Ma quale Brown, la Fortitudo si prende Leunen
La Fortitudo ha chiuso la caccia e ha finalmente il lungo che cercava: preso ieri Marty Leunen, volto ben noto per aver vestito a lungo le maglie di Cantù e Avellino, sulla carta un bel colpo per l’A2. Bianco, tosto, già esperto dell’Italia e con un buon tiro da fuori, ma alla fine il profilo non è quello di Alec Brown, irraggiungibile, e nemmeno dell’eventuale cavallo di ritorno Ed Daniel, solo suggestioni spentesi al termine di un lungo weekend dal quale invece Carraretto e Martino sono usciti con un nome a sorpresa, anche se conosciutissimo. Meno affascinante dei primi due e sicuramente non atletico, ma certamente solido, una garanzia a questi livelli dopo gli otto campionati di serie A giocati nell’arco di un decennio, cinque a Cantù e tre ad Avellino, intervallati da un’esperienza in Germania. In Italia ha vinto una Supercoppa e giocato sempre i playoff scudetto, arrivando fino alla finale con i brianzoli e alla semifinale con gli irpini. Alto 2.06, Leunen non è certo freschissimo — è un classe ’85 — ma la scorsa stagione, in una Serie A di vertice, ha tenuto il campo circa 28 minuti per gara, facendo anche le coppe, per 7.1 punti e 6.2 rimbalzi di media. Ed è esattamente il lungo che tira da fuori che voleva Martino, quasi tutta la carriera sopra al 40% da tre, stagione scorsa compresa, su un alto numero di tentativi. Non è mai stato un fulmine e certo è nella fase calante della carriera, ma può ovviamente giocare anche da 4, anzi è quello il suo ruolo naturale, anche se in A2, accanto a Mancinelli, la sua duttilità cambia le carte in tavola. Il vero colpo forse sta proprio in questo, l’aver preso un giocatore di grande presenza mentale, perfetto per cambiare in corsa assetti e strategie. Oggi intanto, nella sede di Castel Maggiore, presentazione dell’accordo di collaborazione tra la Fortitudo e il Progresso Matteiplast.