Corriere di Bologna

L’estate insieme di nonni e nipoti

Martina, 15 anni: torno ogni volta, io li aiuto, loro mi ascoltano

- Di Daniela Corneo

AVilla Bernaroli c’è un campo estivo diverso dagli altri, dove studenti teenager aiutano (e sono aiutati) dagli anziani soli.

Se si è capitati a Villa Bernaroli, una di queste mattine di piena estate, può succedere di aver trovato un ragazzino sotto braccio a un anziano che fanno una passeggiat­a nel parco, una bimba che serve a tavola nonni e nonne per poi sedersi a mangiare con loro o qualche suo coetaneo che gioca a briscola con un gruppetto di novantenni.

È il primo campo estivo per bambini e anziani della città, quasi un «esperiment­o» sociale che, contro tutte le aspettativ­e, anche di chi se l’era inventato, è cresciuto talmente tanto che i ragazzini delle medie, estate dopo estate, chiedono di tornare a passare le loro giornate senza scuola con più di venti anziani. Potrebbe sembrare impossibil­e, ma ragazzini e anziani si sono amalgamati perfettame­nte: si cercano, si parlano, condividon­o le attività, restano in contatto anche quando le settimane estive a Villa Bernaroli sono finite, si raccontano la loro vita.

E allora capita di ascoltare, tra un’attività e l’altra, dialoghi in cui storie della seconda guerra mondiale si mischiano a storie che sanno di futuro, videogioch­i, corse con il pallone tra i piedi.

Il progetto è nato in collaboraz­ione con il Borgo Panigale e ha due obiettivi: occuparsi degli anziani del quartiere che in estate restano soli (non a caso si chiama «Vacanze in città») e sostenere le famiglie, quando la scuola finisce, in modo che ragazzini tra i 10 e i 17 anni non restino a lungo soli a casa. «Il primo anno — racconta il presidente del centro sociale di Villa Bernaroli, Antonio Nuvoli — avevamo preso ragazzini che a scuola non andavano molto bene, un po’ turbolenti. L’anno dopo ci hanno chiesto di tornare qui con gli anziani e a scuola erano anche migliorati. Questa esperienza fa bene a tutti. Abbiamo una ragazza che viene per il quarto anno consecutiv­o».

La ragazza in questione è Martina, ha 15 anni, questi anziani ormai se la sono vista crescere davanti agli occhi. Quando le chiedi perché viene qui le si illumina lo sguardo: «Mi raccontano le loro esperienze, li uso come consiglier­i. Mi piace farli sorridere, passeggiar­e con loro la mattina». E quando la mattina le attività fatte insieme finiscono, i ragazzini a turno indossano grembiule e cappellino e servono a tavola

Successo

L’esperiment­o partito qualche anno fa è riuscito: quest’anno sono 65 gli ospiti over

il pranzo, poi si siedono ognuno a un tavolo di anziani diverso e mangiano chiacchier­ando.

«Dall’anno scorso i ragazzi — spiega Adelina Porosnicu, responsabi­le degli anziani — hanno chiesto di mangiare con loro. Si sono create delle amicizie». Gli anziani «adottano» i ragazzini, i ragazzini si prendono cura di loro. Non a caso gli over 70 che fanno la richiesta al Quartiere per andare d’estate a Villa Bernaroli aumentano: questa estate sono 65 i partecipan­ti divisi su quattro turni.

A seguire i ragazzi passo passo, invece, sono due psicologhe, Elisa Gabbi e Ilenia Brizzi dell’associazio­ne «Punti di vista». «Tutte le attività — spiega Gabbi — sono attività per la terza età, pensate per gli anziani. Facciamo seguire ai ragazzi le stesse attività proposte agli anziani, non solo come osservator­i. Partecipan­o facendo delle interviste, oppure mettendo in contatto punti di vista ed esperienze. Tutte le mattine leggono il giornale insieme e commentano le notizie. Sono importanti gli uni per gli altri e alla fine del centro estivo in genere hanno avuto un pezzetto di crescita personale». Come Matteo Scandellon­e, 18 anni, iscritto alle Sirani, che ha scelto Villa Albiroli come sede del suo progetto di alternanza scuola-lavoro: «Imparo dalle cose che mi raccontano questi anziani».

Il progetto è andato talmente bene che quest’anno Villa Bernaroli ha inaugurato anche un altro centro estivo «intergener­azionale», questa volta tutto incentrato sui bambini piccoli. «In questo caso — spiega Gabbi — la mattina facciamo le attività con i bambini, poi il pomeriggio andiamo a prendere un anziano del quartiere e facciamo dei laboratori sui mestieri antichi». «Così i più piccoli — conclude il presidente Nuvoli — capiscono il valore delle persone anziane. Vedono che non sono pesi, ma soggetti carichi di esperienza. E imparano a rispettarl­i».

” Elena Gabbi (psicologa) Tutte le mattine leggono il giornale insieme e commentano le notizie Sono importanti gli uni per gli altri e alla fine del centro estivo in genere hanno avuto un pezzetto di crescita personale

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A pranzo Il momento del pasto con i giovani a servire gli anziani, ma poi anche i ragazzi si siedono

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