La scuola dei precari: mancano 1500 cattedre Allarme della Cgil
L’allarme della Cgil E-R: «Solo nel sostegno mancano 700 prof»
Scuola, sarà ancora un anno precario: secondo la Cgil, in Emilia-Romagna restano scoperte 1.500 cattedre, 700 nel sostegno. «Questo governo non ha cambiato nulla», l’accusa. Intanto la Regione, sul tema vaccini, avvisa: «Nei nostri nidi resterà l’obbligo». E arrivano le linee guida sull’autocertificazione.
Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte. Domani i giochi delle nomine saranno chiusi, ma la stima («che potrebbe addirittura essere per difetto») fatta dai sindacati indica già che l’avvio non sarà affatto sereno: sono circa 1.500 le cattedre che restano scoperte, qualcosa come il 33% dei posti assicurati dal Miur all’Emilia-Romagna per l’immissione in ruolo. Lezioni a singhiozzo? Orario ridotto? Chissà. Ogni scuola si troverà ad affrontare come potrà a una precarietà che, a quanto pare, non accenna a diminuire, nonostante le promesse.
«Il governo del cambiamento non ha cambiato proprio nulla — dice senza mezzi termini la responsabile della Cgil Scuola dell’Emilia-Romagna Raffaella Morsia, in una pausa durante le ultime immissioni in ruolo di questi ultimi giorni —. Il Miur distribuisce le immissioni in ruolo solo per fare propaganda, non viene da pensare altrimenti. E come sempre la scuola partirà grazie alla buona volontà di tanti docenti, dirigenti, collaboratori, funzionari degli uffici scolastici periferici. Intanto la scuola resterà precaria». Precaria perché mancano tanti docenti per le assunzioni a tempo determinato: ci si dovrà affidare alle supplenze.
Su 4.514 posti assicurati all’Emilia-Romagna per l’assunzione — nonostante la richiesta da parte dei sindacati fosse di almeno 1.529 docenti in più a livello regionale rispetto a questo numero — secondo la Cgil regionale ne restano vacanti circa 1.500, una percentuale stimata del 33%. E la situazione drammatica resta quella del sostegno: su 774 immissioni in ruolo autorizzate, restano vacanti 700 posti che saranno occupati da precari o da docenti in ruolo senza specializzazione per il sostegno.
” Supplenti Le classi resteranno ancora in mano a molti precari
Immissioni Il Miur aveva assicurato 4.514 assunzioni di docenti
«E queste stime — dice Morsia — potrebbero pure essere per difetto, vedremo i numeri definitivi nei prossimi giorni».
Ci sono sicuramente regioni che stanno peggio dell’Emilia-Romagna, ma anche qui si conferma un quadro che si ripete costantemente, anno dopo anno. Ma perché ogni anno restano così tante cattedre vacanti? «Sul sostegno — spiega Morsia — perché non ci sono più insegnanti specializzati, le università non hanno più fatto corsi di specializzazione. Sulle altre cattedre perché hanno assegnato le immissioni in ruolo per determinate materie, ma o le graduatorie sono esaurite o le commissioni non hanno ancora finito di espletare i lavori del concorso». Quindi in quelle «caselle» che anno dopo anno restano vuote, ci andranno insegnanti precari. Resta matematica una delle materie con più problemi anche in Emilia-Romagna: «Qui come in Lombardia — spiega Morsia — sono state pubblicate le graduatorie di matematica, ma non quelle di matematica e fisica». E poi mancano molti tecnici di laboratorio. Risultato: «Saranno penalizzati soprattutto gli istituti tecnicoprofessionali».
Per la Cgil, quindi, «non c’è stata alcuna discontinuità con il governo precedente: non c’è stata una maggiore stabilizzazione del personale, resta il problema degli organici, non c’è stata una riorganizzazione del personale, la macchina della scuola arranca. E a pagare sono sia i lavoratori che i bambini, soprattutto quelli più deboli che hanno una disabilità».
E poi resta la carenza cronica, secondo la Cgil E-R, dei collaboratori scolastici, gli Ata: «Ieri l’Ufficio scolastico regionale ha autorizzato l’immissione in ruolo di 1.344 persone, ma noi ne chiedevamo almeno 1.500. La differenza resta soprattutto a carico delle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, sono quelle che soffrono di più».