Corriere di Bologna

Se il popolo rosso batte un colpo

Quindicimi­la persone alla prima serata della Festa dell’Unità

- Romanini

Segnali di vita dal popolo rosso, almeno a Bologna. Alla prima serata della Festa dell’Unità di Bologna sono arrivate 15 mila persone e l’incaso è stato di 32 mila euro, numeri superiori alle aspettativ­e. I dirigenti dem tirano un sospiro di sollievo. E Martina ha aperto ieri la Festa nazionale a Ravenna.

I dati e le sensazioni della prima serata vanno prese con le molle perché tutto potrebbe ancora cambiare ma, un po’ a sorpresa, sembra che ci sia ancora vita sul pianeta rosso, almeno a Bologna. Dopo la disfatta elettorale dello scorso 4 marzo, la Festa provincial­e dell’Unità non si apriva sotto i migliori auspici: è la prima volta che si fa alla Fiera non più all’aperto, c’è la concorrenz­a di un’altra Festa al Parco Nord e l’aria che tira tra militanti e simpatizza­nti non è delle migliori. Insomma, nessuno si sarebbe stupito di trovare gli stand deserti la prima sera dell’inaugurazi­one. E invece il popolo rosso o ex rosso, a seconda dei punti di vista, è arrivato ancora una volta anche se ha dovuto fare una strada diversa per esserci.

Quattrocen­to persone al primo dibattito, 15 mila presenze nel corso della serata, 32 mila euro di incasso contro i 30 mila previsti a bilancio. «Cambiare dopo 44 anni rappresent­a una sfida da far tremare i polsi — ha detto ieri il responsabi­le della Festa Davide Speme — e l’inizio è stato molto positivo, superiore alle aspettativ­e sia per incassi che per visitatori».

Gli organizzat­ori sottolinea­no

Buone sensazioni

Anche a Ravenna tanta gente all’inaugurazi­one Calvano sorpreso: «Bello e emozionant­e»

come l’aver ridotto a zero il rischio maltempo (la manifestaz­ione è al coperto) produrrà dei risultati positivi sugli incassi e sulle presenze. Ma quello che interessa non sono i duemila euro di incasso in più o i numeri del bilancio finale del partito: qui si cerca di capire se c’è una reazione del popolo del Pd o se la discesa verso il baratro è inarrestab­ile. E a giudicare dai primi dati sembra dunque che ci sia ancora vita nel pianeta rosso almeno a queste latitudini.

Negli ultimi tempi il più critico nei confronti del suo partito è l’assessore Matteo Lepore. «La nuova Festa dell’Unità di Bologna — ha detto ieri — per il momento restituisc­e buone impression­i. Ma il futuro per il Pd sono soprattutt­o le feste di quartiere, che funzionano molto perché più vicine ai cittadini. Un rapporto di vicinato che il partito anche a Bologna deve recuperare».

Ieri, intanto, il segretario nazionale del Pd Maurizio Martina ha aperto la Festa nazionale dell’Unità a Ravenna. E anche lì c’era gente tanto che un quasi incredulo Paolo Calvano, il segretario regionale dem, ha commentato: «Bello e emozionant­e».

Alla Festa nazionale dell’Unità ci sono una ventina di giubbotti di salvataggi­o che galleggian­o alla deriva in mezzo al mare: «Tienimi le mani, non annegherai» è il titolo dell’installazi­one che il gruppo parlamenta­re del Pd alla Camera ha realizzato nel proprio stand alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna. «Per sottolinea­re la gravità delle scelte del governo in materia di soccorso in mare ai migranti» dicono.

Il problema del Partito democratic­o è sempre quello: come fare opposizion­e e come ripartire dopo la sberla elettorale e il lungo periodo di disorienta­mento. Sulla prima delle due sfide ha garantito ieri il leader Pd, Maurizio Martina: «Posso assicurare a Grillo che l’opposizion­e c’è. A me interessa lavorare con le persone, tante, che oggi si domandano perché un governo come il nostro stia soffiando sul fuoco dei problemi anziché gestirli».

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