Pressing e fame, effetto Inzaghi Destro già fuori
Più luci che ombre nella vittoria contro il Padova. Difesa ancora da registrare
Applicato, sempre con la voglia addosso di andare a recuperare il pallone prima possibile e il più lontano possibile da Skorupski. Poi sempre con l’atteggiamento giusto. Ecco, la consapevolezza che il Bologna abbia giocato sempre da squadra è l’aspetto più confortante di una partita che quando la vinci hai fatto il tuo ma che puoi anche perderla, perché di questi tempi le insidie sono dietro l’angolo anche quando affronti formazioni di serie B. E addirittura anche di Lega Pro.
La sconfitte dell’Udinese, quelle del Parma e del Frosinone, la batosta dell’Empoli contro il Cittadella sono la chiave di lettura di quella che è la Coppa Italia d’agosto, dove niente è scontato e il passaggio del turno te lo devi guadagnare anche con i limiti con i quali convivi al momento. Ora, sarebbe sbagliato fare festa per questa notte felice, ma dopo aver detto che vincere aiuta a vincere, se leggiamo dentro le pieghe della partita possiamo accorgerci come certi segnali siano stati confortanti. Come quello relativo agli equilibri che la squadra non ha mai perso: certo, un paio di volte il Bologna ha barcollato ma non si è mai allungato più di tanto, il che gli ha consentito di ritrovarsi in fretta, non commettendo quegli errori che erano diventati di moda l’anno passato. Come dire: i giocatori hanno trasferito sul campo il temperamento che da una vita ha addosso SuperPippo e, quando nella testa hai questi concetti, la prestazione finisci sempre per farla.
In una domenica sera in cui è stata di nuovo evidenziata l’infinita passione del popolo del Bologna per la squadra, si sono viste cose buone e altre inevitabilmente meno buone. È stata una scoperta positiva Djiks, e il pensiero sul suo conto che gli ha regalato Bisoli farà piacere al Bologna. «Quando passava davanti alla panchina faceva paura, ha una struttura fisica eccezionale, ha corsa, gamba, piede, una volta che sarà migliorato sul piano tattico diventerà uno dei migliori esterni del campionato. A chi mi assomiglia? Ad Alonso».
Le altre note positive? Il centrocampo che ha cercato di essere sempre propositivo e due attaccanti che hanno fatto tanto movimento, anche se nel primo tempo non hanno costruito pericoli. Poi non vanno dimenticate né la corsa di Mattiello, un altro che la fascia se la mangia a forza di correre e rincorrere, né l’affidabilità di Skorupski.
Passiamo alle note negative. Non c’ da preoccuparsi per la mancanza di brillantezza, che è figlia dei carichi di lavoro pesanti, caso mai abbiamo intravisto come il Bologna faccia fatica a trovare i sentieri giusti a difesa piazzata. Quando il tuo dirimpettaio si difende con tanti uomini sotto la linea della palla e tu non hai uno che salta l’uomo e crea la su- periorità numerica, o fai girare velocemente il pallone e sfondi sui lati o, altrimenti, diventi scontato e di facile lettura per i tuoi avversari. Infine la difesa. Uno: nella prima mezzora il Padova l’ha colta posizionata male un paio di volte e in questo senso l’arrivo di Danilo dovrebbe migliorarla. Due: quando Helander porta il pallone è un pianto. Diteci per favore che Paz è più costruttivo.