Carracci, feriti due cacciatori di rottami
Dentro la scuola senza autorizzazione, poi l’incendio. Palazzo d’Accursio li denuncia
Stavano tagliando con un flessibile un tubo della caldaia. Il gas all’interno delle ex scuole Carracci è chiuso ma forse le scintille provocate dall’utilizzo del flessibile sono venute a contatto con qualche residuo che ha provocato una fiammata e poi un incendio. Si sono feriti così due operatori dell’associazione El Ihsan, riportando ustioni lievi. «Siamo stati autorizzati dal Comune», dicono loro. «Non è vero», replica Palazzo d’Accursio che farà denuncia.
Nasiru, presidente nigeriano dell’associazione El Ihsan, ieri mattina era all’interno delle ex scuole Carracci assieme a un altro collega, anche lui nigeriano. «Non era la prima volta — spiega con le braccia fasciate per le ustioni — . Stavamo cercando materiale da recuperare come abbiamo fatto altre volte con la nostra associazione, ma a un certo punto la scintilla del flessibile ha innescato l’esplosione». Una fiammata, il botto e una nube di fumo si è alzata assieme alla polvere bianca. Tanta paura e lievi ustioni. I due 40enni nigeriani ieri stavano lavorando accanto alla caldaia delle scuole di via Battaglia, che saranno demolite. A dire loro «tutto in regola», ma per Palazzo d’Accursio i due ieri mattina non erano autorizzati. E nelle prossime ore verrà formalizzata anche una denuncia.
Nasiru e il collega, che fortunatamente non hanno riportato ustioni gravi, non si sarebbero dovuti trovare lì, per di più con un flessibile accanto a una caldaia. Una versione che stride con il presidente dell’associazione. «Siamo stati autorizzati dal Comune per entrare all’interno dell’edificio prima della demolizione», dice. Ma arriva la smentita da Palazzo d’Accursio: «L’associazione El Ihsan ha sottoscritto con il Comune di Bologna, dallo scorso maggio, un accordo per la custodia temporanea dell’immobile
delle ex scuole Carracci per effettuare operazioni di pulizia e di ripristino dell’area a seguito degli sgomberi effettuati dalla municipale di occupazioni abusive che si sono verificate nell’edificio — si legge in una nota —. L’accordo non prevede l’assegnazione di alcuna attività diversa da quelle sopra descritte e prevede che ogni accesso occasionale, finalizzato alle attività assegnate, vada concordato con l’amministrazione. La presenza e l’attività svolta dai due operatori questa mattina (ieri mattina, ndr) nell’immobile non era stata concordata. Per questo l’Amministrazione Comunale procederà con una denuncia rispetto all’episodio odierno che non è in alcun modo ascrivibile all’accordo sottoscritto». La demolizione dell’edificio è stata oggetto di un complesso progetto da parte degli uffici tecnici e di una gara in corso per la ricerca dell’impresa che attuerà l’intervento. L’erogazione del gas all’interno dell’edificio è chiusa dal 2013, ma con tutta probabilità le scintille provocate dal flessibile sono state causate dal contatto con il gas residuo. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, le fiamme sono state domate in pochi minuti. «Abbiamo temuto esplodesse tutto. E abbiamo cercato di spegnerle», conclude Nasiru. L’associazione El Ihsan è la stessa che ha in attivo un patto di collaborazione con il Comune per alcuni lavoretti di decoro urbano, inoltre gestisce in comodato d’uso da un privato, la «casa degli africani» di via Stalingrado. Poco più di due settimane fa è andata a fuoco la loro casetta dei custodi. Sull’episodio è intervenuta Elena Foresti, M5s: «Chissà quante tragedie sfiorate in questi anni. A chi sono stati affidati questi lavori? ».