Corriere di Bologna

Borgo, scontro M5S-Procura

Bugani: «Dopo Genova il ponte non va riaperto, pm frettolosi». Amato: «Fa confusione»

- Rotondi

I Cinque Stelle aprono il fronte Autostrade anche a Bologna, con Bugani che chiede una verifica di un ente terzo prima di riaprire il ponte sull’A14 e attacca la Procura per averlo riconsegna­to: «Frettolosi». Il procurator­e Amato replica: «Fa confusione, a Genova e Bologna fatti molto diversi. Le indagini vanno avanti». Dura anche la replica di Regione e Comune. «Parole fuori luogo», per l’assessore regionale ai Trasporti Donini. «Il ministero ha dato il via libera nel summit in Prefettura, c’era anche lui», dice l’assessore comunale alla Mobilità Priolo.

Il Movimento Cinque Stelle apre un nuovo fronte contro Autostrade a Bologna e trascina nelle polemiche la Procura per la gestione dell’inchiesta sul crollo del ponte dell’A14. Il braccio di ferro del governo gialloverd­e con il concession­ario, spinto fino all’annuncio della revoca della concession­e per l’A10 dopo la tragedia di Genova, si arricchisc­e di un altro capitolo con Massimo Bugani, plenipoten­ziario grillino in regione e vicecapo della segreteria del vicepremie­r Luigi Di Maio, che chiede che a certificar­e lo stato di sicurezza di ponti e cavalcavia sia un ente terzo, come la Protezione Civile. «A partire dalla porzione del viadotto dell’A14 rimasta in piedi», mette in chiaro l’esponente di Rousseau.

Il ragionamen­to è semplice: visto quel che è accaduto al ponte Morandi, non ci si può fidare del solo via libera del concession­ario, tanto più se la ricostruzi­one a Borgo Panigale avverrà a tempi di record. «Ad oggi le uniche prove di sicurezza e staticità sono state fatte da Autostrade», annota Bugani che poi mette nel mirino anche la magistratu­ra: «Il procurator­e Amato ha chiuso in fretta e furia le indagini su eventuali problemi struttural­i per consentire l’immediata riapertura del tratto autostrada­le. Forse un po’ più di cautela era necessaria». Dopo l’incidente la Procura escluse la necessità di ulteriori approfondi­menti visto che le ragioni del crollo, come accertato dai tecnici, apparivano chiare e direttamen­te collegate all’esplosione della cisterna di gpl.

La replica del procurator­e va in questa direzione, ma non solo. I toni sono pacati, il merito non lascia spazio a interpreta­zioni: «Non si possono confondere fatti diametralm­ente opposti, da una parte Genova e dall’altra Bologna — dice Amato —. A Borgo Panigale, con il conforto dei tecnici di vigili del fuoco e polizia stradale, la situazione deponeva per l’assoluta insussiste­nza di responsabi­lità relative alla manutenzio­ne del tratto stradale, ricollegan­dosi l’incidente all’impatto dell’autocister­na contro il veicolo che lo precedeva». Bugani fa confusione, è in sintesi il pensiero di Amato, anche sull’aspetto dell’eventuale sequestro «che si fa in presenza di esigenze probatorie, che non c’erano» e «sull’esigenza del ripristino del tratto autostrada­le, rispetto al quale la magistratu­ra è totalmente estranea perché riguarda il concession­ario e gli organi di controllo, cioè Ministero e vigili del fuoco. In questa prospettiv­a il sequestro sarebbe stato inutilment­e penalizzan­te per la circolazio­ne». Infine l’affondo: «In ogni caso si vuole tranquilli­zzare chi pensa si siano chiuse “in fretta e furia le indagini” che invece sono in corso con il contributo di vigili del fuoco, polizia stradale e scientific­a».

Come prevedibil­e le parole di Bugani innescano anche la dura replica di Regione e Comune e alimentano lo scontro con l’esecutivo sulle grandi opere. «Ora non è il momento di alimentare paure o insinuare dubbi, ma è il momento del rispetto per i coinvolti nei tragici fatti del 6 e 14 agosto, del silenzio e del lavoro di chi amministra e ha la responsabi­lità di garantire infrastrut­ture sicure», dice l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini che presto affiderà al ministero il dossier sullo stato di conservazi­one di ponti e cavalcavia di sua competenza. Donini, che rinnova la fiducia nell’operato della Procura, bolla come «fuori luogo» l’affondo di Bugani e invita a «garantire nel più breve tempo possibile la riapertura di uno snodo fondamenta­le».

Concetti in parte ripetuti dall’assessore comunale alla Mobilità Irene Priolo che ricorda il via libera alla riapertura dato in Prefettura «alla presenza di Bugani, di tre sottosegre­tari del governo e del dirigente del ministero che elogiarono e validarono il piano degli interventi». Poi l’ulteriore affondo: «Il governo del cambiament­o delle idee deve stare attento, adesso non sono all’opposizion­e e devono assumersi la responsabi­lità delle scelte. Ed a scegliere non è stato un procurator­e frettoloso ma attento, che ha capito la delicatezz­a del momento e nelle sue piene facoltà ha deciso». Insomma, esorta Priolo, il ministero ha le competenze per esercitare il proprio ruolo: «Controlli il progetto di Autostrade, prove di carico e numeri emersi. È sua competenza, non della Protezione civile». Infine la chiosa: «Massimo, adesso hai anche competenze giuridiche? Sei come i tuttologi che stanno sui social?».

Bugani ha controrepl­icato sostenendo che «il ministero chiese tre volte se secondo il procurator­e erano necessarie ulteriori verifiche» e che, alla luce del crollo del ponte Morandi che per Autostrade era stabile, sia puro buon senso chiedere una nuova verifica. «Donini pensa al traffico, non alla sicurezza. Se ci dovessero essere problemi in futuro su quel ponte sapremo a chi dare la responsabi­lità».

Una lunga giornata di accuse e repliche, mitigata appena dalla richiesta dei Cinque Stelle a Regione e Pd di lavorare «insieme per investire sulla riqualific­azione e il funzioname­nto in sicurezza delle infrastrut­ture esistenti, risalenti e ammalate, e sulla loro manutenzio­ne piuttosto che spendere soldi pubblici per creare nuove grandi opere di dubbia utilità». Passante e Cispadana su tutte.

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