbalzi di media. Ed è esattament­e il lungo che tira da fuori che voleva Martino, quasi tutta la carriera sopra al 40% da tre, stagione scorsa compresa, su un alto numero di tentativi. Non è mai stato un fulmine e certo è nella fase calante della carriera, ma può ovviamente giocare anche da 4, anzi è quello il suo ruolo naturale, anche se in A2, accanto a Mancinelli, la sua duttilità cambia le carte in tavola. Il vero colpo forse sta proprio in questo, l’aver preso un giocatore di grande presenza mentale, perfetto per cambiare in corsa assetti e strategie. Oggi intanto, nella sede di Castel Maggiore, presentazi­one dell’accordo di collaboraz­ione tra la Fortitudo e il Progresso Matteiplas­t.

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