L’estate insieme di nonni e nipoti
Martina, 15 anni: torno ogni volta, io li aiuto, loro mi ascoltano
AVilla Bernaroli c’è un campo estivo diverso dagli altri, dove studenti teenager aiutano (e sono aiutati) dagli anziani soli.
Se si è capitati a Villa Bernaroli, una di queste mattine di piena estate, può succedere di aver trovato un ragazzino sotto braccio a un anziano che fanno una passeggiata nel parco, una bimba che serve a tavola nonni e nonne per poi sedersi a mangiare con loro o qualche suo coetaneo che gioca a briscola con un gruppetto di novantenni.
È il primo campo estivo per bambini e anziani della città, quasi un «esperimento» sociale che, contro tutte le aspettative, anche di chi se l’era inventato, è cresciuto talmente tanto che i ragazzini delle medie, estate dopo estate, chiedono di tornare a passare le loro giornate senza scuola con più di venti anziani. Potrebbe sembrare impossibile, ma ragazzini e anziani si sono amalgamati perfettamente: si cercano, si parlano, condividono le attività, restano in contatto anche quando le settimane estive a Villa Bernaroli sono finite, si raccontano la loro vita.
E allora capita di ascoltare, tra un’attività e l’altra, dialoghi in cui storie della seconda guerra mondiale si mischiano a storie che sanno di futuro, videogiochi, corse con il pallone tra i piedi.
Il progetto è nato in collaborazione con il Borgo Panigale e ha due obiettivi: occuparsi degli anziani del quartiere che in estate restano soli (non a caso si chiama «Vacanze in città») e sostenere le famiglie, quando la scuola finisce, in modo che ragazzini tra i 10 e i 17 anni non restino a lungo soli a casa. «Il primo anno — racconta il presidente del centro sociale di Villa Bernaroli, Antonio Nuvoli — avevamo preso ragazzini che a scuola non andavano molto bene, un po’ turbolenti. L’anno dopo ci hanno chiesto di tornare qui con gli anziani e a scuola erano anche migliorati. Questa esperienza fa bene a tutti. Abbiamo una ragazza che viene per il quarto anno consecutivo».
La ragazza in questione è Martina, ha 15 anni, questi anziani ormai se la sono vista crescere davanti agli occhi. Quando le chiedi perché viene qui le si illumina lo sguardo: «Mi raccontano le loro esperienze, li uso come consiglieri. Mi piace farli sorridere, passeggiare con loro la mattina». E quando la mattina le attività fatte insieme finiscono, i ragazzini a turno indossano grembiule e cappellino e servono a tavola
Successo
L’esperimento partito qualche anno fa è riuscito: quest’anno sono 65 gli ospiti over
il pranzo, poi si siedono ognuno a un tavolo di anziani diverso e mangiano chiacchierando.
«Dall’anno scorso i ragazzi — spiega Adelina Porosnicu, responsabile degli anziani — hanno chiesto di mangiare con loro. Si sono create delle amicizie». Gli anziani «adottano» i ragazzini, i ragazzini si prendono cura di loro. Non a caso gli over 70 che fanno la richiesta al Quartiere per andare d’estate a Villa Bernaroli aumentano: questa estate sono 65 i partecipanti divisi su quattro turni.
A seguire i ragazzi passo passo, invece, sono due psicologhe, Elisa Gabbi e Ilenia Brizzi dell’associazione «Punti di vista». «Tutte le attività — spiega Gabbi — sono attività per la terza età, pensate per gli anziani. Facciamo seguire ai ragazzi le stesse attività proposte agli anziani, non solo come osservatori. Partecipano facendo delle interviste, oppure mettendo in contatto punti di vista ed esperienze. Tutte le mattine leggono il giornale insieme e commentano le notizie. Sono importanti gli uni per gli altri e alla fine del centro estivo in genere hanno avuto un pezzetto di crescita personale». Come Matteo Scandellone, 18 anni, iscritto alle Sirani, che ha scelto Villa Albiroli come sede del suo progetto di alternanza scuola-lavoro: «Imparo dalle cose che mi raccontano questi anziani».
Il progetto è andato talmente bene che quest’anno Villa Bernaroli ha inaugurato anche un altro centro estivo «intergenerazionale», questa volta tutto incentrato sui bambini piccoli. «In questo caso — spiega Gabbi — la mattina facciamo le attività con i bambini, poi il pomeriggio andiamo a prendere un anziano del quartiere e facciamo dei laboratori sui mestieri antichi». «Così i più piccoli — conclude il presidente Nuvoli — capiscono il valore delle persone anziane. Vedono che non sono pesi, ma soggetti carichi di esperienza. E imparano a rispettarli».
” Elena Gabbi (psicologa) Tutte le mattine leggono il giornale insieme e commentano le notizie Sono importanti gli uni per gli altri e alla fine del centro estivo in genere hanno avuto un pezzetto di crescita personale