TORRE PEDRERA RESTYLING AL LITORALE
Arredi ricavati dai tronchi spiaggiati sulla battigia, menù in dialetto romagnolo, terrazza con panoramica sul lungomare e piscina che utilizza il sale dell’Adriatico Parte dal bagno Belaburdela la riqualificazione della costa a nord di Rimini
Sulla Riviera romagnola dei chiringuitos, su quel litorale che sembra spesso arrendersi al fascino dell’esotico, c’è chi ha deciso di ritornare alle radici. E di farlo a Torre Pedrera di Rimini, ultimo avamposto settentrionale della capitale della Riviera.
Da quest’anno, camminando sul lungomare della piccola frazione, è facile imbattersi in un’insegna che richiama un linguaggio sempre meno in voga sulla costa. «Bela burdèla» in dialetto romagnolo significa «bella ragazza», un’espressione che ricorda forse il mito dei vitelloni, ma che Stefano Lappi ha scelto per chiamare la sua nuova avventura imprenditoriale, la riqualificazione di un vecchio stabilimento balneare di 10.000 metri quadri.
«A parte l’insegna – racconta Stefano - abbiamo deciso di riservare al nostro dialetto una discreta vetrina. Al nostro ristobar i menù sono stati tradotti tutti in dialetto. Un modo per recuperare le radici per far sentire a casa chi abita qui ma anche per incuriosire i tanti turisti. A chi viene dall’estero, insegniamo la traduzione dei piatti o di altre cose in dialetto, e vediamo che si divertono. Ovviamente per le nostre pietanze usiamo solo prodotti a km 0». Dalla terrazza panoramica del ristobar lo sguardo abbraccia una buona fetta della costa romagnola, dal Grattacielo di Cesenatico, che si scorge in lontananza, fino alla ruota panoramica del porto di Rimini. E sulla battigia al posto degli ombrelloni di paglia dei chiringuitos, campeggiano vele variopinte appese su lunghi tronchi piantati in terra. Ricordano quelle issate agli alberi dei bragozzi, le tipiche imbarcazioni che un tempo solcavano le acque dell’Adriatico proprio al largo della Romagna.
«Per realizzare alcuni arredi, tra cui i pali su cui sono issate le vele, abbiamo scelto di riciclare i tronchi che spesso ritroviamo spiaggiati sulla battigia dopo le mareggiate», continua il titolare. «Anche in questo caso è un modo per ritornare alla nostra terra». Forse potrà sembrare strano, ma
a pochi metri dalla riva del mare, al bagno Belaburdela trova spazio persino una piccola piscina, che, cosa all’apparenza ancora più bizzarra, viene alimentata con acqua salata. «È un piccolo specchio d’acqua ma dietro c’è un’alta tecnologia che sfrutta l’elettrolisi e il sale dell’Adriatico con cui ricarichiamo il serbatoio», spiega ancora il responsabile. «Oramai siamo viziati, l’acqua del mare vero non basta più ai bagnanti e malgrado il servizio sia a pagamento, la piscina sta avendo successo. E si può anche trasformare in una vasca idromassaggio terapeutica».