Corriere di Bologna

Dzemaili si è smarrito e con lui anche il gol Sotto porta steccano tutti

La cessione di Verdi ha tolto la miglior freccia all’arco rossoblù L’assenza di Palacio ha complicato ancor di più la situazione

- Claudio Beneforti

Quando hai 4 o 5 giocatori che fanno la differenza puoi anche mollarne uno, ma quando ne hai uno solo e lo spingi addirittur­a ad andare via poi hai poco da lamentarti. Il personaggi­o della notte di Torino è lo stesso di quello di domenica passata a Bologna contro la Spal ed è un uomo che gioca da un’altra parte. O meglio che in un’altra parte sta a guardare, e ciò accresce i rimpianti. Quanto manchi Simone Verdi al Bologna è davanti agli occhi di tutti, almeno a oggi la squadra di Inzaghi non ha addosso quelle doti che partita dopo partita regalava il talentino. Fin qua questo Bologna è piatto, facilmente leggibile dagli avversari, non ha cambio di passo e soprattutt­o non ha uno che saltando l’uomo sa creare la maggioranz­a numerica. Tutti portano palla, con la conseguenz­a che ai dirimpetta­i basta essere applicati nelle marcature e attenti nelle chiusure per poter vivere senza particolar­e ansie. Anche se quelli del Frosinone hanno evidenziat­o ancora una volta tutti i suoi limiti. C’è di più: se poi anche quando riesci a costruire qualcosa di buono più per le colpe degli altri che per i tuoi meriti sbagli gol che sembrano fatti allora devi solo imprecare nei confronti di te stesso, perché l’errore di Dzemaili non sta né in cielo né in terra. Ed è lo svizzero il personaggi­o negativo di questa prima parte della partita giocata in un clima surreale, perché ha ragione Renzo Ulivieri quando dice che senza pubblico sulle tribune non è gioco del calcio.

Parliamoci chiaro, un conto è stato lo Dzemaili del primo anno quando costruiva, difendeva e aveva sempre il gol addosso, e un conto è quello di oggi, che incide poco da centrocamp­ista e che quando gli capita l’occasione favorevole per far svoltare il Bologna incredibil­mente la spreca. Eppure il gol dei centrocamp­isti servirebbe come l’aria alla squadra di Superpippo, perché è vero che Santander non ti lascia mai a piedi quando c’è da battagliar­e, ma in questo giochino le partite le vinci quando fai finire il pallone alle spalle del portiere e in questo senso anche questo attaccante paraguaian­o prelevato dal Copenaghen lascia perplessi. Anche perché in area di rigore la sua presenza è impalpabil­e. Va detto che ora come ora non sarebbe giusto mettere su processi nei confronti di chi questo Bologna lo ha costruito, ma quello di oggi ti mette addosso tante preoccupaz­ioni.

Uno può dire: FrosinoneB­ologna è sembrata più una partita amichevole che di campionato. Non siamo d’accordo, lo stadio vuoto e di conseguenz­a il silenzio assordante possono anche avere dato questa impression­e, ma la verità è un’altra: tutte e due le squadre hanno difficoltà a costruire gioco, non avendo qualità.

A venti minuti dalla fine Inzaghi ha buttato dentro Mattia Destro e Orsolini per Santander e Poli, avendo bisogno di uomini capaci più di far male agli altri che di lavorare per la squadra. Poi Okwonkwo ha preso il posto di Falcinelli. Dei tre si è fatto vedere solo il ragazzo nigeriano. Morale: i personaggi hanno continuato a essere gli assenti. E se non vogliamo guardare al passato, pensiamo al presente: lunga vita a Rodrigo Palacio. Senza di lui il Bologna è da ultimi posti in classifica, valendo su per giù quanto il Frosinone.

 ?? Calante ?? La forma di Dzemaili non è quella degli esordi, come ben evidenziat­o nella partita di ieri in cui si è divorato un gol solo davanti alla porta
Calante La forma di Dzemaili non è quella degli esordi, come ben evidenziat­o nella partita di ieri in cui si è divorato un gol solo davanti alla porta

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