Un mese con la scienza e i ricercatori
In attesa della Notte dei ricercatori, da oggi fino al 28 settembre ogni martedì gli aperitivi scientifici con gli studiosi. Si parte con il racconto delle tecnologie quantistiche. Allestita anche la mostra di immagini «Art at the nanoscale»
La crittografia è un antico metodo che permette di trasmettere dei messaggi in modo che solamente i destinatari possano comprendere il testo originale, utilizzando codici segreti basati su numeri, tabelle o algoritmi.
Ma se si potessero usare particelle che rispondono alle regole della fisica quantistica, come i fotoni, si avrebbe la certezza di una chiave inviolabile. Quello della crittografia quantistica, in grado di tenere al sicuro la gestione telematica dei nostri soldi, è il tema d’esordio della nuova serie di «Aperitivi scientifici», cinque appuntamenti alla Velostazione Dynamo di via dell’Indipendenza 71/z da oggi al 25 settembre, alle 18 e con ingresso gratuito. Un ghiotto antipasto, oggi con Elisa Ercolessi dell’Alma Mater e Daniele Ottaviani del Cineca, in attesa dell’ormai abituale Notte Europea dei Ricercatori, quest’anno in programma il 28 settembre in più di 80 città, con il progetto Society che coinvolgerà in regione Bologna, Cesena, Forlì, Predappio, Ravenna e Rimini.
Nell’attesa, si potrà riflettere sugli ecosistemi cittadini o sui cambiamenti intercorsi nelle nostre città. Tra gli incontri, tutti di martedì con programma su nottedeiricercatori-society.eu, da segnalare anche, tra una settimana, un approfondimento su detriti ed ecologia spaziale. Il riferimento è a quella spazzatura composta dagli oggetti lanciati dall’uomo nello spazio, pezzi di satelliti, sonde, frammenti e particelle creati da collisioni, grandi anche come camion e che orbitano attorno alla terra fino a 36.000 km all’ora.
La spazzatura spaziale che si trova in un’orbita più bassa di 600 chilometri normalmente cade sulla terra entro pochi anni, mentre quella oltre i 1.000 di altezza potrebbe restare in orbita oltre un secolo.
L’incontro finale del ciclo, il 25 settembre con Serena Baiesi e Micol Todesco, prenderà invece spunto dal Frankenstein di Mary Shelley.
«Eruzioni mostruose. L’anno (senza estate) in cui nacque Frankenstein» fa riferimento all’estate di due secoli fa, quando un gruppo di intellettuali inglesi, tra i quali lord Byron e Percy Shelley, si ritrovò in villeggiatura sul lago di Ginevra. Alle prese con temperature ben al di sotto della media, piogge torrenziali e tempeste.
Il 1816 passò infatti alla storia come l’anno senza estate, con un clima anomalo che provocò gravi carestie a causa di un’immane catastrofe naturale, verificatasi in Indonesia più di un anno prima. Nell’aprile del 1815, infatti, una gigantesca eruzione aveva sconquassato il vulcano Tambora, nell’isola di Sumbawa, nella più potente fuoriuscita vulcanica mai registrata nella storia, almeno 10 volte più intensa di quella che rase al suolo Ercolano e Pompei. In grado di formare una cortina che oscurò parzialmente la terra dai raggi solari e provocò una piccola glaciazione. Byron e la sua compagnia di intellettuali affrontarono il tempo da lupi lanciandosi nella sfida di scrivere delle storie d’orrore. La più convincente risultò essere proprio la giovane Mary Shelley che, dopo aver sentito delle discussioni sugli esperimenti del bolognese Luigi Galvani sull’elettricità e gli organismi viventi, ne trasse ispirazione per il suo celebre racconto dell’orrore.
A fianco degli aperitivi, nella galleria di Dynamo sarà allestita anche la mostra dal titolo «Art at the nanoscale Astrattismo scientifico: arte e Microscopia a Scansione di Sonda» curata da Cristiano Albonetti del Cnr, che si inaugurerà l’11 settembre alle 19.30. Con 12 immagini create al «microscopio a scansione di sonda» trasformate in opere d’arte e unite ad altre 4 opere trasferite direttamente su piastrella con la macchina «Caravaggio drawing machine», che consente di riprodurre a inchiostro le linee di qualunque disegno.