Il talismano della Spal? Il Dall’Ara
La squadra di Semplici è prima in classifica grazie ai successi nello stadio del Bologna
Il Dall’Ara con la nuova stagione sembra essersi trasformato in un fortino inespugnabile. A festeggiare due vittorie in due gare non è però il Bologna padrone di casa ma la Spal ospite, oggi capolista con 6 punti.
Codice Dall’Ara ovvero quando l’ospitalità è tutto. Ne sanno qualcosa gli avversari del Bologna che da tre anni vengono vincono e salutano, e se n’è accorta la Spal che sotto la Torre di Maratona per due domeniche consecutive ha raccolto due vittorie, sei punti e la testa della classifica. Dopo Bologna, il Parma. Festeggia e canta senza soluzione di continuità il popolo ferrarese, impreca quello rossoblù. Due stati d’animo agli antipodi, eppure il campo è sempre quello: prato perfetto, 110 metri per 70. Anche i giocatori sono undici per parte, ma a quanto pare l’assemblaggio è riuscito meglio al club che non ha un proprietario con un patrimonio che si conta in miliardi di dollari, no. Chi domenica a fine partita s’è riversato in piazza della Pace (niente Bulgarelli per gli spallini…) non imprecava sulla sterilità del proprio attacco o la piattezza dei centrocampisti, ma ironicamente intonava un impensabile ritornello «salutate la capolista». Sì, insieme a Juventus e Napoli. E giù a ridere. Ma sono risate sane consapevoli e piene di entusiasmo. Figlie di un atteggiamento composto del club — da non dimenticare le parole del presidente Mattioli prima del match con il Parma rivolte ai propri tifosi, «utilizzare lo stadio come si trattasse dello stadio di Ferrara» — che fa il paio con il mercato estivo con l’acquisto di un usato sicuro come Petagna e non una scommessa come Santander (ma anche di Kurtic) e non ha ceduto il meglio dei suoi, Antenucci (domenica a segno), come invece ha fatto il ricchissimo Bologna con Verdi (adesso per tirare una punizione si tira a sorte, tanto lo specialista non c’è: vantaggione).
Spal frizzante al suo secondo campionato di A dopo 50 anni di astinenza, Bologna che già ne conta quattro ma non trova slancio, gioco, punti, niente. Soprattutto al Dall’Ara. Ed è proprio il club rossoblù l’ultimo della classe nel mini torneo regionale, mentre la Spal, forte di due derby vinti, guida il gruppo. È davvero singolare che proprio la società più blasonata, più ricca, col bacino di utenza più ampio e una dirigenza affatto novizia fatichi così tanto ad emergere. Ce l’ha fatta il Sassuolo in una manciata d’anni ad andare in Europa (certo, Squinzi è un presidente con grandi disponibilità, ma gli atleti top in casa Mapei erano i ciclisti e non i giocatori), ce l’aveva fatta il Parma prima del tracollo e infatti poi ha infilato tre promozioni consecutive, ora tocca alla Spal toccare il cielo con un dito. Per una settimana, va bene. E a metà settembre tornerà a giocare al Mazza — rinnovato, rinfrescato, ingradito, migliorato — con la pancia piena: il doppio week end nella città dei taglieri è stato eccezionale, Bologna è una città davvero ospitale (dove mangiano un po’ tutti…).