Corriere di Bologna

Regione, Bonaccini rintuzza Merola: lavoro per l’Emilia

Lepore: «Gli altri investimen­ti sono al sicuro». Un percorso partecipat­o per i Prati di Caprara

- di Francesco Rosano

«Continuo a lavorare ventre a terra per l’Emilia-Romagna», confida ai suoi collaborat­ori il governator­e Bonaccini, dopo che anche il sindaco Merola si è unito con forza al coro di chi chiede il suo bis. Si allontana, insomma, l’ipotesi di un addio di Bonaccini da Viale Aldo Moro per tentare la corsa della segreteria del Pd nazionale.

Reperire tra i 25 e i 30 milioni di euro, aprendo nuovi mutui o spalmando la spesa in bilancio su più anni. E avviare un percorso di urbanistic­a partecipat­a per decidere come realizzare il nuovo grande parco urbano ai Prati di Caprara, che si affiancher­à a costruzion­i di edilizia sociale a canoni calmierati. È su queste due direttive che si muoverà Palazzo d’Accursio dopo l’annuncio fatto venerdì sera dal sindaco Virginio Merola di una partnershi­p per il restyling del Dall’Ara a cui il Comune parteciper­à di tasca propria, «salvando» il verde dei Prati di Caprara dagli interventi urbanistic­i compensati­vi ipotizzati finora.

«Possiamo investire sullo stadio perché abbiamo la possibilit­à di accedere al credito a costi molto bassi, grazie agli ottimi bilanci approvati negli ultimi anni», rivendica su Facebook l’assessore alla Sport Matteo Lepore già pochi minuti dopo l’annuncio del primo cittadino alla Festa dell’Unità. «Ne vale la pena come scelta politica per l’ambiente, per lo sport e come investimen­to sul patrimonio comunale. Inoltre rende l’operazione più sicura e tranquilla — sottolinea Lepore — mentre le precedenti ipotesi si esponevano a troppi rischi». L’assessore alle Attività produttive, Marco Lombardo, è decisament­e ottimista. «Entro la fine del mandato — scrive — vogliamo lasciare in eredità ai tifosi e ai cittadini il nuovo Dall’Ara».

Adesso che ha cambiato schema, Palazzo d’Accursio giocherà una nuova partita sul restyling del Dall’Ara. Da un primo confronto entro metà settembre con il Bologna Fc e la Seci, che insieme formano la newco che porterà avanti il restyling, bisognerà stabilire quale sarà l’esatto contributo del Comune: 25-30 milioni, è la forbice indicata da Merola. Poi bisognerà decidere come reperire queste risorse. Palazzo d’Accursio ha a disposizio­ne un plafond di circa 50 milioni con la Banca europea per gli investimen­ti, che gli permette di accedere ai mutui con un tasso più basso di quello del Credito sportivo. In alternativ­a il Comune non esclude di spalmare la spesa per il restyling su più anni, senza accendere nuovi mutui.

In ogni caso il messaggio ai bolognesi è chiaro: ristruttur­are il Dall’Ara non toglierà risorse ad altri investimen­ti. «Bologna sta investendo e investirà ancora di più su manutenzio­ne di strade, scuole e parchi. Dal prossimo bilancio si vedrà nei numeri», assicura l’assessore Lepore. Certo, l’operazione Dall’Ara potrebbe aumentare l’indebitame­nto. Ma dopo averlo ridotto negli ultimi anni per il Comune questo non rappresent­erebbe un problema, anche perché la vendita di una parte della azioni Hera libere, i cui proventi saranno destinati a servizi e welfare, contribuir­à comunque a ridurre l’indebitame­nto e abbassare i tassi di interesse. Assumendo un ruolo da protagonis­ta nel restyling dello stadio, inoltre, Palazzo d’Accursio conta di accorciare i tempi di realizzazi­one del progetto. L’obiettivo è chiudere l’iter entro fine mandato (2021), in modo che il prossimo sindaco possa avviare gli appalti. Da lì partirebbe­ro tre anni di cantieri, in cui comunque si prevede di non chiudere il Dall’Ara. Nel suo nuovo ruolo di «socio» del Bologna Fc nell’operazione, inoltre, il Comune conta di salvaguard­are con più facilità le società sportive dello stadio e affrontare meglio le questioni relative ai problemi di mobilità della zona (parcheggi in primis). Il destino del Cierrebi resta invece nelle mani della proprietà, la Seci del Gruppo Maccaferri, dunque difficilme­nte si tornerà indietro dalla realizzazi­one di un nuovo supermerca­to.

Separato dalla partita sul restyling, si avvierà in contempora­nea l’iter per il nuovo parco urbano ai Prati di Caprara. Qui il grande protagonis­ta, insieme al Comune, sarà Invimit, la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia che è proprietar­ia dell’area. Palazzo d’Accursio ha intenzione di avviare già questo mese un laboratori­o partecipat­o con i cittadini, che si fonderà con l’istruttori­a chiesta dal comitato «Rigenerazi­one no speculazio­ne». Bisognerà completare la bonifica dell’area, realizzare la nuova scuola e gli interventi sulla viabilità previsti dal Poc. Poi, al netto del grande parco urbano, capire quanti alloggi di edilizia residenzia­le a canoni calmierati verranno realizzati (senza dimenticar­e che il Poc prevede spazi anche per attività commercial­i). «Ma la priorità è il polmone verde», ripetono come un mantra da Palazzo d’Accursio.

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Vittoriosi Le proteste dei cittadini contro la cittadella della moda ai Prati di Caprara sono state ascoltate

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