Corriere di Bologna

I soccorrito­ri traditi dall’esplosione

Grave un agente, altri due feriti. Undici carabinier­i ustionati

- M. C. G. R. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È stato tra i primi ad arrivare sotto al cavalcavia della tangenzial­e. Era in auto con un collega: è sceso dalla volante del commissari­ato Santa Viola e a piedi è corso al di là del ponte per allontanar­e la gente assiepata su via Emilio Lepido, a qualche metro altri undici carabinier­i in borghese del Nucleo operativo della Compagnia Borgo Panigale cercavano di mettere in sicurezza la zona. Sullo sfondo la nube nera che dopo un paio di minuti li avrebbe travolti con un’altra tremenda esplosione.

Riccardo Muci, l’agente del commissari­ato Santa Viola, poco più che trentenne, leccese d’origine, non ha avuto neanche il tempo di girarsi. Aveva aiutato una decina di persone ad allontanar­si. Poi il boato, l’onda d’urto l’ha investito in pieno. Le ustioni sul corpo di Riccardo erano profonde ed è stato necessario trasportar­lo d’urgenza al Bufalini di Cesena dove è stato sottoposto a una delicatiss­ima operazione, ma le sue condizioni sono serie: è ricoverato in prognosi riservata. In serata altri tra i socsima, corritori sono stati trasferiti a Cesena. I carabinier­i, precipitat­isi in strada in borghese dopo la prima esplosione, hanno per fortuna ferite più lievi. Una volta arrivati in strada hanno bloccato il traffico e messo al sicuro i passanti.

Assieme a Riccardo sul posto, a qualche decina di metri c’erano anche gli undici carabinier­i del Nucleo operativo di Borgo Panigale. Non appena hanno visto la nube dalle finestre della loro caserma sono corsi in strada e senza pensarci in abiti civili hanno preso le palette e a piedi sono andati a bloccare il traffico vicino al ponte. Hanno creato una cintura di sicurezza, allontanat­o chi era in strada e invitato gli altri a chiudersi in casa. Pochi secondi e l’onda d’urto li ha travolti. «Un’esplosione fortis- uno spostament­o d’aria, le urla e il caldo addosso, la pelle che bruciava, tutto intorno si scioglieva. Sembrava di essere in guerra. Ho avuto paura di morire, ci siamo sentiti in trappola. Man mano che correvamo incontrava­mo gente a terra ferita, sanguinate, che bruciava. Abbiamo cercato di fare il possibile, nonostante le nostre ferite ma era l’apocalisse», racconta uno dei carabinier­i rimasto ferito insieme ai colleghi.

Le testimonia­nze si ripetono identiche. Chi stava mangiando al ristorante il Randagio, sulla via Emilia, appena al di là del ponte, ha il volto tirato e lo sguardo perso: «Abbiamo sentito un boato fortissimo, i vetri sono andati in frantumi, cadeva tutto, poi è andata via la luce — racconta Marco Rosadini —. Siamo scappati subito verso l’uscita ma c’erano le fiamme, così siamo scappati dal retro. Appena uscito in strada ho visto persone a terra, ferite e bruciate, pensavo che ci fossero dei morti. Mentre correvo pensavo che doveva esserci stato un attentato, una bomba potentissi­ma». La ruota incendiata di un tir ha centrato l’ingresso del ristorante, distruggen­do le vetrine: «Ho fermato le persone, dicendo loro di uscire dal retro, dalla cucina. Sembrava una bomba, ha tremato il palazzo», racconta il titolare Guido Milesi.

La concession­aria è quella più colpita, una cinquantin­a di macchine sono bruciate, alcune saltate per aria: «Dopo l’incidente ho visto la colonna di fumo, poi l’esplosione. Le fiamme sono arrivate dall’autostrada e lo spostament­o d’aria ha distrutto le vetrine. Ho pensato a una bomba, abbiamo pensare solo a scappare — dice un dipendente dell’autosalone —. La cosa allucinant­e è che poco prima ero attaccato alla vetrata. Per fortuna eravamo chiusi, se fosse accaduto solo mezzora prima avremmo contato i morti. Di solito nel parcheggio c’è sempre qualcuno che sposta le auto o le visiona. In quel momento erano in pausa pranzo. Una cosa allucinant­e». «Dentro è tutto distrutto, sono milioni di danni», dice il titolare Claudio Campani». Vincenzo vaga sotto il ponte sconvolto. Ha braccia e gambe fasciate, il volto annerito. «Mi ha travolto l’onda d’urto, sono volato su un’auto».

Racconto Il fuoco è arrivato dall’autostrada, lo spostament­o d’aria ha distrutto tutto

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Aiuto Cristina Simonini, dipendente della Snai dove è stato allestito un primo pronto soccorso

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