Vaccini, 136 bimbi fuori da scuola
Per 90 alunni delle materne e 46 dei nidi sospesa la frequenza, ma niente intervento dei carabinieri Ieri l’apertura anticipata. Fra gli irregolari sia no vax che stranieri poco informati
Vaccini, il tempo è davvero scaduto. Ieri non avevano ancora presentato la documentazione sull’obbligo vaccinale 90 bambini delle materne e 46 dei nidi: 30 i nuovi iscritti tra i primi, 22 tra i secondi. Palazzo d’Accursio ieri ha iniziato a mandare le mail con la notifica di sospensione dal servizio alle famiglie non in regola, poi passeranno da casa i messi comunali. Ma non accadrà, come successo in altre città ieri, di vedere le forze dell’ordine fuori da scuola.
Novanta bambini (di cui 30 nuovi iscritti) sospesi dalla materna, perché non in regola con i vaccini. E 46 (di cui 22 nuovi iscritti) sospesi dal nido che, però comincerà lunedì prossimo: in una settimana qualche genitore potrebbe anche decidere di mettersi in regola o accorgersi che non ha ancora fatto quello che chiede la legge. Di fatto ieri, primo giorno della materna per 4.900 bambini, sono partite da Palazzo d’Accursio le mail di sospensione dal servizio per quanti, nonostante gli avvisi precedenti e le lettere consegnate a mano nelle settimane scorse dai messi comunali, non hanno comunque provveduto a regolarizzare la propria posizione o effettuando le vaccinazioni obbligatorie non risultanti dall’anagrafe regionale o presentando la formale richiesta di vaccinazione all’Ausl, che sia stata effettuata dopo il 10 giugno 2018 oppure l’appuntamento già fissato. Non sono pochi, soprattutto alle materne, quelli che si sono messi in regola all’ultimo minuto: erano 117 gli irregolari venerdì per le materne e 55 ai nidi.
Ora per il Comune non c’è più tempo: questi 90 bambini delle materne e i 46 iscritti ai nidi non ancora in regola per l’amministrazione sono da considerare sospesi da ieri stesso. La mail ufficiale di Palazzo d’Accursio è il primo passo, ma anche in questo caso, per evitare contestazioni, l’amministrazione manderà di nuovo i messi comunali porta a porta perché ci sia la certezza che la comunicazione arrivi a destinazione. Questi 136 bambini, quindi, resteranno sospesi fino a che i genitori non presenteranno la documentazione richiesta, il che non li esenterà dal pagamento della retta. «Chi non rispetta la norma — fa sapere il Comune — si assumerà tutte le responsabilità del caso». Ma la comunicazione all’autorità giudiziaria sarà fatta solo nel caso di autodichiarazioni false. «Noi — dicono dal Comune — rimanderemo questi dati all’Asl».
Intanto però a Bologna, come nel resto dell’Emilia-Romagna, i dirigenti scolastici e i gestori delle strutture, su indicazione dell’anno scorso dell’Ufficio scolastico regionale, hanno deciso di non adottare le «maniere forti» utilizzate in altre Regioni: ieri a Trento c’erano i vigili urbani fuori dalle scuole. Insomma, niente forze dell’ordine ai cancelli, nè bambini rispediti a casa di forza. A Bologna, promette il Comune, non succederà nulla di tutto questo, anche perché alle maestre e al personale scolastico teoricamente non verrà data alcuna informazione sullo stato vaccinale dei bambini. «Questa informazione non verrà data al personale delle scuole — spiega il Comune — per non violare la privacy delle famiglie; sarà un’informazione a disposizione unicamente degli Uffici scuola dei quartieri. Saranno loro a ricontattare di nuovo le famiglie per capire le motivazioni e le intenzioni».
A quanto risulta al Comune, che in serata ieri stava ancora ricevendo i documenti degli irregolari, non ci sono quartieri con più sospesi di altri, nè, rispetto al dato dell’anno scorso, non risulta che le famiglie maggiormente irregolari siano quelle extracomunitarie, ostacolate nell’accesso alle informazioni dalle difficoltà linguistiche. «È un misto di casi», fa sapere l’amministrazione che ipotizza che alcune famiglie aspetteranno il Milleproroghe per decidere le prossime mosse.
Intanto ieri la vicesindaco Marilena Pillati ha espresso soddisfazione per l’apertura anticipata delle materne: «Rappresenterà — ha detto — un valore aggiunto per i bambini e le famiglie. È stata una scelta responsabile, ognuno faccia la sua parte».