Dzemaili si è smarrito e con lui anche il gol Sotto porta steccano tutti
La cessione di Verdi ha tolto la miglior freccia all’arco rossoblù L’assenza di Palacio ha complicato ancor di più la situazione
Quando hai 4 o 5 giocatori che fanno la differenza puoi anche mollarne uno, ma quando ne hai uno solo e lo spingi addirittura ad andare via poi hai poco da lamentarti. Il personaggio della notte di Torino è lo stesso di quello di domenica passata a Bologna contro la Spal ed è un uomo che gioca da un’altra parte. O meglio che in un’altra parte sta a guardare, e ciò accresce i rimpianti. Quanto manchi Simone Verdi al Bologna è davanti agli occhi di tutti, almeno a oggi la squadra di Inzaghi non ha addosso quelle doti che partita dopo partita regalava il talentino. Fin qua questo Bologna è piatto, facilmente leggibile dagli avversari, non ha cambio di passo e soprattutto non ha uno che saltando l’uomo sa creare la maggioranza numerica. Tutti portano palla, con la conseguenza che ai dirimpettai basta essere applicati nelle marcature e attenti nelle chiusure per poter vivere senza particolare ansie. Anche se quelli del Frosinone hanno evidenziato ancora una volta tutti i suoi limiti. C’è di più: se poi anche quando riesci a costruire qualcosa di buono più per le colpe degli altri che per i tuoi meriti sbagli gol che sembrano fatti allora devi solo imprecare nei confronti di te stesso, perché l’errore di Dzemaili non sta né in cielo né in terra. Ed è lo svizzero il personaggio negativo di questa prima parte della partita giocata in un clima surreale, perché ha ragione Renzo Ulivieri quando dice che senza pubblico sulle tribune non è gioco del calcio.
Parliamoci chiaro, un conto è stato lo Dzemaili del primo anno quando costruiva, difendeva e aveva sempre il gol addosso, e un conto è quello di oggi, che incide poco da centrocampista e che quando gli capita l’occasione favorevole per far svoltare il Bologna incredibilmente la spreca. Eppure il gol dei centrocampisti servirebbe come l’aria alla squadra di Superpippo, perché è vero che Santander non ti lascia mai a piedi quando c’è da battagliare, ma in questo giochino le partite le vinci quando fai finire il pallone alle spalle del portiere e in questo senso anche questo attaccante paraguaiano prelevato dal Copenaghen lascia perplessi. Anche perché in area di rigore la sua presenza è impalpabile. Va detto che ora come ora non sarebbe giusto mettere su processi nei confronti di chi questo Bologna lo ha costruito, ma quello di oggi ti mette addosso tante preoccupazioni.
Uno può dire: FrosinoneBologna è sembrata più una partita amichevole che di campionato. Non siamo d’accordo, lo stadio vuoto e di conseguenza il silenzio assordante possono anche avere dato questa impressione, ma la verità è un’altra: tutte e due le squadre hanno difficoltà a costruire gioco, non avendo qualità.
A venti minuti dalla fine Inzaghi ha buttato dentro Mattia Destro e Orsolini per Santander e Poli, avendo bisogno di uomini capaci più di far male agli altri che di lavorare per la squadra. Poi Okwonkwo ha preso il posto di Falcinelli. Dei tre si è fatto vedere solo il ragazzo nigeriano. Morale: i personaggi hanno continuato a essere gli assenti. E se non vogliamo guardare al passato, pensiamo al presente: lunga vita a Rodrigo Palacio. Senza di lui il Bologna è da ultimi posti in classifica, valendo su per giù quanto il Frosinone.