Regione, Bonaccini rintuzza Merola: lavoro per l’Emilia
Lepore: «Gli altri investimenti sono al sicuro». Un percorso partecipato per i Prati di Caprara
«Continuo a lavorare ventre a terra per l’Emilia-Romagna», confida ai suoi collaboratori il governatore Bonaccini, dopo che anche il sindaco Merola si è unito con forza al coro di chi chiede il suo bis. Si allontana, insomma, l’ipotesi di un addio di Bonaccini da Viale Aldo Moro per tentare la corsa della segreteria del Pd nazionale.
Reperire tra i 25 e i 30 milioni di euro, aprendo nuovi mutui o spalmando la spesa in bilancio su più anni. E avviare un percorso di urbanistica partecipata per decidere come realizzare il nuovo grande parco urbano ai Prati di Caprara, che si affiancherà a costruzioni di edilizia sociale a canoni calmierati. È su queste due direttive che si muoverà Palazzo d’Accursio dopo l’annuncio fatto venerdì sera dal sindaco Virginio Merola di una partnership per il restyling del Dall’Ara a cui il Comune parteciperà di tasca propria, «salvando» il verde dei Prati di Caprara dagli interventi urbanistici compensativi ipotizzati finora.
«Possiamo investire sullo stadio perché abbiamo la possibilità di accedere al credito a costi molto bassi, grazie agli ottimi bilanci approvati negli ultimi anni», rivendica su Facebook l’assessore alla Sport Matteo Lepore già pochi minuti dopo l’annuncio del primo cittadino alla Festa dell’Unità. «Ne vale la pena come scelta politica per l’ambiente, per lo sport e come investimento sul patrimonio comunale. Inoltre rende l’operazione più sicura e tranquilla — sottolinea Lepore — mentre le precedenti ipotesi si esponevano a troppi rischi». L’assessore alle Attività produttive, Marco Lombardo, è decisamente ottimista. «Entro la fine del mandato — scrive — vogliamo lasciare in eredità ai tifosi e ai cittadini il nuovo Dall’Ara».
Adesso che ha cambiato schema, Palazzo d’Accursio giocherà una nuova partita sul restyling del Dall’Ara. Da un primo confronto entro metà settembre con il Bologna Fc e la Seci, che insieme formano la newco che porterà avanti il restyling, bisognerà stabilire quale sarà l’esatto contributo del Comune: 25-30 milioni, è la forbice indicata da Merola. Poi bisognerà decidere come reperire queste risorse. Palazzo d’Accursio ha a disposizione un plafond di circa 50 milioni con la Banca europea per gli investimenti, che gli permette di accedere ai mutui con un tasso più basso di quello del Credito sportivo. In alternativa il Comune non esclude di spalmare la spesa per il restyling su più anni, senza accendere nuovi mutui.
In ogni caso il messaggio ai bolognesi è chiaro: ristrutturare il Dall’Ara non toglierà risorse ad altri investimenti. «Bologna sta investendo e investirà ancora di più su manutenzione di strade, scuole e parchi. Dal prossimo bilancio si vedrà nei numeri», assicura l’assessore Lepore. Certo, l’operazione Dall’Ara potrebbe aumentare l’indebitamento. Ma dopo averlo ridotto negli ultimi anni per il Comune questo non rappresenterebbe un problema, anche perché la vendita di una parte della azioni Hera libere, i cui proventi saranno destinati a servizi e welfare, contribuirà comunque a ridurre l’indebitamento e abbassare i tassi di interesse. Assumendo un ruolo da protagonista nel restyling dello stadio, inoltre, Palazzo d’Accursio conta di accorciare i tempi di realizzazione del progetto. L’obiettivo è chiudere l’iter entro fine mandato (2021), in modo che il prossimo sindaco possa avviare gli appalti. Da lì partirebbero tre anni di cantieri, in cui comunque si prevede di non chiudere il Dall’Ara. Nel suo nuovo ruolo di «socio» del Bologna Fc nell’operazione, inoltre, il Comune conta di salvaguardare con più facilità le società sportive dello stadio e affrontare meglio le questioni relative ai problemi di mobilità della zona (parcheggi in primis). Il destino del Cierrebi resta invece nelle mani della proprietà, la Seci del Gruppo Maccaferri, dunque difficilmente si tornerà indietro dalla realizzazione di un nuovo supermercato.
Separato dalla partita sul restyling, si avvierà in contemporanea l’iter per il nuovo parco urbano ai Prati di Caprara. Qui il grande protagonista, insieme al Comune, sarà Invimit, la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia che è proprietaria dell’area. Palazzo d’Accursio ha intenzione di avviare già questo mese un laboratorio partecipato con i cittadini, che si fonderà con l’istruttoria chiesta dal comitato «Rigenerazione no speculazione». Bisognerà completare la bonifica dell’area, realizzare la nuova scuola e gli interventi sulla viabilità previsti dal Poc. Poi, al netto del grande parco urbano, capire quanti alloggi di edilizia residenziale a canoni calmierati verranno realizzati (senza dimenticare che il Poc prevede spazi anche per attività commerciali). «Ma la priorità è il polmone verde», ripetono come un mantra da Palazzo d’Accursio.