Le note dei ragazzi sottratti alle favelas
Il cartellone d’autunno apre l’11 settembre con Martha Argerich e la Youth Orchestra of Bahia. In programma «itinerari vocali» e l’omaggio a Luciano Berio
Giovani e giovanissimi, che hanno imbracciato uno strumento da bambini: la loro via di fuga da una condanna. Li dirige Ricardo Castro. Con loro Martha Argerich, icona del pianismo mondiale. Inizia così, con la grande pianista argentina e la numerosa, esuberante e trascinante Youth Orchestra of Bahia la stagione autunnale di Bologna Festival.
L’appuntamento, il primo di 14, è all’auditorium Manzoni l’11 settembre(ore 20.30). «L’Orchestra — ricorda il direttore generale di Bologna Festival Maddalena da Lisca — è la risposta brasiliana al “sistema” del venezuelano
«Presto un Ufficio Musica per i rapporti internazionali. Impegno sulla formazione»
Abreu». Come Abreu ha ideato un metodo formazione pubblica e diffusa in situazioni di forte disagio, così l’Orchestra di Bahia ha sottratto molti ragazzi dalle favelas offrendo loro una passione e una professionalità. Il concerto prevede l’esecuzione di brani di Schumann (tra cui l’overture di Genoveva e Dvoràk) mentre scorrendo il programma fino al 10 dicembre si trovano spesso pagine di Bach, Liszt e Vivaldi fino al concerto interamente dedicato alle «Stagioni» di Haydn (19 ottobre, ore 20.30 al Manzoni) con l’Orchestra del XVIII secolo diretta da Marcus Creed.
Per la sezione «Il nuovo l’antico» spicca, ancora, l’omaggio a Luciano Berio, uno dei più autorevoli compositori del Novecento, più volte ospite di Bologna Festival. «È un piccolo omaggio», dice il direttore dell’istituzione musicale, ma comunque si compone di un incontro, una proiezione e tre concerti. Tutto all’Oratorio San Filippo Neri. La parte dedicata all’antico è, invece, incentrata sulla vocalità. Si tratta di cinque «itinerari vocali» dal Medioevo all’800 con diverse formazioni che attraversano i secoli.
«Il premio del pubblico — va avanti da Lisca — quest’anno è andato al Quartetto Van Kuijk, che come al solito stacca di pochi punti gli altri artisti votati». L’ensemble si esibirà dunque il 6 novembre alle 20.30 al San Filippo Neri con un programma che comprende Haydn, Beethoven e Ravel.
Il concerto finale del 10 dicembre, anche questo di grande attenzione alla vocalità, vedrà sul palco del teatro Comunale l’Accademia Bizantina. Ottavio Dantone direttore con il contralto Delphine Galou impegnati so- prattutto con i Concerti di Vivaldi. La serata andrà a sostenere la Fondazione Face3D, per cui Bologna Festival spesso si spende, e che opera nella ricostruzione di volti con gravi malformazioni o traumi.
«Il nostro cartellone — riflette poi il direttore — è pen- sato soprattutto per la cittadinanza, anche se abbiamo sempre più richieste da parte di turisti. Il nostro impegno futuro sarà quello di internazionalizzare la nostra attività, di avere sempre più contatti e partenariati con l’estero». Già, infatti, è in cantiere la collaborazione co la città della Musica Hannover, in Germania. Da Lisca, confida, per questo cammino, sul sostegno del Comune, che già quest’anno ha incrementato il sostegno con un contributo di 45 mila euro. «Non è una scelta solo economica — le fa eco l’assessore alla Cultura Matteo Lepore — Ma rientra nel progetto di ripensamento dell’assessorato che vedrà la costituzione di una Ufficio Musica che operi proprio nell’internazionalizzazione del ruolo di Bologna Città della Musica Unesco». «Non saranno interventi episodici — puntualizza l’assessore — ma di sistema». E la formazione e «il coinvolgimento dei giovani nei quartieri» sarà in sostanza la linea guida, l’obiettivo principale. Con Bologna Festival, già da tempo impegnata nell’avvicinare anche i bambini alla musica classica, come partner ideale.