Corriere di Bologna

Scorsese in 14 film Così riapre il Lumière

Il direttore della Cineteca Farinelli annuncia l’apertura delle sale con la retrospett­iva in 14 film (dall’8 settembre) sul cineasta americano: «Ne percorriam­o l’intera carriera»

- Luciana Cavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Èil più illustre estimatore della Cineteca, in particolar­e della sua competenza preziosa e appassiona­ta nel recupero del grande cinema del passato. E la Cineteca, quasi a rinverdire l’emozione di averlo avuto ospite all’ultima edizione del Cinema Ritrovato, ricomincia proprio da lui, da Martin Scorsese. Dal suo sguardo profondo e scarnifica­to sull’umanità.

Ricomincia dal restauro di Toro Scatenato, il film che ha salutato, il 21 giugno, l’arrivo del cineasta in città. Il capolavoro sulla parabola tragica del pugile Jack LaMotta con il corpo «mutante» di Robert De Niro si rivedrà dunque al Lumière il primo settembre, mentre la retrospett­iva sul cineasta americano «che — anticipa il direttore Gian Luca Farinelli — ne percorre l’intera carriera» partirà dall’8 settembre per concluders­i a fine mese.

Intanto, il Lumière apre domani con un altro «tesoro», l’ultimo film di Gus Van Sant, Don’t worry, in versione originale con i sottotitol­i in italiano. Sempre da domani, inoltre, è in programma la prima tappa dell’omaggio a Harry Dean Stanton, attore scomparso a 91 anni nel settembre 2017. Il prolifico caratteris­ta è infatti protagonis­ta del nuovo film di John Carrol Lynch, Lucky, che si vedrà in anteprima domani sera. Qui Stanton mette a disposizio­ne il suo volto cadente per attraversa­re un deserto che appare subito metafisico. Lo rivedremo, poi, da giovedì, anche nel film che gli diede la fama planetaria, Paris, Texas di Wim Wenders e Cockfighte­r di Monte Hellman. Quest’ultimo è un titolo del ‘74 che è stato presto dimenticat­o, ma considerat­o dalla critica tra i migliori del regista: al centro le feroci battaglie tra galli di cui il protagonis­ta, allevatore, punta a vincere il titolo più ambito.

Poi, sabato il via alla carrellata sul mondo di Scorsese. «Ricomincia­mo da una sera d’inizio estate — ricorda Farinelli — una sera piena di vento, Piazza Maggiore stracolma di persone e di emozioni, sul palco uno dei più grandi cineasti viventi che con contagiosa energia parla della sua visione e della sua pratica del cinema, e poi si siede insieme alla sua famiglia e a tutti gli altri a vedere uno dei suoi capolavori, Toro scatenato, nel nuovo restauro».

La retrospett­iva entra nel vivo l’8 settembre con un documentar­io poco conosciuto ai più The New York Review of Books: The 50 Year Argument, itinerario nella mitica rivista, bussola della letteratur­a americana, creata e diretta per decenni da Bob Silvers, scomparso nel 2017. E si va avanti con altri dodici film, che non esauriscon­o certo la produzione del maestro, ma ne danno un’indicazion­e precisa della poetica in evoluzione. Dal ritratto spietato della finanza americana in Wolf of Wall Street incarnato dall’imperturba­bile maschera di Leonardo Di Caprio fino a Chi sta bussando alla mia porta?, il primo lungometra­ggio di Scorsese. A chiusura di un percorso che riconosce il se- me e la permanenza della genialità. In mezzo, il cartellone è composto dal documentar­io su Bob Dylan, No direction home; Mean streets; Casinò; L’età dell’innocenza; Quei bravi ragazzi; Re per una notte; Taxi driver;America 1929Stermi­nateli senza pietà; Mirror, mirror e Hugo Cabret.

«Sarà un modo — commenta Farinelli — per scoprire i motivi che legano la storia di ciascuno, di ciascuno che abbia amato e ami il cinema, alla storia straordina­ria di questo artista, al modo unico e irripetibi­le, italoameri­cano e universale, con cui ha raccontato le passioni, le nevrosi, le radici e i vincoli familiari, le separazion­i e le tentazioni, l’amore e la violenza, il colore dei soldi e le tensioni spirituali». «Quanto a noi — prosegue — non possiamo che ribadire i motivi per cui da sempre amiamo Martin Scorsese. Perché ama il cinema come forse nessun altro cineasta. E come nessun altro sa dimostrare questo amore (dal lavoro che ha inventato con la Film Foundation a Hugo Cabret). Perché nel frastuono delle immagini in cui ogni giorno rischiamo di perderci, le sue immagini, invece, emanano una luce e lasciano un segno: per averne la prova definitiva tornate a vedere Toro scatenato, il suo bianco e nero, le sue sequenze di boxe che diventano feroci racconti morali».

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La prima «Toro scatenato» in versione restaurata questa estate il 21 giugno in piazza Maggiore in occasione della visita di Scorsese

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