Occupazioni politiche o abitative Ecco cosa resta
LA MAPPA IL CENSIMENTO E IL DOMANI Il presidente Acer: centinaia di alloggi liberati con un principio di equità
La stretta del Viminale sulle occupazioni e l’annuncio di un maxipiano di sgomberi che potrebbe portare un autunno rovente, a Bologna non preoccupa chi della circolare firmata proprio dall’ex prefetto Matteo Piantedosi è il destinatario, cioè Prefettura e Acer. Il motivo è semplice: la stagione degli sgomberi Bologna l’ha già vissuta e di occupazioni di immobili pubblici a scopo abitativo ne restano per ora 15 in città, tra il quartiere San Donato e la Bolognina, e 10 in provincia.
Di queste solo 2 in città e 5 in provincia sono occupazioni in senso stretto, le altre lo sono diventate per morosità o inadempimenti contrattuali dei nuclei con fragilità sui quali sono già intervenuti i servizi sociali. Ma ci sono poi i centri sociali XM24 in via Fioravanti e Crash in via di Corticella, che potrebbero essere in cima alla lista che il Viminale ha chiesto alla Prefettura entro fine mese. E in caso di sgombero gli attivisti non accetteranno soluzioni soft per liberare gli immobili.
Per il sindacato Asia Usb, però,i nuovi criteri regionali per il mantenimento del diritto agli alloggi pubblici e la rimodulazione dei canoni creerà nuove occupazioni di fatto di nuclei che perdono i requisiti e non sanno dove andare o diventano morosi. «Come si comporterà Acer in questi casi? — chiede Federico Fornasari di Asia Usb — I nuclei sotto sfratto in città sono più di 15 e tanti inquilini Acer sono in attesa degli effetti della riforma che rischia di portare un’ondata di sfratti».
Se a Bologna Matteo Piantedosi è sempre stato il prefetto del dialogo, adesso da capo di gabinetto del ministro Salvini firma la circolare che intima di sgomberare con tempestività, se necessario prima di cercare soluzioni alternative per le situazioni di fragilità.
Ma il presidente di Acer Alessandro Alberani assicura: «anche per le occupazioni rimaste procederemo partendo dalle persone e offrendo percorsi alternativi a chi ha figli minori o ai disabili». Per Alberani il «modello Bologna» è una buona prassi che, assicura, «nell’ultimo anno ci ha portato a liberare centinaia di alloggi ma in base a un principio di equità e non di legalità. D’intesa con i servizi sociali abbiamo prima trovato alternative per le situazioni di vulnerabilità».
Un’azione preventiva che oggi permette alla città di appuntarsi sul petto la medaglia di città metropolitana con il numero più basso di alloggi pubblici occupati e che ha portato, ad esempio, a sventare altre 74 occupazioni, di cui 42 di appartamenti, dall’inizio dell’anno, grazie a un corposo investimento di soldi pubblici in porte blindate e sistemi antintrusione.
E gli alloggi sfitti a rischio occupazione da tenere d’occhio, osserva Alberani, «sono centinaia. Ma se il Governo non stanzia fondi per le ristrutturazioni non possiamo assegnarli». Nel campo dei centri sociali, per i quali l’ordine di sgomberare è perentorio, Fulvio di Crash osserva: «Non siamo preoccupati che sgomberino Crash, ma per le migliaia di poveri in tutta Italia che vivono da anni in case occupate. Questa circolare potrebbe generare un inferno».