Corriere di Bologna

Addio al pugile Checco Cavicchi, il campione europeo dei pesi massimi che portò 60mila persone allo stadio

Scomparso a 90 anni Checco Cavicchi campione europeo dei pesi massimi Nel ‘55 portò allo stadio 60.000 tifosi

- Di Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Pieve di Cento e lo sport bolognese piangono Francesco Cavicchi: il grande pugile si è spento ieri mattina all’età di novant’anni e i funerali si terranno domani alle ore 10 nella Cappella del Cimitero della sua Pieve di Cento. Lì, nelle campagne, nacque il mito di «Checco», il pugile che non amava prendere a cazzotti la gente: sembra un controsens­o, ma la sua grande carriera forse sarebbe potuta essere ancora più fulgida se Cavicchi avesse avuto la cattiveria del picchiator­e.

Ne aveva solo la castagna, quella che impression­ò fin dai primi allenament­i fatti quasi per curiosità alla Sempre Avanti — allora in via Maggia — il suo maestro Leone Blasi: non amava far male («Non si danno dieci pugni all’avversario se per vincere ne bastano otto», disse in una intervista), ma stendeva tutti. Nel 1952 diventò campione italiano dilettanti a Trieste, poi fece altrettant­o tra i pro: i suoi match in Sala Borsa costringon­o le forze dell’ordine a dover intervenir­e per regolare il traffico e vanno ben oltre il soldout, tanto che i racconti dell’epoca narrano che l’allora sindaco Giuseppe Dozza, suo amico, decise di costruire il Palasport di Piazza Azzarita proprio per avere un impianto adatto per lui. Nel 1955 però ci volle lo stadio — all’epoca,

Amatissimo e discusso dai bolognesi, 71 vittorie (45 per ko), fu paragonato a Carnera

sempliceme­nte, Comunale — per contenere gli appassiona­ti che accorsero per vedere il match per il titolo di campione europeo tra Cavicchi e il tedesco Heinz Neuhaus: il «birraio di Dortmund», per via di una pancia da amante del luppolo, era campione da due anni ma Cavicchi quel 26 giugno lo abbatté dopo 15 lunghe riprese, vincendo ai punti e venendo portato in trionfo dai 60.000 spettatori presenti.

In quel 1955 dorato, Cavicchi impression­ò anche Nat Fleischer, fondatore della rivista The Ring, il giornalist­a di boxe più influente del secolo scorso: «È dotato di un fisico imponente e di una notevole potenza», sottolineò piazzandol­o al 9° posto nella top-ten dei pesi massimi di quell’anno in una classifica dominata da Rocky Marciano. All’epoca non c’erano né sigle né sottofeder­azioni: quei dieci erano i migliori, stop.

In Italia Cavicchi veniva considerat­o il nuovo Primo Carnera, ma dopo quell’europeo proseguì in chiaro-scuro fino a perdere la cintura — sempre a Bologna — nel settembre del 1956 contro lo svedese Ingemar Johansson, andando giù al 13° round per un colpo che non sembrò così devastante.

Amato, Cavicchi, ma anche discusso, proprio per quell’essere poco amante dei riflettori (nonostante abbia conosciuto Papa Pio XII e l’allora presidente della Repubblica Gronchi) e soprattutt­o molto prudente: «Non ho mai sottovalut­ato gli avversari o i danni che potevano causare. Non c’è bisogno di fare gli eroi», dirà. Gualtiero Becchetti, direttore della rivista della FPI Boxe Ring, ricorda: «La gente accorreva in massa per vederlo. Molti lo amavano, altri perché speravano di vederlo perdere. Di certo suscitava sentimenti forti». Con il passare degli anni Cavicchi combatté quasi di malavoglia, fino al match a Bologna del 1963 contro Tommy Fields: debilitato da un’infezione, abbandona e viene travolto dai fischi della sua gente. Giurerà a se stesso di non mettere mai più piede a un incontro di boxe e così sarà.

Chiuse con 89 incontri, 71 vittorie (45 ko), 14 sconfitte (1 ko) e 4 pareggi e tornò nella sua campagna, in via Asia: i soldi delle borse li ha sempre investiti in attrezzatu­re, animali e terra che lui stesso coltivava. Anche per questo si è guadagnato il soprannome di «Pugile contadino», uno che Bologna l’ha fatta emozionare per davvero.

” Gualtiero Becchetti La gente accorreva per vederlo, alcuni perché lo amavano e altri perché volevano vederlo perdere

” Nat Fleischer Dotato di un fisico imponente e di notevole potenza, è il nono pugile più forte del mondo

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