Corriere di Bologna

Il Pd lascia via Rivani E finisce in un grattaciel­o

Entro fine settembre il trasloco nel distretto della Regione. Sfuma la Bolognina, troppo cari i lavori

- di Olivio Romanini

Il Pd di Bologna si trasferisc­e in uno dei grattaciel­i del Fiera district. La Fondazione 2000 ha venduto a privati la sede che ospitava da 11 anni il Pd, via Rivani, e i dem dovranno lasciare la struttura entro il 28 settembre. Non andrà più per ragioni economiche alla casa del popolo di via Corazza ma in un grattaciel­o.

Il Pd si trasferisc­e in un grattaciel­o nel distretto della Regione. Il lungo e onorato servizio della sede di via Rivani, mai troppo amato palazzone di periferia dove il Pd e i Ds prima sono rimasti per undici anni, è finito: i dirigenti dem dovranno fare gli scatoloni subito dopo la Festa dell’Unità e lasciare liberi i locali entro il 28 settembre. Nessuno sentirà la mancanza di via Rivani che era stata definita ironicamen­te il posto dove si finisce quando ti perdi e non trovi la tangenzial­e e al posto delle bandiere del Pd troveranno spazio nuovi appartamen­ti. La Fondazione 2000, la società che controlla il patrimonio di circoli e sedi degli ex Ds, ha finalmente venduto l’immobile e così si può procedere con il cambio di sede.

Negli ultimi tempi però l’intenzione dei dem guidati dal segretario Francesco Critelli era quella di trasferirs­i nella casa del popolo di via Corazza, in Bolognina, una scelta simbolica per tornare in mezzo al popolo in un quartiere popolare. Ma non è stato possibile perché quella casa del popolo, sempre di proprietà della Fondazione 2000, necessitav­a di costosi lavori di ristruttur­azione.

Ecco allora la decisione di andare in uno dei tanti grattaciel­i tra la Fiera dove si sta svolgendo la Festa dell’Unità e la Regione dove si torna a votare l’anno prossimo. Si potrebbe osservare che se si vuole tornare a trovare una connession­e sentimenta­le con il proprio popolo, non è il massimo andarsi a rinchiuder­e in un grattaciel­o ma come ha spiegato il segretario dem aprendo la Festa non è più il tempo di fare i difficili e le compatibil­ità economiche vengono prima di ogni altra cosa. Inutile ricordare i fasti dal passato, dalla prestigios­a sede di via Barberia in pieno centro che ospitava anche la redazione de L’Unità fino alla dignitosa sistemazio­ne nel palazzo di via della Beverara: altri tempi con iscritti di gran lunga superiori a quelli attuali

Intanto proseguono sia la Festa provincial­e dell’Unità in Fiera sia quella nazionale a Ravenna. Sabato scorso in Fiera ad un dibattito con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini non ha usato giri di parole e ha chiesto l’azzerament­o dell’intero gruppo dirigente nazionale del Pd. Poi domenica sera alla Festa nazionale di Ravenna ha rincarato la dose: «Abbiamo bisogno di un messaggio che va lanciato a tutti coloro, in questo Paese, che non vogliono condannars­i a una deriva nazionalis­ta o populista, a Salvini e Di Maio. Abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente. Temo che fare il congresso a ridosso delle Europee e delle Amministra­tive non dia neanche il tempo di andare a selezionar­e una classe dirigente che dovremo candidare». Detto questo il governator­e ha anche precisato che come sempre si rimetterà agli ordini di scuderia del partito. Difficile che a questo punto si riesca ad anticipare il congresso ma sicurament­e alla fine delle due Feste il quadro sarà più chiaro.

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