C’è la lettera a Invimit per i Prati di Caprara
Se arriva l’ok politico e tecnico, cantieri a partire da maggio 2020
È stata inviata alcuni giorni fa, al Comune e a Invimit, la lettera con la concreta manifestazione d’interesse per il restyling del Dall’Ara e opere connesse da parte del Bologna e di Seci, partner dell’operazione. L’obiettivo è dotare il club e la città di un impianto rinnovato senza dover aspettare il prossimo treno degli europei che vorrebbe dire minimo altri dieci anni. Siamo vicini al primo quinquennio di Saputo e non avere ancora una prospettiva concreta è un aspetto negativo. Margini per uno stadio nuovo (che come ripete il club costerebbe meno dei 70 milioni per il Dall’Ara e sarebbe di proprietà) non ci sono, il Bfc perciò ha imboccato con (obbligata) convinzione l’unica strada percorribile.
Adesso si attende la risposta di Palazzo d’Accursio e di Invimit, che dovrà essere disponibile a vendere i terreni dei Prati di Caprara ovest di cui è proprietaria. Lì dovrebbe sorgere la Cittadella della Moda, opera che risponde agli strumenti urbanistici comunali e che compenserebbe per circa 25/30 milioni l’investimento di Saputo. Operazione contestata dal Comitato Rigenerazione no Speculazione (contrario a nuove costruzioni e pro bosco urbano) che ha creato titubanze politiche in maggioranza e in minoranza (legato al restyling c’è anche il tassello dell’ex Cierrebi col nuovo supermercato). Fra il progetto Dall’Ara, curato dal Bfc (circa 700 mila euro), e quello dei Prati, seguito dalla Seci (idem) disegnato dallo Studio Tasca e pronto per essere acquistato dai tedeschi della Ece per circa 130 milioni, è sicuramente più problematico il secondo.
Se sarà un «sì, andiamo avanti» lo sapremo presto. L’unicità dell’intervento architettonico e strutturale (su un monumento storico tutelato nel cuore della città, invece della solita astronave in periferia, ma più redditizia per il club), dotare i tifosi di un impianto «contemporaneo» dove non ci si bagna, non aspettare altri dieci anni per avere un’altra possibilità sono voci che si aggiungono alla soluzione Dall’Ara (gestione onerosa per il Comune senza il Bfc quando nel 2026 scadrà la convenzione gazzoniana) e a un riordino e a una riqualificazione delle aree attigue (escluso l’Antistadio). La battaglia vera però è quella fuori Porta Saffi, ai Prati. Se la proposta passa, s’avvierà l’iter amministrativo politico e se te tutto va bene i progetti definitivi per partire nel maggio 2020.