«Sacro e profano Non solo machi nei gruppi ultras»
Balestri: «Buon senso nel rispetto di tutti»
” Nel linguaggio comune certe cose non sono comprese Gli ultras hanno i loro luoghi e i loro riti, certe precauzioni evitano di usurparli In quel mondo la territorialità è un valore sacro
Carlo Balestri, da esperto di curve e molto ultras che idea s’è fatto degli episodi recenti: dopo Verona questa domenica resterà vuota la Bulgarelli. È giusto?
«È chiaro che nel linguaggio comune si fa fatica a comprendere decisioni di questo tipo che appartengono alla logica ultras e del tifo organizzato. Viene vista come un’usurpazione di un luogo simbolico o una profanazione, per dirla in linguaggio comune è come se di notte venissero a scrivere delle offese sul muro di casa tua».
Certo, alla prima di Cristiano Ronaldo in Italia quel vuoto ha fatto scalpore.
«Sicuramente è stato curioso ed è stata una situazione più complicata viste le richieste di biglietti. Domenica il Dall’Ara penso possa accogliere tutti gli spettatori di Spal-Parma anche senza la Bulgarelli».
Si può considerare una curva come luogo di proprietà di una tifoseria?
«Mi rendo conto che sia complicato pensarla così. In fin dei conti è un modo per preservare dall’invasione di uno spazio, anche se nella logica commerciale è pur sempre uno spazio regolarmente affittato. Nel caso del Verona e del Bologna, poi, ci sono anche targhe o disegni in curva che in questo modo non saranno imbrattati».
Sostanzialmente, prevenire è meglio che curare.
«Non è un processo alle intenzioni, perché ad esempio in curva Bulgarelli potrebbero andare ultras spallini ma anche qualche tifoso medio. In questo caso il settore rimane riguardato e si evitano tensioni o eventuali danneggiamenti: un modo per salvare capra e cavoli, una mediazione all’insegna del buon senso».
Può essere che anche un ultras ferrarese durante Spal-Parma si potrebbe trovare a disagio nella curva del Bologna?
«Forse sì. In fondo l’ultras ha le sue consuetudini, i suoi riti e le sue cose sacre. So bene che da fuori può sembrare particolare o che ci possono essere altri eventi allo stadio, come un concerto, che poi ti portano lì. Ma in fondo la territorialità è sacra (e molto dibattuta negli ultimi anni, ndr) nel linguaggio ultras ed è un aspetto importante di questa vicenda».
Cambiando argomento, cosa ne pensa del comunicato degli ultras della Lazio sulla presenza di donne vietata nelle prime file?
«Ormai non mi occupo più tanto di queste situazioni, ma credo sia una risposta provocatoria alla piattaforma creata nelle curve di Lazio e Roma dove si dovrebbero mettere i capo-coro. I tifosi laziali poi sono esperti nel cercare le prime pagine provocando ad hoc, stavolta lo hanno fatto in modo sessista e rimarcando l’aspetto machista del tifo che non corrisponde a verità. Tanti gruppi ultras hanno donne nelle loro prime file, compresi i bolognesi».