Totò, Peppino... e piazza Maggiore
Omaggio in due serate all’artista napoletano con le pellicole tra le più amate del pubblico: «Totò, Peppino e... la malafemmina» e, domani, «Miseria e nobiltà»
Il doppio omaggio che la Cineteca dedica a Totò in piazza Maggiore passa per due dei film più amati tra i tanti dell’attore napoletano. A cominciare da Totò, Peppino e la… malafemmina di Camillo Mastrocinque, in programma stasera alle ore 21,30.
Un film sull’idillio sentimentale tra il cantante Teddy Reno, nel film nipote dei due attori napoletani e studente di medicina a Napoli, e la soubrettina onesta Dorian Gray. Una sorta di parodia del musicarello anni ‘50, impreziosita dall’indimenticata scena della «lettera», tra le più citate nel nostro cinema e ricostruita dal critico Alberto Anile, biografo di Totò e autore per le Edizioni Cineteca di Bologna del volume «Totalmente Totò». «La scena della lettera, secondo la testimonianza diretta di Teddy Reno — racconta Anile — nasce all’inizio come ricordo manipolato di un episodio analogo nel film Miseria e nobiltà. Anni dopo, Ettore Scola rivelerà che nel testo ci sarebbe anche il suo zampino, ma il grosso è frutto della genialità dei due protagonisti. Tra i momenti più celebri e citati del cinema italiano, Teddy Reno la vede nascere direttamente sul set, dopo un breve conciliabolo fra Totò e Peppino poco distante dai riflettori: “Uno diceva una battuta, l’altro si metteva a ridere, l’altro diceva una battumedia ta, ridevano, non ridevano... A un certo momento mi sono accorto che ridevano tutti e due, erano soddisfattissimi. Al pomeriggio di quel giorno nessuno si aspettava la lettera, perché non era scritta nel cosiddetto copione: hanno preso di sorpresa tutti, compreso il produttore”». Il film è quello in cui il duo Totò e Peppino si scopre davvero complementare, fondendo l’umanità dell’uno e la «disumanità» dell’altro.
Domani sera toccherà proprio a Miseria e nobiltà di Mario Mattoli tratto dalla com- di Eduardo Scarpetta, sempre alle 21,30. Altro film, con Sophia Loren, che contiene una scena celeberrima, quella degli spaghetti messi da Totò in tasca come riserva se la fame fosse tornata, anch’essa nata da una geniale improvvisazione dell’attore. Come ha avuto modo di raccontare la stessa Loren in un’intervista: «Il Principe era irresistibile, stargli al fianco scioglieva qualunque imbarazzo. Anche perché si inventava al momento metà del copione, e nessuno riusciva a trattenerlo. Così accade nella famosa scena in cui si infila in tasca gli spaghetti, entrata a far parte della storia del cinema, che parla della fame del nostro popolo. Una fame che si può combattere soltanto con l’arma del sorriso, con quella leggerezza piena di spirito di cui siamo intrisi noi napoletani».