Rossoblù rimandati ma ora si fa sul serio
La preparazione è finita, ora il Bologna fa sul serio Tanti giocatori rossoblù non sono ancora al livello richiesto dall’allenatore
Due ritiri, sei amichevoli e ventiquattro giorni di lavoro complessivo per capire il Bologna che verrà: Filippo Inzaghi ha cominciato a plasmare la squadra modellandola sul 3-5-2 già visto a Venezia e a pochi giorni dal debutto ufficiale della nuova stagione in Coppa Italia si può cominciare a tracciare un primo bilancio di cosa sta funzionando e di cosa invece va necessariamente migliorato, magari passando dal mercato.
Innanzitutto, le note positive: un centrocampo ricco di soluzioni, la leadership offensiva di Rodrigo Palacio e la sicurezza Lukasz Skorupski. Le mezze ali nel gioco di Inzaghi hanno un ruolo preponderante e nel nuovo assetto Blerim Dzemaili ha già iniziato ad esaltarsi: sua la palla rubata e l’assist per il gol vincente contro il Norimberga e in generale lo svizzero ha dato risposte confortanti, più che mai preziose dopo cinque mesi davvero difficili e un Mondiale che aveva riacceso le speranze. Intorno a lui e a Pulgar (che manca però di un vice naturale credibile) si reggerà la mediana rossoblù, che andrà poi completata con un terzo giocatore su cui Inzaghi ha opzioni di vario tipo, dal prudente Poli all’estroso Orsolini, in attesa del rientro di Donsah e della maturazione dell’interessante Svanberg.
In porta Skorupski sabato a Bressanone ha cancellato qualsiasi dubbio preventivo sulla sua reattività dopo un anno da vice alla Roma: attento e decisivo in più di una occasione, con un intervento da fenomeno su Leibold. Poi, Palacio: già entrato nel cuore di Inzaghi come era in quello di Donadoni per leadership, serietà e intelligenza calcistica. Andrà sempre gestito, ma il ritiro nelle gambe è un plus ed è uno dei pochi in grado di accendere una scintilla: fare a meno di lui sarà dura.
Il cahier de doléances rossoblù però presenta altrettanti problemi, se non di più: su tutti una difesa terribilmente ballerina, esterni che faticano ad arrivare al cross con costanza e un attacco che pare avere poche scintille e con un contributo-gol tutto da decifrare.
Il primo problema è dietro: contro l’attacco tutt’altro che pericoloso del Norimberga (11 presenze complessive in Bundesliga tra i tre del tridente) sono arrivate 5 parate di Skorupski e un paio di salvataggi valsi un gol, di Dzemaili ed Helander. Dietro c’è poca qualità — si è perso il conto di passaggi imprecisi o lanci finiti in fallo laterale — e i tre ipotetici titolari attuali De Maio, Gonzalez e Helander (insidiato dal ruvido Paz) sono andati spesso in crisi contro avversari modesti: il reparto crescerà in organizzazione con il lavoro settimanale ma c’è un bisogno evidente di un giocatore che guidi la retroguardia, cercato ormai da settimane.
Sugli esterni le due amichevoli «vere» dell’ultima settimana hanno dato risultati alterni: Mattiello ha gamba e quando sarà al 100% sarà utile, Mbaye dopo l’estate da centrale tornerà a destra mentre a sinistra sia Krejci che Dijks hanno stentato. E se faticano loro, l’attacco non viene servito con costanza: se a Santander non arrivano cross dalle fasce diventa un problema, viste le caratteristiche, mentre Falcinelli si è acceso a sprazzi e Destro praticamente mai. Fin qui il bollettino estivo: presto l’alibi dei carichi di lavoro — notevoli, va detto — cadrà e si giocheranno le partite vere.