Con tanti «se» parlare di 50 punti diventa pericoloso
Se Santander saprà essere quell’attaccante di statura internazionale che il Bologna ritiene che sia…. Se finalmente Destro si ritroverà e tornerà a essere quello di Siena… Se Falcinelli, giocando da seconda punta, ripeterà l’annata di Crotone… Se Palacio sarà per più tempo quello che è stato nella prima parte del campionato passato. Se Dzemaili si metterà alle spalle le ombre dell’ultima mezza annata e tornerà quello del campionato precedente, prima di volare a Montreal. Se Orsolini, Donsah e Mbaye dimostreranno finalmente con continuità di valere… Se De Maio, Gonzalez ed Helander cancelleranno il recente passato e riusciranno a stupirci. Se Krejci sarà di nuovo un giocatore di calcio e se a Dijks e a Paz la serie A non starà troppo larga… Sì, per certi versi anche Pippo Inzaghi meriterebbe un se dopo i due anni passati a Venezia tra Lega Pro e serie B, ma conoscendolo siamo pronti a mettere tutte e due le mani sul fuoco e a considerarlo il valore aggiunto di questa squadra… Se, se, ci sono troppi se in questo Bologna per ritenerlo da 50 punti come ha dichiarato Joey Saputo a Sky. Perché un conto è essere fiduciosi e un altro è essere troppo ottimisti, finendo così per perdere di vista la realtà. Il discorso è il seguente: se tutti questi punti interrogativi diventeranno con il tempo certezze positive, sì, il Bologna potrà anche arrivare a questa quota, e a quel punto Saputo avrà avuto ragione, ma il concetto va allargato. In questo senso: se ciò non accadesse ecco che il Bologna finirebbe per lottare per la salvezza. Inevitabilmente, perché in questa stagione anche le squadre che sono salite dalla serie B si stanno attrezzando per essere competitive e di conseguenza per non diventare il Verona e il Benevento della stagione scorsa. E di fronte a questo maggiore equilibrio è consigliabile mantenere sempre gli occhi aperti e vivere di sano realismo, senza pensare troppo in grande, perché solo così potranno essere allontanate ansie e insidie. La verità è questa: con la sua frase Saputo ha finito per creare aspettative (almeno a oggi) ingiustificate nella testa della gente e per mettere anche pressioni addosso a Inzaghi, che deve quasi rifondare un Bologna che l’anno passato ha chiuso il campionato malissimo. Alla luce di come erano diventati complicati i suoi rapporti con la gente e anche con tanti giocatori, se fosse rimasto Donadoni questo Bologna avrebbe raggiunto nella migliore delle ipotesi una salvezza dignitosa, niente di più e di meglio. A metà giugno è arrivato Inzaghi che ha portato entusiasmo, fuoco e desiderio, ma in termini di punti l’organizzazione e il temperamento che sta dando alla squadra quanto garantiranno? Perché Saputo e quelli che come lui sono molto ottimisti devono sapere che in serie A la differenza è fatta soprattutto dalla qualità dei giocatori. Che costa cara sul mercato e non sempre è sufficiente il cuore per rendere meno evidente la sua mancanza. Di sicuro il Bologna di oggi per sperare di mettere insieme 50 punti ha bisogno almeno di un difensore più forte e può ugualmente non bastare se i giovani non cresceranno e se in attacco qualcuno deluderà.
” Inzaghi ha portato entusiasmo e fuoco, ma non c’è abbastanza qualità per immaginare la squadra così competitiva