Corriere di Bologna

Pippo parte col derby «Noi, i rompiscato­le»

Inzaghi: «Lavorando, il Bologna si toglierà soddisfazi­oni. Joey? Diverso da Silvio, non mette pressioni»

- di Alessandro Mossini

Filippo Inzaghi, la serie A del Bologna ricomincia da un derby sentito. Cosa teme della Spal?

«Partire con un derby in uno stadio del genere deve essere di grande stimolo. Avremo di fronte un’avversaria complicata da affrontare: il modulo è lo stesso, ma loro lavorano con Semplici da quattro anni ed è una insidia in più, dato che noi usiamo quell’assetto solamente da due mesi. Poche scuse, però: è una partita da vincere».

Cosa non dovrete sbagliare?

«Servirà grande attenzione, abbiamo lavorato tanto ma non saremo perfetti perché ci vorrà tempo. La spinta del pubblico dovrà fare la differenza e su questo piano sono sereno. Senza dubbio non potremo permetterc­i di avere meno garra della Spal».

Cosa chiede a se stesso in questo nuovo debutto in A?

«Di essere più tranquillo in panchina ma non so se ce la farò: vorrei essere a giocare con loro, vivo tutto intensamen­te. Quindi cercherò di fare meno danni possibili: l’emozione c’è sempre».

E cosa chiede alla sua squadra?

«In questo momento non mi interessa come giochiamo, o essere belli. L’unica cosa che non può e non deve mancare è la voglia di giocare su ogni palla: dobbiamo dare una soddisfazi­one a Saputo che sarà in tribuna. Poi se gli altri saranno più forti gli stringerem­o la mano».

Ha incontrato Saputo di persona per la prima volta. Impression­i?

” Non siamo al meglio e non chiedo una squadra bella perché per essere perfetti serve tempo Ma non ci sono scuse, dobbiamo vincere: la forbice con le prime dieci si è dilatata, gli scontri diretti sono cruciali

«Mi sono sempre sognato un presidente così: uno che ti lascia lavorare, ha fiducia e non mette pressione. È il massimo per il calcio che prediligo e vorrei regalargli una bella gara».

Un po’ diverso da Berlusconi, no?

«Ognuno ha i propri modi, ma io mi sono trovato bene con tutti: Berlusconi non mi ha mai imposto nulla, è un intenditor­e e mi dava consigli, ben accetti. Ma io poi ho sempre deciso con la mia testa e tutti lo hanno capito fin dal primo giorno con me: quando un allenatore va a casa, è lui ad andarci. Quindi nel caso preferisco perdere con le mie idee».

Sulla formazione antiSpal ha dubbi?

«Alcuni sì e in allenament­o me li hanno aumentati, perché tutti stanno lavorando a 2.000 all’ora. In avanti Santander è in grande crescita e deciderò solo nella rifinitura, con l’attaccante escluso che entrerà sicurament­e nella ripresa. E c’è anche Okwonkwo che mi ha sorpreso: è un’arma in più».

In difesa può già debuttare Danilo?

«È arrivato in buone condizioni ed è arruolato, poi deciderò. Nel caso lui sarà sempre al centro, così come a sinistra ci sarà sempre un mancino tra Helander e Paz: entrambi stanno migliorand­o. Ha recuperato anche De Maio, mentre Calabresi è un jolly. Danilo ci serviva e il club mi ha accontenta­to: abbiamo una rosa ampia con doppi ruoli importanti. Anche il vice Pulgar c’è: è Nagy, che ha caratteris­tiche simili al primo Jorginho».

Non le pare che la distanza tra le prime dieci e le seconde dieci sia aumentata?

«Sì, le prime 7-8 hanno aumentato la loro forza e sembra di essere tornati a qualche anno fa. Con l’arrivo di Cristiano si sono tutte rafforzate e la forbice è più ampia».

E il Bologna in tutto questo che ruolo può avere?

«Deve provare ad essere la rompiscato­le della serie A, mi piacerebbe avere quel ruolo. Sarà fondamenta­le portare a casa punti negli scontri diretti: so che la gente ci starà vicina, serve tempo ma ci toglieremo soddisfazi­oni».

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Determinat­o Filippo Inzaghi oggi allenerà la prima partita in campionato da tecnico del Bologna

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