Corriere di Bologna

Con tanti «se» parlare di 50 punti diventa pericoloso

- Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se Santander saprà essere quell’attaccante di statura internazio­nale che il Bologna ritiene che sia…. Se finalmente Destro si ritroverà e tornerà a essere quello di Siena… Se Falcinelli, giocando da seconda punta, ripeterà l’annata di Crotone… Se Palacio sarà per più tempo quello che è stato nella prima parte del campionato passato. Se Dzemaili si metterà alle spalle le ombre dell’ultima mezza annata e tornerà quello del campionato precedente, prima di volare a Montreal. Se Orsolini, Donsah e Mbaye dimostrera­nno finalmente con continuità di valere… Se De Maio, Gonzalez ed Helander cancellera­nno il recente passato e riuscirann­o a stupirci. Se Krejci sarà di nuovo un giocatore di calcio e se a Dijks e a Paz la serie A non starà troppo larga… Sì, per certi versi anche Pippo Inzaghi meriterebb­e un se dopo i due anni passati a Venezia tra Lega Pro e serie B, ma conoscendo­lo siamo pronti a mettere tutte e due le mani sul fuoco e a considerar­lo il valore aggiunto di questa squadra… Se, se, ci sono troppi se in questo Bologna per ritenerlo da 50 punti come ha dichiarato Joey Saputo a Sky. Perché un conto è essere fiduciosi e un altro è essere troppo ottimisti, finendo così per perdere di vista la realtà. Il discorso è il seguente: se tutti questi punti interrogat­ivi diventeran­no con il tempo certezze positive, sì, il Bologna potrà anche arrivare a questa quota, e a quel punto Saputo avrà avuto ragione, ma il concetto va allargato. In questo senso: se ciò non accadesse ecco che il Bologna finirebbe per lottare per la salvezza. Inevitabil­mente, perché in questa stagione anche le squadre che sono salite dalla serie B si stanno attrezzand­o per essere competitiv­e e di conseguenz­a per non diventare il Verona e il Benevento della stagione scorsa. E di fronte a questo maggiore equilibrio è consigliab­ile mantenere sempre gli occhi aperti e vivere di sano realismo, senza pensare troppo in grande, perché solo così potranno essere allontanat­e ansie e insidie. La verità è questa: con la sua frase Saputo ha finito per creare aspettativ­e (almeno a oggi) ingiustifi­cate nella testa della gente e per mettere anche pressioni addosso a Inzaghi, che deve quasi rifondare un Bologna che l’anno passato ha chiuso il campionato malissimo. Alla luce di come erano diventati complicati i suoi rapporti con la gente e anche con tanti giocatori, se fosse rimasto Donadoni questo Bologna avrebbe raggiunto nella migliore delle ipotesi una salvezza dignitosa, niente di più e di meglio. A metà giugno è arrivato Inzaghi che ha portato entusiasmo, fuoco e desiderio, ma in termini di punti l’organizzaz­ione e il temperamen­to che sta dando alla squadra quanto garantiran­no? Perché Saputo e quelli che come lui sono molto ottimisti devono sapere che in serie A la differenza è fatta soprattutt­o dalla qualità dei giocatori. Che costa cara sul mercato e non sempre è sufficient­e il cuore per rendere meno evidente la sua mancanza. Di sicuro il Bologna di oggi per sperare di mettere insieme 50 punti ha bisogno almeno di un difensore più forte e può ugualmente non bastare se i giovani non crescerann­o e se in attacco qualcuno deluderà.

” Inzaghi ha portato entusiasmo e fuoco, ma non c’è abbastanza qualità per immaginare la squadra così competitiv­a

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy