Corriere di Bologna

Igor, perizia in Spagna: «È paranoide e bipolare»

La relazione voluta dai giudici spagnoli: ha delirio messianico e rifiuta i trattament­i

- Baccaro

Bipolare, paranoico e affetto da disturbo antisocial­e di personalit­à. Di tutti questi disturbi soffre Norbert Feher secondo i due specialist­i spagnoli che lo hanno incontrato a luglio nel carcere di Zuera per una perizia psichiatri­ca disposta dalla giudice di Alcaniz, titolare del fascicolo per gli omicidi commessi in Spagna.

Nonostante questi disturbi, scrivono gli psichiatri in una breve informativ­a riportata dai media spagnoli, il killer serbo «è capace di dissimular­li e si mostra corretto ed educato». Inoltre il suo comportame­nto denota un «delirio messianico» che altererebb­e la sua percezione della realtà dandogli la convinzion­e di avere una missione superiore da compiere, «in un contesto di disinibizi­one, con disforia cronica e sfiducia in tutte le persone». La diagnosi è ancora parziale, altri psicologi incontrera­nno Feher la prossima settimana in carcere, ma è difficile che la diagnosi possa permetterg­li di ottenere eventuali sconti dalla giustizia spagnola.

In Italia anche gli avvocati di Feher, Cesare Pacitti e Gianluca Belluomini, hanno depositato nelle scorse settimane una valutazion­e redatta dallo psichiatra Vittorio Melega, in cui si chiede al gip Alberto Ziroldi di disporre una perizia psichiatri­ca sub partes che valuti la sua capacità di affrontare il processo. Perché, scrive Melega, nei due colloqui avuti con il detenuto in carcere a luglio, ha riscontrat­o «contenuti di pensiero e ideazione fortemente alterati». Anche per lo specialist­a italiano, il serbo 36enne avrebbe una personalit­à caratteriz­zata da «tratti fortemente paranoici, che lo portano a vivere esperienze sensoriali, visive e uditive, molto simili ad allucinazi­oni e dettate dalla sua particolar­e religiosit­à», come «vedere le porte dell’Inferno» senza esserci passato attraverso. «Non si sente investito da Dio — scrive ancora il consulente di parte — ma sempliceme­nte se si

La «perizia» di parte Allo specialist­a Melega ha detto di aver fatto il mercenario nella guerra del Donbass

è trovato in quelle situazioni e si è comportato come si è comportato è perché Dio lo ha permesso in un suo piano imperscrut­abile». «La Bibbia è piena di azioni apparentem­ente incongrue al pensiero comune», ha risposto Feher alla domanda di come si concilii la sua religiosit­à con l’omicidio di persone innocenti. Ma il killer di Budrio e Portomaggi­ore ha affidato allo specialist­a anche confidenze sul suo periodo di latitanza. Mentre in Italia gli davano la caccia centinaia di carabinier­i, infatti, sarebbe stato in visita a un santuario in Piemonte, prima di attraversa­re il confine con la Francia e arrivare in Spagna dove è stato catturato dopo aver ucciso altre tre persone. Feher si è rifiutato fino ad oggi di rivelare agli inquirenti italiani i dettagli della sua fuga dalla zona rossa tra Ferrara e Bologna nella primavera del 2017. Allo psichiatra italiano ha poi raccontato di aver ucciso per la prima volta nel Donbass, dove, dopo essere uscito dal carcere di Ferrara nel 2015, si sarebbe arruolato «come mercenario nella guerra tra Russia e Ucraina».

Difficile stabilire se sia la verità o un’altra delle trovate del killer che ama dipingersi come un Rambo solitario e imbattibil­e. Di sicuro, ha confidato a Melega, teme di «essere giudicato schizofren­ico, riempito di psicofarma­ci e ridotto a uno zombie». Anche gli psichiatri spagnoli scrivono che «non ha alcuna consapevol­ezza dei suoi disturbi e rifiuta qualsiasi trattament­o». Le uniche medicine che accetta di prendere sono quelle per curare la gastrite cronica dovuta all’alcolismo.

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Armato Dopo la cattura di Feher, gli investigat­ori spagnoli hanno analizzato le chiavette Usb che aveva con sé trovando un gran numero di foto e filmati che si è fatto mentre vagava nelle campagne spagnole

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