Tripletta Inter, rossoblù ancora a secco di gol
Stadio Dall’Ara Secondo ko consecutivo in casa e record di zero gol nelle prime tre gare Finisce 0-3 contro un’Inter priva di Icardi: segnano Nainggolan, Candreva e Perisic
Il Bologna incassa la sua seconda sconfitta stagionale (in tre gare) contro un’Inter priva di Icardi. Finisce 0-3 al Dall’Ara. Continua lo spettacolo mediocre offerto dalla squadra di Inzaghi: al netto dell’impegno, i rossoblù creano poco o nulla e la qualità latita. Il tecnico non drammatizza: «Risultato bugiardo, torneremo presto a fare punti».
Un’altra sconfitta, evitabile. Invece niente, il Bologna ancora non c’è. La squadra di Inzaghi resiste per oltre un’ora alla disarmante corazzata di Spalletti, ma al primo tiro nello specchio subisce e subito dopo sprofonda. Lo 0-1 sarebbe stato un risultato bugiardo, perché il match fra due squadre malate era da pareggio pieno, con l’Inter che ha fatto la partita ma con l’occasione più ghiotta capitata al Bologna: Helander di testa da tre metri che trova la mano di Handanovic. Invece negli ultimi 20’, dopo lo svantaggio, i rossoblù si sono aperti e disuniti. Punteggio pesante, analisi più severa. Squadra senza forza, qualità, personalità, idee. Un po’ come nelle prime due partite, salvo che con l’Inter non avevi l’obbligo di fare la partita e quindi potevi puntare su ripartenze veloci, che tanto piacciono a Superpippo, sfruttando spazi e svaghi avversari (poca roba i nerazzurri dietro se li attacchi). Invece niente. Se dietro la difesa più o meno tiene botta, davanti produci pochissimo anche per colpa di un centrocampo per ora sottotono: con un’occasione (vera) a partita non vai lontano e se poi la sbagli (il palo con la Spal, l’occasione di Dzemali col Frosinone e ieri ancora Helander e un bel tentativo di testa di Santander, non un fenomeno, ma almeno lotta) vai poco lontano. Tant’è che dopo le prime 3 partite di campionato non hai ancora segnato un gol: ennesimo record negativo nella storia centenaria del Bologna conquistato sotto la presidenza Saputo. Squadra dei prefissi: 0-1, 0-0, 0-3. Subisci poco, non segni mai. Va bene la rosa rivoluzionata, un allenatore giovane, un modulo inedito, ma proprio per questo servivano fin da luglio più certezze e non solo scommesse. Raddrizzare la barca è ancora possibile, basta non adagiarsi sul pensiero debole che «tanto ce ne sono tre peggio». Non è detto. Il club può contare su un pubblico abituato a incassare e che applaude (due sconfitte su due al Dall’Ara), vediamo se, dopo il successo del restyling, riuscirà a riqualificare anche l’area tecnica. Contro un’Inter molto sottotono (e senza Icardi) non c’è stata la rinascita rossoblù perché le partite non durano 66’. Quantifichiamo i miglioramenti rispetto alle prestazioni contro Spal e Frosinone? No. Sarebbero semplici decimali. È presto, ci vuole molto più lavoro. L’unica emozione non dolorosa è stato il gigantesco arcobaleno spuntato dai colli che per mezz’ora, fino al gol (…), ha accompagnato una partita piena di errori e non di giocate. La prima è stata di Nainggolan, perso da Poli e Pulgar, stop di sinistro e al volo di destro nell’angolino: lui s’inchina ai suoi tifosi e il Bologna a lui. Ma ha sbagliato anche la panchina perché nel secondo tempo, con l’Inter che si limitava a fare giro palla a metà campo, Inzaghi avrebbe potuto inserire forze fresche e veloci per andare in profondità, da Okwokwo a Orsolini, e invece ha aspettato troppo facendo i tre inutili cambi a scacchiere cambiato (il terzo è un applauditissimo Destro). Venuto meno il possibile pareggio di Santander, sono andati a segno all’82’ e 85’ Candreva (non segnava da due anni) e Perisic (messo a sedere Mattiello). Come da copione. E ora 15 giorni di cattivi pensieri.